Settore florovivaistico, persi milioni di euro e migliaia di lavoratori a rischio
Il drammatico costo del Covid per il settore che necessita interventi urgenti
lunedì 29 giugno 2020
Un crack da oltre 200 milioni di euro e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro per il settore delle piante e dei fiori Made in Italy è la drammatica conseguenza, dai vivai ai negozi della pandemia da coronavirus che con il blocco di matrimoni, eventi e cerimonie ha colpito un settore strategico per il Paese. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell'iniziativa "Ripartiamo con un fiore" dedicata al florovivaismo Made in Italy a livello nazionale, che ha portato anche a Lecce in Piazzetta Santa Chiara il grido di dolore degli operatori che con fiori e fronde hanno realizzato decorazioni artistiche in piazze, strade, panchine, statue, fontane e scalinate per ribadire la voglia di resistere e ripartire per continuare a garantire ai consumatori il meglio della produzione Made in Italy.
La crisi generata dal Covid 19 ha provocato il crollo del fatturato e stravolto i bilanci delle aziende, le opere floreali della durata di 24 ore per l'iniziativa "Ripartiamo con un fiore" rappresentano – sottolinea la Coldiretti – la richiesta di aiuto un settore strategico per l'economia, il lavoro e la qualità della vita messo a rischio prima dalla concorrenza sleale di importazioni dall'estero e adesso dal crollo delle vendite causato dalla pandemia con il record storico negativo di miliardi piante e fiori mandati al macero.
«Il settore floricolo sviluppa in Puglia una Produzione Lorda Vedibile di oltre 300 milioni di euro con un risvolto occupazione di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. Il risultato dell'emergenza con il blocco delle vendite è stato di quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di piante fiorite in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli, con un danno stimato a pari a 200 milioni di euro», afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Una situazione senza precedenti nella storia dell'Italia e della Puglia – evidenzia Coldiretti - dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio sono stati rinviati, addirittura al prossimo anno, quasi 60mila matrimoni, ai quali si aggiungono mancate cresime, comunioni, battesimi, eventi pubblici, fiere e assemblee, con la sospensione persino dei funerali e la chiusura dei cimiteri, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie anche ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
Una realtà produttiva imponente ed economicamente rilevante quella del florovivaismo in Puglia con il distretto in provincia Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, con realtà importanti anche a Foggia, che registra un danno incalcolabile con milioni di fiori e piante rimaste invendute.
Un vero e proprio tsunami per il settore florovivaistico al quale la pandemia ha creato problemi all'export con blocchi al confine e in dogana di tanti paesi Ue ed extra Ue, con ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stata la perdita di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia. A rischio c'è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare – ricorda la Coldiretti, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro.
Per salvare imprese e posti di lavoro sono necessari interventi urgenti e concreti su tutte le scadenze, fiscali e non, per la gestione dei dipendenti e l'accesso agli ammortizzatori sociali. La Coldiretti ha chiesto indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subiti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali per il 2020. Inoltre – evidenzia Coldiretti – vanno potenziate e allargate le misure previste per il Bonus Verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che – sottolinea la Coldiretti - ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Per aprire nuovi mercati – conclude Coldiretti - va finanziata la promozione del settore e dei consumi nazionali ed esteri per un vero rilancio di piante e fiori Made in Italy.
La crisi generata dal Covid 19 ha provocato il crollo del fatturato e stravolto i bilanci delle aziende, le opere floreali della durata di 24 ore per l'iniziativa "Ripartiamo con un fiore" rappresentano – sottolinea la Coldiretti – la richiesta di aiuto un settore strategico per l'economia, il lavoro e la qualità della vita messo a rischio prima dalla concorrenza sleale di importazioni dall'estero e adesso dal crollo delle vendite causato dalla pandemia con il record storico negativo di miliardi piante e fiori mandati al macero.
«Il settore floricolo sviluppa in Puglia una Produzione Lorda Vedibile di oltre 300 milioni di euro con un risvolto occupazione di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. Il risultato dell'emergenza con il blocco delle vendite è stato di quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di piante fiorite in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli, con un danno stimato a pari a 200 milioni di euro», afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Una situazione senza precedenti nella storia dell'Italia e della Puglia – evidenzia Coldiretti - dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio sono stati rinviati, addirittura al prossimo anno, quasi 60mila matrimoni, ai quali si aggiungono mancate cresime, comunioni, battesimi, eventi pubblici, fiere e assemblee, con la sospensione persino dei funerali e la chiusura dei cimiteri, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie anche ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
Una realtà produttiva imponente ed economicamente rilevante quella del florovivaismo in Puglia con il distretto in provincia Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, con realtà importanti anche a Foggia, che registra un danno incalcolabile con milioni di fiori e piante rimaste invendute.
Un vero e proprio tsunami per il settore florovivaistico al quale la pandemia ha creato problemi all'export con blocchi al confine e in dogana di tanti paesi Ue ed extra Ue, con ritardi e difficoltà nei trasporti e nella vendita. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stata la perdita di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia. A rischio c'è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare – ricorda la Coldiretti, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro.
Per salvare imprese e posti di lavoro sono necessari interventi urgenti e concreti su tutte le scadenze, fiscali e non, per la gestione dei dipendenti e l'accesso agli ammortizzatori sociali. La Coldiretti ha chiesto indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subiti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali per il 2020. Inoltre – evidenzia Coldiretti – vanno potenziate e allargate le misure previste per il Bonus Verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che – sottolinea la Coldiretti - ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Per aprire nuovi mercati – conclude Coldiretti - va finanziata la promozione del settore e dei consumi nazionali ed esteri per un vero rilancio di piante e fiori Made in Italy.