Siate sentinelle della società, il messaggio di auguri del vescovo mons. Cornacchia
«Vige intorno e dentro di noi una preoccupante cecità e un oscurantismo etico»
sabato 23 dicembre 2017
14.13
E' stato pubblicato sulla prima pagina del settimanale diocesano Luce e Vita, il messaggio augurale del vescovo mons. Domenico Cornacchia. Il vescovo cita le parole di don Tonino Bello augurando a se stesso e a tutti, «di essere Sentinella del mattino, un ruolo - scrive ancora il vescovo - da esercitare di più perché siamo sordi. Ecco il messaggio integrale:
Carissimi,
in occasione del Santo Natale auguro a me e a ciascuno di voi di essere Sentinella del mattino, un ruolo da esercitare di più perchè siamo sordi. Sordi non perchè non vogliamo sentire, ma perchè non vogliamo vedere. Vige intorno e dentro di noi una preoccupante cecità e un oscurantismo etico, religioso e antropologico.
Vorrei che questo Natale fosse un risveglio, per noi che abbiamo la fortuna di essere toccati dal messaggio cristiano, ancora oggi. Il Signore è venuto per noi, è entrato nel nostro cuore, però lo abbiamo ridotto a un personaggio fra i tanti che affollano i nostri presepi, le nostre case e le nostre coscienze.
Bisogna scegliere e farsi scegliere dal Signore!
Apprendiamo proprio da don Tonino Bello, alla vigilia del suo 25° dies natalis, l'essere Sentinella della Società e anche della Chiesa.
Affiniamo le antenne del nostro sentire!
Accanto all'affermazione di San Paolo, che la fede nasce dall'ascolto, non trascuriamo quella di San Giacomo, che la fede senza le opere è morta.
Coniughiamo perciò udito e tatto, ascolto e carità. Faccio appello perchè si aprano le porte del cuore e delle case ai più bisognosi, in particolare ai giovani: siano loro, come dice Isaia, a segnare l'ora esatta in cui il Signore bussa alle porte della storia ed entra prepotentemente come guida della nostra vita.
Auguri! Vostro,
+Domenico, Vescovo
Carissimi,
in occasione del Santo Natale auguro a me e a ciascuno di voi di essere Sentinella del mattino, un ruolo da esercitare di più perchè siamo sordi. Sordi non perchè non vogliamo sentire, ma perchè non vogliamo vedere. Vige intorno e dentro di noi una preoccupante cecità e un oscurantismo etico, religioso e antropologico.
Vorrei che questo Natale fosse un risveglio, per noi che abbiamo la fortuna di essere toccati dal messaggio cristiano, ancora oggi. Il Signore è venuto per noi, è entrato nel nostro cuore, però lo abbiamo ridotto a un personaggio fra i tanti che affollano i nostri presepi, le nostre case e le nostre coscienze.
Bisogna scegliere e farsi scegliere dal Signore!
Apprendiamo proprio da don Tonino Bello, alla vigilia del suo 25° dies natalis, l'essere Sentinella della Società e anche della Chiesa.
Affiniamo le antenne del nostro sentire!
Accanto all'affermazione di San Paolo, che la fede nasce dall'ascolto, non trascuriamo quella di San Giacomo, che la fede senza le opere è morta.
Coniughiamo perciò udito e tatto, ascolto e carità. Faccio appello perchè si aprano le porte del cuore e delle case ai più bisognosi, in particolare ai giovani: siano loro, come dice Isaia, a segnare l'ora esatta in cui il Signore bussa alle porte della storia ed entra prepotentemente come guida della nostra vita.
Auguri! Vostro,
+Domenico, Vescovo