Salvini ostenta il Rosario, il CDAL: «Inaccettabile strumentalizzazione della nostra fede»
Dura posizione della Consulta delle Aggregazioni laicali della diocesi
mercoledì 22 maggio 2019
18.38
Il direttivo della consulta delle Aggregazioni laicali della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi torna nuovamente a stigmatizzare la strumentalizzazione di simboli della religione cattolica a fini politici e lo fa con una dura nota nella quale invita «tutte le associazioni, i gruppi, i movimenti presenti in diocesi di invitare caldamente i propri referenti a livello nazionale e regionale a prendere posizione rispetto all'inaccettabile strumentalizzazione della nostra fede, perpetrata in questi giorni dal ministro dell'Interno e dalla sua formazione politica».
Il riferimento, seppur implicito, è all'ostentazione da parte del leader della Lega Matteo Salvini del Rosario in un pubblico comizio e alla scelta di nominare quali "protettori" della propria azione politica alcuni santi.
«Noi non abbiamo bisogno di agitare indegnamente segni e sbandierare simboli religiosi per spiegare cosa sia l'amore al prossimo. Non ci piace la pianificata confusione tra piano politico e religioso. Non ci piacciono le semplificazioni rozze e approssimative del Vangelo. La nostra identità di cristiani va salvaguardata nel rispetto profondo, non mercificata e svenduta in teatrini senza dignità, opacizzata da proclami evidentemente fasulli e contraddittori, giacché difendono la fede a discapito dell'umanità. È il momento di levare la voce, di dire con chiarezza, da cattolici laici, da che parte stiamo» ribattono gli aderenti alla consulta
Il riferimento, seppur implicito, è all'ostentazione da parte del leader della Lega Matteo Salvini del Rosario in un pubblico comizio e alla scelta di nominare quali "protettori" della propria azione politica alcuni santi.
«Noi non abbiamo bisogno di agitare indegnamente segni e sbandierare simboli religiosi per spiegare cosa sia l'amore al prossimo. Non ci piace la pianificata confusione tra piano politico e religioso. Non ci piacciono le semplificazioni rozze e approssimative del Vangelo. La nostra identità di cristiani va salvaguardata nel rispetto profondo, non mercificata e svenduta in teatrini senza dignità, opacizzata da proclami evidentemente fasulli e contraddittori, giacché difendono la fede a discapito dell'umanità. È il momento di levare la voce, di dire con chiarezza, da cattolici laici, da che parte stiamo» ribattono gli aderenti alla consulta