Scontro treni, Ferrotramviaria: doveva pensarci la Regione ai sistemi di sicurezza
La replica dell'azienda alle durissime affermazioni di Michele Emiliano
mercoledì 26 ottobre 2016
6.06
Non si fa attendere la replica di Ferrotramviaria dopo le pesanti affermazioni rilasciate ieri mattina da Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia, parlando con alcuni familiari della strage ferroviaria del 12 luglio scorso sulla tratta Andria-Corato, ha sostenuto in estrema sintesi che quella strage si sarebbe potuta evitare se solo la Ferrotramviaria (azienda che gestisce quel tratto a binario unico) non avesse deciso di rinviare - per ragioni meramente economiche, e mancando di prudenza - l'installazione degli adeguati sistemi di sicurezza (leggi qui l'articolo sulla presa di posizione di Emiliano).
Subito è arriva la replica da parte dei vertici dell'azienda. «Tutta l'infrastruttura gestita da Ferrotramviaria è di proprietà della Regione Puglia. I rapporti tra le parti sono regolati da un contratto di servizio nel quale è previsto che la sola attività di manutenzione spetti a Ferrotramviaria, la quale in quanto soggetto attuatore della Regione Puglia può solo provvedere all'esecuzione dei lavori, decisi dalla stessa Regione e con i fondi da essa stanziati. Quindi Ferrotramviaria non può decidere autonomamente sulla scelta delle opere da realizzare».
In altre parole, se è vero come è vero che il sistema Smtc non era installato da Ruvo fino a Barletta è perché nemmeno la Regione Puglia ha mai pensato di ordinarne l'impianto. «Del resto - continua Ferrotramviaria in una nota - la Regione Puglia era a conoscenza dell'evoluzione dei lavori in corso, come affermato in un comunicato stampa diffuso il 12 luglio scorso. Bisogna dare atto, comunque, alla Regione Puglia di avere investito oltre 80 milioni di euro sul sistema SCMT della propria rete ferroviaria e si appresta a investire almeno altri 150 milioni per attrezzare tutta la rete regionale, che si estende per oltre 700 km. È quindi difficile comprendere come si possa affermare che bastavano poche centinaia di migliaia di euro per eseguire detti lavori sulla rete gestita da Ferrotramviaria».
«Conveniamo - si legge ancora - quando si afferma che "esiste un principio nel nostro ordinamento che obbliga chi esercita attività pericolose ad adottare tutte le misure", misure che potevano essere adottate dalla Regione Puglia, proprietaria dell'infrastruttura, in accordo con l'USTIF (Ministero Infrastrutture e Trasporti). Infine, è appena il caso di ricordare che la Ferrotramviaria è presente sul territorio regionale dal 1937. E' stata la prima ferrovia nel Mezzogiorno d'Italia, nel 1965, a elettrificare la rete ed è stata sempre considerata un fiore all'occhiello dell'imprenditoria pugliese, anche dalla stessa Regione Puglia»
Subito è arriva la replica da parte dei vertici dell'azienda. «Tutta l'infrastruttura gestita da Ferrotramviaria è di proprietà della Regione Puglia. I rapporti tra le parti sono regolati da un contratto di servizio nel quale è previsto che la sola attività di manutenzione spetti a Ferrotramviaria, la quale in quanto soggetto attuatore della Regione Puglia può solo provvedere all'esecuzione dei lavori, decisi dalla stessa Regione e con i fondi da essa stanziati. Quindi Ferrotramviaria non può decidere autonomamente sulla scelta delle opere da realizzare».
In altre parole, se è vero come è vero che il sistema Smtc non era installato da Ruvo fino a Barletta è perché nemmeno la Regione Puglia ha mai pensato di ordinarne l'impianto. «Del resto - continua Ferrotramviaria in una nota - la Regione Puglia era a conoscenza dell'evoluzione dei lavori in corso, come affermato in un comunicato stampa diffuso il 12 luglio scorso. Bisogna dare atto, comunque, alla Regione Puglia di avere investito oltre 80 milioni di euro sul sistema SCMT della propria rete ferroviaria e si appresta a investire almeno altri 150 milioni per attrezzare tutta la rete regionale, che si estende per oltre 700 km. È quindi difficile comprendere come si possa affermare che bastavano poche centinaia di migliaia di euro per eseguire detti lavori sulla rete gestita da Ferrotramviaria».
«Conveniamo - si legge ancora - quando si afferma che "esiste un principio nel nostro ordinamento che obbliga chi esercita attività pericolose ad adottare tutte le misure", misure che potevano essere adottate dalla Regione Puglia, proprietaria dell'infrastruttura, in accordo con l'USTIF (Ministero Infrastrutture e Trasporti). Infine, è appena il caso di ricordare che la Ferrotramviaria è presente sul territorio regionale dal 1937. E' stata la prima ferrovia nel Mezzogiorno d'Italia, nel 1965, a elettrificare la rete ed è stata sempre considerata un fiore all'occhiello dell'imprenditoria pugliese, anche dalla stessa Regione Puglia»