Ruvo riscopre suor Amalia Di Rella, la suora delle stigmate

Il sogno è quello di avviare la causa di canonizzazione e beatificazione della religiosa

venerdì 5 maggio 2023
Si terrà il prossimo lunedì 29 maggio, alle ore 18,30 alle ore 21.00, nella sala conferenze di Palazzo Caputi, il convegno sulla figura di suor Amalia Di Rella, mistica e religiosa ruvese. L'evento è organizzato dall'associazione "Volto Santo" con sede nella chiesa Purgatorio di Ruvo di Puglia con il patrocinio del Comune di Ruvo.

L'intento del convegno è quello di promuovere e diffondere la figura di Amalia Di Rella, fondatrice dell'associazione Volto Santo per avviare un percorso verso una sua eventuale causa di canonizzazione e beatificazione.

Suor Amalia Di Rella nacque a Ruvo nel 1934. Dopo la pubertà subisce diverse malattie, alcune definite anche inspiegabili dalla scienza medica, e inizia la testimonianza di visioni di Gesù e altre figure religiose come Padre Pio e Padre Domenico da Cese sua guida spirituale. Guarisce improvvisamente da tutte le malattie mentre si trovava dinanzi al "Volto Santo" di Manoppello, un importante santuario in Abruzzo meta di pellegrini provenienti dall'Italia e da tutte le parti del mondo.
Le testimonianze di chi l'ha conosciuta raccontano di stigmate alle mani e ai piedi, la ferita sul costato e una piaga sulla fronte a forma di corone di spine e la lacerazione alla caviglia sinistra dove Cristo su incatenato agli altri due ladroni mentre saliva il Calvario. Suor Amalia pare sia l'unica ad aver ricevuta quest'ultima ferita.

Nei primi anni Settanta fonda l'associazione "Volto Santo" di Manoppello; nel 1976 prende i voti, mentre nel 1981 pronuncia i voti perpetui, sotto monsignor Grazia, vescovo dell'allora diocesi di Bitonto-Ruvo, nella chiesa del Purgatorio a Ruvo. Nel 1986 fonda l'ordine delle suore diocesane denominato "Discepole del Volto Santo" sotto la guida di don Tonino Bello.

"La sua vita e le sue opere - scrive Nunzia De Astis, presidente dell'associazione Volto Santo di Ruvo - non hanno un aspetto solo religioso, ma una correlazione culturale con la nostra gente del popolo, con le nostre tradizioni e con la nostra storia cittadina".