Ruvo senza automedica, Rifondazione: «Ennesimo atto dello smantellamento del sistema sanitario»
Dal 1 agosto non è garantito il servizio
martedì 4 agosto 2020
14.39
Dal 1 agosto a Ruvo di Puglia non sarà più garantito il servizio di automedica e questa carenza si avvertirà per tutto il mese di agosto.
Difficile ora capire cosa potrebbe succedere in un paese certamente non piccolo in cui viene meno anche questo sostegno sanitario.
Sull'argomento è intervenuta la sezione locale di Rifondazione Comunista che ha stigmatizzato la decisione dell'azienda sanitaria.
«Tale decisione, se confermata, appare del tutto incomprensibile e grave. Una scelta che ricadrebbe su di un territorio che negli anni è stato penalizzato (ospedale chiuso e servizi spostati o ridotti al minimo) con gravi conseguenze sul piano sociale ed economico, sia dal punto di vista occupazionale, sia considerando tutti i cittadini costretti a curarsi anche fuori regione. Non possiamo tollerare questo ulteriore disservizio» afferma Pierdomenico Di Terlizzi.
«L'automedica esegue quotidianamente interventi in città, nei comuni limitrofi ed eliminare o ridurre tale servizio significherebbe mettere a repentaglio la vita delle persone e questo è un prezzo che non possiamo pagare, nè tutto questo può essere giustificato da ipotetiche problematiche inerenti la mancanza di personale medico. Questo territorio non può vedere sacrificato un servizio che stante le peculiarità territoriali è essenziale. Ancora una volta, i ruvesi, con alle orecchie la perenne promessa della nascita dell'Ospedale Unico del Nord Barese in un futuro ipotetico più o meno remoto, devono confrontarsi invece con la dura realtà dei fatti, che sono effetto dei memorabili tagli alla sanità di cui la giunta uscente di centro-sinistra di Emiliano è stata protagonista. Un sistema sanitario regionale che fa acqua e che non può essere il futuro, se a maggior ragione si prendono come modelli di riferimento sistemi come quello lombardo. La Puglia e l'Italia intera hanno bisogno che il sistema sanitario pubblico, che per decenni è stato da esempio in tutto il mondo, torni ad essere a servizio del popolo e non vittima di tagli da decine di miliardi di euro, finanziamenti ai grandi gruppi della sanità privata e regionalizzazioni» continua il coordinatore del partito.
E conclude invocando l'intervento del sindaco: «Contro questo modo di vedere la sanità e il benessere di tutti noi, saremo sempre in strada a lottare per la salute come diritto universale assicurato a tutti e tutte a prescindere dalla condizione economica e sociale. Chiediamo al sindaco di intervenire affinché questa ingiusta decisione venga immediatamente sospesa e che comunque non costituisca un preludio per il definitivo spostamento del mezzo. Esigiamo che il servizio continui ad essere fruito con gli standard attuali».
Difficile ora capire cosa potrebbe succedere in un paese certamente non piccolo in cui viene meno anche questo sostegno sanitario.
Sull'argomento è intervenuta la sezione locale di Rifondazione Comunista che ha stigmatizzato la decisione dell'azienda sanitaria.
«Tale decisione, se confermata, appare del tutto incomprensibile e grave. Una scelta che ricadrebbe su di un territorio che negli anni è stato penalizzato (ospedale chiuso e servizi spostati o ridotti al minimo) con gravi conseguenze sul piano sociale ed economico, sia dal punto di vista occupazionale, sia considerando tutti i cittadini costretti a curarsi anche fuori regione. Non possiamo tollerare questo ulteriore disservizio» afferma Pierdomenico Di Terlizzi.
«L'automedica esegue quotidianamente interventi in città, nei comuni limitrofi ed eliminare o ridurre tale servizio significherebbe mettere a repentaglio la vita delle persone e questo è un prezzo che non possiamo pagare, nè tutto questo può essere giustificato da ipotetiche problematiche inerenti la mancanza di personale medico. Questo territorio non può vedere sacrificato un servizio che stante le peculiarità territoriali è essenziale. Ancora una volta, i ruvesi, con alle orecchie la perenne promessa della nascita dell'Ospedale Unico del Nord Barese in un futuro ipotetico più o meno remoto, devono confrontarsi invece con la dura realtà dei fatti, che sono effetto dei memorabili tagli alla sanità di cui la giunta uscente di centro-sinistra di Emiliano è stata protagonista. Un sistema sanitario regionale che fa acqua e che non può essere il futuro, se a maggior ragione si prendono come modelli di riferimento sistemi come quello lombardo. La Puglia e l'Italia intera hanno bisogno che il sistema sanitario pubblico, che per decenni è stato da esempio in tutto il mondo, torni ad essere a servizio del popolo e non vittima di tagli da decine di miliardi di euro, finanziamenti ai grandi gruppi della sanità privata e regionalizzazioni» continua il coordinatore del partito.
E conclude invocando l'intervento del sindaco: «Contro questo modo di vedere la sanità e il benessere di tutti noi, saremo sempre in strada a lottare per la salute come diritto universale assicurato a tutti e tutte a prescindere dalla condizione economica e sociale. Chiediamo al sindaco di intervenire affinché questa ingiusta decisione venga immediatamente sospesa e che comunque non costituisca un preludio per il definitivo spostamento del mezzo. Esigiamo che il servizio continui ad essere fruito con gli standard attuali».