Terrore a Ruvo di Puglia: agguato sotto casa, ferito un 60enne. È grave
Vincenzo Di Terlizzi è stato centrato da tre colpi di pistola in via Callas e soccorso dal 118. Sul posto i Carabinieri
venerdì 10 marzo 2023
18.44
Un agguato oppure, più probabilmente, una lite sfociata nel sangue o un avvertimento. Solo alcune ipotesi. È in gravi condizioni Vincenzo Di Terlizzi, l'uomo di 60 anni che nel pomeriggio è stato centrato da tre colpi di pistola all'addome mentre era sotto la propria abitazione in via Callas, via alla periferia di Ruvo di Puglia.
Almeno tre i colpi esplosi, alle ore 17.00, molto probabilmente - secondo il racconto dell'uomo fornito agli investigatori - al culmine di una lite sfociata nel sangue su un'area sterrata a ridosso dell'appartamento del 60enne ruvese, volto e cognome ben noto alle cronache giudiziarie. Il bossolo di una arma automatica è stato trovato dai Carabinieri. È stato l'uomo, insanguinato e disteso a terra davanti al cancello di casa (i proiettili lo hanno centrato al basso ventre), a chiedere aiuto.
Gli operatori del 118 sono stati i primi a raggiungere l'uomo, a bordo di un'ambulanza. Le condizioni del ferito, rimasto semicosciente, sono apparse subito tanto gravi che c'è stato un solo minuto da perdere. Il mezzo è ripartito di gran carriera in codice rosso verso il vicino ospedale Bonomo di Andria dove i medici l'hanno condotto d'urgenza in sala operatoria: ha una pallottola conficcata in corrispondenza del rene sinistro. Non è in pericolo di vita, ma la prognosi rimane riservata.
In quella strada a ridosso dei binari della stazione ferroviaria, per un sopralluogo, sono giunti i militari della locale Stazione e quelli della Compagnia di Molfetta, con i rispettivi comandanti, il luogotenente Felice Cimadomo ed il capitano Francesco Iodice, supportati, per le prime indagini dai colleghi del Nucleo Operativo e, per i rilievi scientifici sul luogo dell'agguato, dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche arrivati da Bari. L'area è stata delimitata dal nastro biancorosso.
Per capire cosa possa essere accaduto, bisogna partire dal luogo in cui l'uomo è balzato sulla scena, via Callas. Forse solo lui stesso potrà svelare agli inquirenti quantomeno i tasselli principali della dinamica. Al momento, infatti, le ricostruzioni sono rese difficili dall'assenza di testimonianze e per questo, i militari stanno acquisendo le immagini registrate dai circuiti di videosorveglianza della zona alla periferia di Ruvo per dar un volto a chi, forse da un'auto, ha premuto il grilletto.
Per gli investigatori, che indagano sul grave fatto di sangue forse inquadrato nei traffici illeciti della zona, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trani, non è possibile escludere alcuna tesi. Perché fosse in strada lì e chi abbia incontrato è ancora impossibile dirlo. Il 60enne, intanto, è grave, ma non è in pericolo di vita.
Almeno tre i colpi esplosi, alle ore 17.00, molto probabilmente - secondo il racconto dell'uomo fornito agli investigatori - al culmine di una lite sfociata nel sangue su un'area sterrata a ridosso dell'appartamento del 60enne ruvese, volto e cognome ben noto alle cronache giudiziarie. Il bossolo di una arma automatica è stato trovato dai Carabinieri. È stato l'uomo, insanguinato e disteso a terra davanti al cancello di casa (i proiettili lo hanno centrato al basso ventre), a chiedere aiuto.
Gli operatori del 118 sono stati i primi a raggiungere l'uomo, a bordo di un'ambulanza. Le condizioni del ferito, rimasto semicosciente, sono apparse subito tanto gravi che c'è stato un solo minuto da perdere. Il mezzo è ripartito di gran carriera in codice rosso verso il vicino ospedale Bonomo di Andria dove i medici l'hanno condotto d'urgenza in sala operatoria: ha una pallottola conficcata in corrispondenza del rene sinistro. Non è in pericolo di vita, ma la prognosi rimane riservata.
In quella strada a ridosso dei binari della stazione ferroviaria, per un sopralluogo, sono giunti i militari della locale Stazione e quelli della Compagnia di Molfetta, con i rispettivi comandanti, il luogotenente Felice Cimadomo ed il capitano Francesco Iodice, supportati, per le prime indagini dai colleghi del Nucleo Operativo e, per i rilievi scientifici sul luogo dell'agguato, dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche arrivati da Bari. L'area è stata delimitata dal nastro biancorosso.
Per capire cosa possa essere accaduto, bisogna partire dal luogo in cui l'uomo è balzato sulla scena, via Callas. Forse solo lui stesso potrà svelare agli inquirenti quantomeno i tasselli principali della dinamica. Al momento, infatti, le ricostruzioni sono rese difficili dall'assenza di testimonianze e per questo, i militari stanno acquisendo le immagini registrate dai circuiti di videosorveglianza della zona alla periferia di Ruvo per dar un volto a chi, forse da un'auto, ha premuto il grilletto.
Per gli investigatori, che indagano sul grave fatto di sangue forse inquadrato nei traffici illeciti della zona, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trani, non è possibile escludere alcuna tesi. Perché fosse in strada lì e chi abbia incontrato è ancora impossibile dirlo. Il 60enne, intanto, è grave, ma non è in pericolo di vita.