Sottratti 16mila euro dal Cup di Ruvo: indagati tre dipendenti dell'Asl

Si sarebbero appropriati dei soldi incassati omettendo di versarli alla tesoreria dell'Azienda Sanitaria Locale

venerdì 20 novembre 2020 15.22
Tre dipendenti infedeli dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari in servizio a Ruvo di Puglia si sarebbero appropriati di oltre 16mila euro incassati dal Centro Unico Prenotazioni, omettendo di versarli alla tesoreria dell'Asl ed in un caso simulando di aver subito pure un furto.

I tre sono ora indagati a piede libero: i finanzieri del Comando Provinciale di Bari, appartenenti alla Compagnia di Trani, dipendente dal Gruppo di Barletta, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Trani nei confronti di tre dipendenti dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, denunciati in stato di libertà per il reato, in concorso, di peculato.

L'attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, diretta da Renato Nitti, ha potuto contare sulla collaborazione fornita a seguito di attività di auditing dell'Asl di Bari che ha consentito, in prima battuta, di individuare indici d'anomalia sui flussi finanziari dei versamenti e della consistenza di cassa del C.U.P. di via I° Maggio a Ruvo di Puglia, ed i corrispondenti versamenti alla tesoreria della stessa Azienda Sanitaria Locale.

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Gli accertamenti svolti dai militari hanno permesso di accertare le responsabilità in capo ai tre dipendenti infedeli, i quali, in ragione del loro ufficio o servizio, avevano il possesso e la disponibilità del denaro incassato presso il C.U.P., che poi omettevano di riversare alla tesoreria dell'Asl di Bari, appropriandosene ed occultando la condotta con una rendicontazione omissiva e mendace, persino attraverso la simulazione di un furto.

Le somme distratte ammontano a oltre 16mila euro. All'esito della ricostruzione i finanzieri hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Trani per peculato (reato punito con la reclusione sino a 10 anni) tre dipendenti, che nel frattempo erano stati sospesi dall'Ente, e eseguito nei loro confronti un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni, fino al raggiungimento delle somme indebitamente sottratte.

La Guardia di Finanza, quale polizia economico-finanziaria, si pone quale presidio a tutela delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato italiano grazie all'alta trasversalità di azione delle attività ispettive del corpo che consente il contrasto dei comportamenti illeciti.