Stop alle sale operatorie di Terlizzi e Corato, Paparella annuncia la protesta
In programma una manifestazione di protesta su tutto il territorio
sabato 4 marzo 2017
23.08
«Un'ulteriore restrizione dell'assistenza sanitaria, un progressiva eliminazione di tutto ciò che è rimasto sul territorio». Antonello Paparella, consigliere comunale di Forza Italia commenta così, sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno, la notizia dello stop ai ricoveri di emergenza-urgenza negli ospedali di Terlizzi e Corato.
La chiusura delle sale operatorie per le emergenze, a partire dal primo marzo nelle due città limitrofi, sta preoccupando e non poco anche l'opinione pubblica ruvese. Anche gli interventi chirurgici programmati saranno dirottati su Molfetta per mancanza di medici chirurghi e anestesisti. Ruvo fu già penalizzato dal precedente piano di riordino ospedaliero varato dal centrosinistra di Nichi Vendola, restando con ospedale trasformato in poliambulatorio. Ora rischia di perdere altri punti di riferimento sanitari. Paparella conferma che è in programma, per le prossime settimane, una manifestazione di protesta, coordinata a livello regionale. «E' importante- continua - far sentire anche la nostra voce. Non si tratta più della difesa dell'ospedale di una singola città ma di un intero territorio che rimane completamente sguarnito»
La chiusura delle sale operatorie per le emergenze, a partire dal primo marzo nelle due città limitrofi, sta preoccupando e non poco anche l'opinione pubblica ruvese. Anche gli interventi chirurgici programmati saranno dirottati su Molfetta per mancanza di medici chirurghi e anestesisti. Ruvo fu già penalizzato dal precedente piano di riordino ospedaliero varato dal centrosinistra di Nichi Vendola, restando con ospedale trasformato in poliambulatorio. Ora rischia di perdere altri punti di riferimento sanitari. Paparella conferma che è in programma, per le prossime settimane, una manifestazione di protesta, coordinata a livello regionale. «E' importante- continua - far sentire anche la nostra voce. Non si tratta più della difesa dell'ospedale di una singola città ma di un intero territorio che rimane completamente sguarnito»