Se questa è una sagra
Effetti collaterali della sagra del fungo cardoncello a Ruvo
mercoledì 16 novembre 2016
8.12
E' passato qualche giorno dalla fine della sagra del fungo cardoncello e innanzitutto i complimenti sono doverosi. Alla Pro Loco, all'amministrazione comunale, a tutti coloro che si sono prodigati per dare vita a un evento che anche quest'anno, per due giorni, ha reso Ruvo capitale del folklore in tutto il nord barese. Non siamo tra quelli che amano criticare e basta, troppo facile. Sicché, vogliamo iniziare con riconoscere che la sagra del fungo cardoncello è un evento riuscito, un evento che sta crescendo, un evento corale, inserito un sistema più ampio che punta alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti. Bene così.
Tutto bene dunque? Non proprio. Le parole non possono rimanere solo parole. Valorizzare il territorio non può rimanere solo una frase fatta usata e abusata in questi casi, per pubblicizzare un evento. Valorizzare il territorio significa lavorare per costruire e dare un'identità culturale distintiva a un territorio, in questo caso a Ruvo. E le immagini dei rifiuti per strada non vanno certo in questa direzione.
Le cianfrusaglie di plastica, tovaglioli, bottiglie, residui di cene a base di funghi lasciati sull'asfalto alla bell'e meglio, non sono certo un'immagine che valorizza il territorio. Anzi, al contrario, restituiscono l'idea di un territorio sozzo, disordinato, impreparato e immaturo. Che idea pensate si sia fatta la coppia di Bergamo che l'altro ieri passeggiava per caso tra una bancarella di provolone e una di salumi?
Vien da chiedersi come sia possibile che dopo tanti anni di sagra non ci sia ancora chi abbia capito che durante quei due giorni di ressa dovrebbero essere allestiti i contenitori per i rifiuti ad ogni angolo del paese o istituito un servizio di raccolta e pulizia in tempo reale. In una città che sta imparando (con qualche fatica) la cultura della differenziata e del riciclo, quei rifiuti ammonticchiati per strada non sono certo una bella immagine di questa sagra, né rappresentano certo una bell'esempio da offrire ai cittadini.
Tutto bene dunque? Non proprio. Le parole non possono rimanere solo parole. Valorizzare il territorio non può rimanere solo una frase fatta usata e abusata in questi casi, per pubblicizzare un evento. Valorizzare il territorio significa lavorare per costruire e dare un'identità culturale distintiva a un territorio, in questo caso a Ruvo. E le immagini dei rifiuti per strada non vanno certo in questa direzione.
Le cianfrusaglie di plastica, tovaglioli, bottiglie, residui di cene a base di funghi lasciati sull'asfalto alla bell'e meglio, non sono certo un'immagine che valorizza il territorio. Anzi, al contrario, restituiscono l'idea di un territorio sozzo, disordinato, impreparato e immaturo. Che idea pensate si sia fatta la coppia di Bergamo che l'altro ieri passeggiava per caso tra una bancarella di provolone e una di salumi?
Vien da chiedersi come sia possibile che dopo tanti anni di sagra non ci sia ancora chi abbia capito che durante quei due giorni di ressa dovrebbero essere allestiti i contenitori per i rifiuti ad ogni angolo del paese o istituito un servizio di raccolta e pulizia in tempo reale. In una città che sta imparando (con qualche fatica) la cultura della differenziata e del riciclo, quei rifiuti ammonticchiati per strada non sono certo una bella immagine di questa sagra, né rappresentano certo una bell'esempio da offrire ai cittadini.