Sciagura ferroviaria, i messaggi dei ruvesi

Sui social network un coro di solidarietà

venerdì 15 luglio 2016 7.37
A cura di Teresa Fiore
"Tra dieci minuti sono in stazione, vieni a prendermi". Queste le ultime parole pronunciate al cellulare a suo nonno da Antonio Summo, il quindicenne ruvese rimasto vittima della grande tragedia ferroviaria che ha colpito la Puglia. Parole e pensieri che fanno rabbrividire. Una giornata qualunque, un semplice e piccolo viaggio che si è trasformato in un inferno. È così che molti hanno definito l'accaduto, un vero e proprio inferno piombato nella quotidianità.
Ruvo sta piangendo il suo concittadino e tutte le altre vittime. Per le strade e nei negozi silenzio e grande dispiacere. Tanta la solidarietà dei ruvesi che in massa si sono recati presso gli ospedali per donare del sangue. Una solidarietà dimostrata anche con semplici parole e con piccoli messaggi sui social; tra le tante righe, le testimonianze di chi era su quel treno ma per fortuna è dovuto scendere prima, chi quel treno lo ha perso per qualche minuto di ritardo, chi viaggia ogni giorno.
"Quando pensi di tornare a casa sano e salvo dopo un lavoro o dopo un esame ed ecco che la vita la si perde così. Mi vengono solo i brividi a pensare che io ero su quel treno e magari accanto o di fronte a me avevo persone che ora non ci sono più.
Non so quale stella devo ringraziare per essere qui!

Un pensiero a quei sfortunati che ora sono Angeli in cielo." (Porzia)
"Stamattina non c'è quella musica assordante che tanto ci da fastidio eppure quanto vorrei ascoltarla adesso. Il treno è semi vuoto ed una voce ci comunica che il nostro viaggio terminerà a Corato. Due passi più in là c'è la strage, ma questo non c'è bisogno di dirlo. Tutto va avanti, procede come deve." (Silvia)

Questi alcuni pensieri che leggiamo scorrendo le bacheche dei social. Versi che fanno riflettere, che ci avvicinano ancora di più a quella che è la realtà. Eppure tutto va avanti, tutto procede come deve. La gente prega, spera ancora, si rifugia nella fede, continua i suoi viaggi in treno per sostenere un esame o per raggiungere il posto di lavoro, seppur accompagnati dal magone e da strane sensazioni. Non ci sono altre soluzioni, quei treni fanno parte della nostra vita.
"Il treno resterà sempre quel luogo dove un estraneo ti chiederà se sia libero il posto accanto te, e tu dirai - si, prego - e prenderai a condividere il viaggio con lui. Poi un vicino singolare riceverà una chiamata, risponderà incurante con voce alta e racconterà una storia imbarazzante forse all'amico dall'altra parte del telefono. Tu ascolterai, il tuo nuovo compagno di viaggio ascolterà, vi guarderete, sorriderete e vi sentirete già amici. Da quel momento in poi potreste iniziare a parlare l'uno della vita dell'altro, senza essere fuori luogo. Da quel momento vale.
È successo persino ieri a due persone, mentre tornavo a casa. Perché questa è la quotidianità, la normalità. Tutto il resto è una scheggia anomala ed ingiusta." (Ylenia)


Un gruppo di cittadini, ancora una volta attraverso i social, sta proponendo nelle ultime ore l'organizzazione di una fiaccolata o di un incontro di preghiera, per restare ancora più uniti, per confortare e per confortarsi, perché tutti sono stati colpiti da questa immensa tragedia. Ora più che mai il sangue dei pugliesi scorre unanime per una corsa verso la vita e verso la speranza.