“Tessuti e testi”. Fare pastorale nell’era digitale
Oggi pomeriggio ottavo appuntamento del Festival della Comunicazione
giovedì 21 maggio 2020
Mai come nelle settimane passate abbiamo sperimentato la necessità di valorizzare le nuove tecnologie nella pastorale: giornale, sito web, social, dirette streaming, interazione con la diocesi. Ogni parrocchia ha fatto quanto di meglio ha potuto. Ma quello della comunicazione è un ambito pastorale che va oltre le emergenze, anzi è trasversale a tutta la pastorale, dal momento che se è vero che "non si può non comunicare" a maggior ragione nell'impegno di evangelizzazione è fondamentale la comunicazione, fatta nei diversi modi possibili.
Già dal 2004 la Chiesa si è data un Direttorio per le Comunicazioni e ha individuato la figura dell'Animatore della Cultura e della Comunicazione quale persona, o equipe di persone, che curano l'aspetto della comunicazione in parrocchia. In Diocesi, poi, quattro anni fa è stato redatto un vademecum per l'ECo parrocchiale (Equipe Comunicazione parrocchiale) per non lasciare all'improvvisazione o alla buona volontà un impegno strategico.
L'ottavo appuntamento del Festival della Comunicazione sarà rivolto principalmente ai sacerdoti – come consueto incontro di aggiornamento del clero – unitamente agli animatori della comunicazione e operatori pastorali in genere, per riflettere su questo aspetto, anche alla luce di quanto vissuto durante la fase 1 e 2 della pandemia.
Oggi, 21 maggio, alle ore 20,00 su www.diocesimolfetta.it e canali Facebook e Youtube @diocesimolfetta in diretta streaming
Reading dal messaggio del Papa a cura di Corrado La Grasta (Teatro dei Cipis)
Saluto del Vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia
In dialogo con:
mons. Lucio Adrián Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione – Vaticano
Fabio Bolzetta, giornalista TV2000, presidente WeCa (Webmaster Cattolici)
Modera don Vito Bufi, direttore Ufficio Pastorale diocesano
"In ogni grande racconto entra in gioco il nostro racconto – scrive il Papa nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali -. … Quando facciamo memoria dell'amore che ci ha creati e salvati, quando immettiamo amore nelle nostre storie quotidiane, quando tessiamo di misericordia le trame dei nostri giorni, allora voltiamo pagina. Non rimaniamo più annodati ai rimpianti e alle tristezze, legati a una memoria malata che ci imprigiona il cuore ma, aprendoci agli altri, ci apriamo alla visione stessa del Narratore".
Già dal 2004 la Chiesa si è data un Direttorio per le Comunicazioni e ha individuato la figura dell'Animatore della Cultura e della Comunicazione quale persona, o equipe di persone, che curano l'aspetto della comunicazione in parrocchia. In Diocesi, poi, quattro anni fa è stato redatto un vademecum per l'ECo parrocchiale (Equipe Comunicazione parrocchiale) per non lasciare all'improvvisazione o alla buona volontà un impegno strategico.
L'ottavo appuntamento del Festival della Comunicazione sarà rivolto principalmente ai sacerdoti – come consueto incontro di aggiornamento del clero – unitamente agli animatori della comunicazione e operatori pastorali in genere, per riflettere su questo aspetto, anche alla luce di quanto vissuto durante la fase 1 e 2 della pandemia.
Oggi, 21 maggio, alle ore 20,00 su www.diocesimolfetta.it e canali Facebook e Youtube @diocesimolfetta in diretta streaming
Reading dal messaggio del Papa a cura di Corrado La Grasta (Teatro dei Cipis)
Saluto del Vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia
In dialogo con:
mons. Lucio Adrián Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione – Vaticano
Fabio Bolzetta, giornalista TV2000, presidente WeCa (Webmaster Cattolici)
Modera don Vito Bufi, direttore Ufficio Pastorale diocesano
"In ogni grande racconto entra in gioco il nostro racconto – scrive il Papa nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali -. … Quando facciamo memoria dell'amore che ci ha creati e salvati, quando immettiamo amore nelle nostre storie quotidiane, quando tessiamo di misericordia le trame dei nostri giorni, allora voltiamo pagina. Non rimaniamo più annodati ai rimpianti e alle tristezze, legati a una memoria malata che ci imprigiona il cuore ma, aprendoci agli altri, ci apriamo alla visione stessa del Narratore".