Riscoprire la memoria sonora con Livio Minafra e il rinascimento musicale di Marino Pellegrini
Un viaggio nelle radici della musica popolare pugliese attraverso il progetto “Lost Tapes Vol. 19”
lunedì 3 febbraio 2025
Ruvo di Puglia si fa custode della memoria musicale di uno dei suoi più straordinari talenti dimenticati: il barbiere e compositore Marino Pellegrini. Grazie all'opera di ricerca e valorizzazione di Livio Minafra, il pianista e musicologo pugliese, la tradizione musicale orale di Pellegrini torna a risuonare con nuova linfa attraverso il diciannovesimo volume della prestigiosa collana "Lost Tapes".
Conosciuto affettuosamente come "Mest're Manundè", Marino Pellegrini (1888-1961) non fu un semplice barbiere, ma un vero e proprio punto di riferimento per la scena musicale popolare del suo tempo. La sua bottega divenne un crocevia di suoni, incontri e improvvisazioni, un sancta sanctorum per musicisti e appassionati. Privo di una formazione accademica e incapace di annotare la propria musica, Pellegrini riuscì tuttavia a trasmettere il suo repertorio in maniera orale, creando melodie affascinanti che rispecchiano l'anima più autentica della Puglia.
Livio Minafra, con la dedizione di un archeologo della memoria sonora, ha meticolosamente trascritto e reinterpretato queste composizioni, restituendole al pubblico in un'inedita veste contemporanea. "Lost Tapes Vol. 19" raccoglie nove brani emblematici: cinque valzer, due marce, una polka e il suggestivo "La risata del sassofono". Melodie che, intrise di nostalgia e vitalità, sono testimoni di un'epoca in cui la musica era il centro delle celebrazioni e delle relazioni sociali.
A impreziosire il progetto, la partecipazione di un parterre di talentuosi musicisti, tra cui Enzo De Leo, Michele Tempesta, Alessandro Pipino, Antonio Biancolillo, Paolo Montanuri, Nico Marziale, Claudio De Leo, Franco Sette e i Magnifici. Distribuito dall'etichetta Angapp Music, il disco è disponibile su tutte le piattaforme digitali, per offrire agli ascoltatori l'opportunità di immergersi in un patrimonio sonoro riscoperto.
Con "Lost Tapes", Livio Minafra si conferma un interprete d'eccezione, ma anche custode e divulgatore di una cultura musicale che rischiava di perdersi nel silenzio. Il recupero delle opere di Pellegrini è un omaggio a un artista dimenticato e un atto d'amore verso la musica come forma di identità e appartenenza, un ponte tra passato e futuro che continua a vibrare nell'anima di chi ascolta.
Conosciuto affettuosamente come "Mest're Manundè", Marino Pellegrini (1888-1961) non fu un semplice barbiere, ma un vero e proprio punto di riferimento per la scena musicale popolare del suo tempo. La sua bottega divenne un crocevia di suoni, incontri e improvvisazioni, un sancta sanctorum per musicisti e appassionati. Privo di una formazione accademica e incapace di annotare la propria musica, Pellegrini riuscì tuttavia a trasmettere il suo repertorio in maniera orale, creando melodie affascinanti che rispecchiano l'anima più autentica della Puglia.
Livio Minafra, con la dedizione di un archeologo della memoria sonora, ha meticolosamente trascritto e reinterpretato queste composizioni, restituendole al pubblico in un'inedita veste contemporanea. "Lost Tapes Vol. 19" raccoglie nove brani emblematici: cinque valzer, due marce, una polka e il suggestivo "La risata del sassofono". Melodie che, intrise di nostalgia e vitalità, sono testimoni di un'epoca in cui la musica era il centro delle celebrazioni e delle relazioni sociali.
A impreziosire il progetto, la partecipazione di un parterre di talentuosi musicisti, tra cui Enzo De Leo, Michele Tempesta, Alessandro Pipino, Antonio Biancolillo, Paolo Montanuri, Nico Marziale, Claudio De Leo, Franco Sette e i Magnifici. Distribuito dall'etichetta Angapp Music, il disco è disponibile su tutte le piattaforme digitali, per offrire agli ascoltatori l'opportunità di immergersi in un patrimonio sonoro riscoperto.
Con "Lost Tapes", Livio Minafra si conferma un interprete d'eccezione, ma anche custode e divulgatore di una cultura musicale che rischiava di perdersi nel silenzio. Il recupero delle opere di Pellegrini è un omaggio a un artista dimenticato e un atto d'amore verso la musica come forma di identità e appartenenza, un ponte tra passato e futuro che continua a vibrare nell'anima di chi ascolta.