"Ruvo contro la violenza", l'esempio di Cinzia Cantatore
Una giovane ragazza ha creato una pagina su Facebook per far sentire la ribellione della gente
martedì 7 marzo 2017
7.15
La piena è passata, il fiume dei fatti accaduti nei giorni scorsi, tra l'aggressione al dirigente dell'ufficio tecnico Aldo Gramegna e l'incendio alla casa di campagna del sindaco Pasquale Chieco, ha travolto tutti, istituzioni e opinione pubblica. A distanza di qualche giorno lo choc è passato, ma resta grossa la portata di inquietudine dei fatti, così come importanti sono gli effetti post mediatici che si sono arenati su Ruvo.
Ha ragione, il sindaco Chieco: la coincidenza tra quanto successo a Ruvo e i fatti di San Severo, dove si è verificato un altro attacco alle istituzioni questa volta con colpi di armi da fuoco contro le auto della polizia, nelle ultime ore ha messo l'immagine di Ruvo al fianco di quella della città del foggiano alle prese con vere e proprie bande organizzate criminali, rapine all'ordine del giorno, estorsioni e sparatorie.
Del resto, era prevedibile che la politica accostasse i due fatti e le due città. Non a caso il governatore Emiliano ha chiesto un rafforzamento delle forze di polizia in Puglia, e lo stesso hanno fatto altri, citando proprio San Severo e Ruvo.
È un danno d'immagine temendo per Ruvo. Ed è un bene che anche la società civile stia prontamente reagendo. Un esempio simbolo di questa ribellione popolare, se così possiamo chiamarla, è Cinzia Cantatore, una giovanissima ragazza, che al netto della solidarietà di rito espressa in questi ultimi giorni dal mondo politico e delle istituzioni, ha inteso far sentire la voce della gente. Si è fatta megafono di quella voce e ha creato un gruppo su Facebook - Ruvo against violence, Ruvo contro la violenza - che ha l'obiettivo di far sentire il "no" della città di Ruvo, direttamente dalla bocca o dalla penna dei cittadini.
Una manifestazione virtuale contro la violenza autenticamente «dal basso», come va di moda dire adesso. Una manifestazione organizzata direttamente dalla gente, senza i rituali e le liturgie della politica. «Dopo l'aggressione al direttore dell'ufficio tecnico comunale - così presenta la sua idea la stessa Cinzia Cantatore - dopo l'incendio doloso della casa di famiglia del sindaco è ora di fermare tutto e di farci sentire da chi usa la violenza, l'intimidazione, l'attacco per affermare l'illegalità contro la pace e la giustizia». La ragazza si sta attivando anche per promuovere un presidio popolare spontaneo «contro tutte le forme di violenza e per affermare il rispetto e il dialogo».
Ecco, questi sono i migliori argini che una comunità possa alzare per proteggere la propria città ed impedire che la violenza straripi ancora.
Su Facebook la pagina "Ruvo against violence" si trova collegandosi al seguente link (clicca qui)
Ha ragione, il sindaco Chieco: la coincidenza tra quanto successo a Ruvo e i fatti di San Severo, dove si è verificato un altro attacco alle istituzioni questa volta con colpi di armi da fuoco contro le auto della polizia, nelle ultime ore ha messo l'immagine di Ruvo al fianco di quella della città del foggiano alle prese con vere e proprie bande organizzate criminali, rapine all'ordine del giorno, estorsioni e sparatorie.
Del resto, era prevedibile che la politica accostasse i due fatti e le due città. Non a caso il governatore Emiliano ha chiesto un rafforzamento delle forze di polizia in Puglia, e lo stesso hanno fatto altri, citando proprio San Severo e Ruvo.
È un danno d'immagine temendo per Ruvo. Ed è un bene che anche la società civile stia prontamente reagendo. Un esempio simbolo di questa ribellione popolare, se così possiamo chiamarla, è Cinzia Cantatore, una giovanissima ragazza, che al netto della solidarietà di rito espressa in questi ultimi giorni dal mondo politico e delle istituzioni, ha inteso far sentire la voce della gente. Si è fatta megafono di quella voce e ha creato un gruppo su Facebook - Ruvo against violence, Ruvo contro la violenza - che ha l'obiettivo di far sentire il "no" della città di Ruvo, direttamente dalla bocca o dalla penna dei cittadini.
Una manifestazione virtuale contro la violenza autenticamente «dal basso», come va di moda dire adesso. Una manifestazione organizzata direttamente dalla gente, senza i rituali e le liturgie della politica. «Dopo l'aggressione al direttore dell'ufficio tecnico comunale - così presenta la sua idea la stessa Cinzia Cantatore - dopo l'incendio doloso della casa di famiglia del sindaco è ora di fermare tutto e di farci sentire da chi usa la violenza, l'intimidazione, l'attacco per affermare l'illegalità contro la pace e la giustizia». La ragazza si sta attivando anche per promuovere un presidio popolare spontaneo «contro tutte le forme di violenza e per affermare il rispetto e il dialogo».
Ecco, questi sono i migliori argini che una comunità possa alzare per proteggere la propria città ed impedire che la violenza straripi ancora.
Su Facebook la pagina "Ruvo against violence" si trova collegandosi al seguente link (clicca qui)