Quando l'acqua del fiume Sele arrivò per la prima volta a Ruvo
(FOTO) Presentazione del libro di D'Ingeo “All’àcque, all’àcque…”
giovedì 30 giugno 2016
7.59
Nella splendida cornice della Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Ruvo di Puglia, che ospita numerose opere del maestro Domenico Cantatore, si è tenuta la presentazione della nuova fatica editoriale di Michele D'Ingeo. Durante la serata è riecheggiato diverse volte proprio il nome del noto pittore ruvese che, in un libro, ha raccontato l'arrivo dell'acqua a Ruvo, visto con i suoi occhi e con le sue emozioni da bambino.
L'evento è stato introdotto dal presidente della Pro Loco di Ruvo, Rocco Lauciello, da qualche giorno anche presidente regionale UNPLI, che ha messo in risalto il continuo ruolo della Pro Loco nel diffondere la storia locale per stimolare, nelle giovani generazioni, l'importanza del passato. Obiettivo raggiunto anche stavolta con questa raccolta di documenti e testimonianze sull'arrivo dell'acqua a Ruvo di Puglia.
I diversi interventi, moderati dalla professoressa Mariella Afronio, hanno avuto inizio con un'interessante contributo dello storico ruvese Cleto Bucci, console regionale Touring Club, che, con la sua solita verve, ha affascinato i presenti. Tra le curiosità alcune citazioni di Orazio, in cui parlava dell'acqua nelle nostre terre, e il racconto di particolari processioni propiziatorie tenute nei periodi di siccità.
La dottoressa Daniela Daloiso, dirigente Biblioteca e Comunicazione del Consiglio Regionale della Puglia, nel sottolineare l'importanza del connubio acqua e ambiente, ha ribadito l'appoggio della Biblioteca del Consiglio Regionale a iniziative di questa caratura poiché la nostra è una Regione povera di acqua ed è quindi necessario capirne l'importanza per non sprecarla.
Interessante l'intervento del dottor Vito Palumbo, responsabile comunicazione AQP, che ha esordito definendo l'autore del libro come un matto. Un matto non in senso letterale, ma per la capacità di costruire e riscoprire verità che spesso nessuno ha il coraggio di sollevare. Palumbo ha anche fatto notare la coincidenza di due momenti fondamentali nello stesso periodo della storia: la morte, rappresentata dalla costruzione di monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra, e la vita, raffigurata attraverso lo sgorgare dell'acqua dalle prime fontanine. Non è un caso che queste abbiano le fattezze di colonnine, elemento presente nell'architettura di tutti i tempi e che rappresenta la massima aspirazione dell'uomo: elevarsi e raggiungere la vittoria e il successo.
L'eclettico intervento di Palumbo è stato seguito dal fulcro della serata, il breve escursus tra le pagine del volume, guidato dall'autore stesso. Dopo tante peripezie, tra archivi spoliati e notizie inesatte o parziali, la storica data dell'arrivo dell'acqua nel nostro paese è stata desunta da un articolo di un quotidiano in cui vi era riportato che il 25 Maggio 1918 l'acqua del Sele raggiunse Ruvo, anche se inadeguata all'alimentazione e adatta ai soli "usi bassi". In conclusione dell'intervento, un ricordo applauditissimo di Raffaele Ruta e di Nicola Stragapede, figure chiave nella formazione di D'Ingeo, che hanno ispirato questo lavoro inedito, posto come un punto di partenza per futuri studi sul tema.
Gli ultimi momenti della serata sono stati affidati ai bellissimi versi in vernacolo di Pietro Stragapede e alle parole del nuovo Sindaco Pasquale Chieco che ha affermato la necessità di continuare a difendere l'Acquedotto Pugliese e l'acqua, bene indispensabile che deve inevitabilmente restare pubblica.
Una serata questa che ha lasciato un segno nei presenti, i quali certamente guarderanno ora alle fontanine con uno sguardo diverso, perché, come emerso dagli interventi, anch'esse hanno un'anima.
L'evento è stato introdotto dal presidente della Pro Loco di Ruvo, Rocco Lauciello, da qualche giorno anche presidente regionale UNPLI, che ha messo in risalto il continuo ruolo della Pro Loco nel diffondere la storia locale per stimolare, nelle giovani generazioni, l'importanza del passato. Obiettivo raggiunto anche stavolta con questa raccolta di documenti e testimonianze sull'arrivo dell'acqua a Ruvo di Puglia.
I diversi interventi, moderati dalla professoressa Mariella Afronio, hanno avuto inizio con un'interessante contributo dello storico ruvese Cleto Bucci, console regionale Touring Club, che, con la sua solita verve, ha affascinato i presenti. Tra le curiosità alcune citazioni di Orazio, in cui parlava dell'acqua nelle nostre terre, e il racconto di particolari processioni propiziatorie tenute nei periodi di siccità.
La dottoressa Daniela Daloiso, dirigente Biblioteca e Comunicazione del Consiglio Regionale della Puglia, nel sottolineare l'importanza del connubio acqua e ambiente, ha ribadito l'appoggio della Biblioteca del Consiglio Regionale a iniziative di questa caratura poiché la nostra è una Regione povera di acqua ed è quindi necessario capirne l'importanza per non sprecarla.
Interessante l'intervento del dottor Vito Palumbo, responsabile comunicazione AQP, che ha esordito definendo l'autore del libro come un matto. Un matto non in senso letterale, ma per la capacità di costruire e riscoprire verità che spesso nessuno ha il coraggio di sollevare. Palumbo ha anche fatto notare la coincidenza di due momenti fondamentali nello stesso periodo della storia: la morte, rappresentata dalla costruzione di monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra, e la vita, raffigurata attraverso lo sgorgare dell'acqua dalle prime fontanine. Non è un caso che queste abbiano le fattezze di colonnine, elemento presente nell'architettura di tutti i tempi e che rappresenta la massima aspirazione dell'uomo: elevarsi e raggiungere la vittoria e il successo.
L'eclettico intervento di Palumbo è stato seguito dal fulcro della serata, il breve escursus tra le pagine del volume, guidato dall'autore stesso. Dopo tante peripezie, tra archivi spoliati e notizie inesatte o parziali, la storica data dell'arrivo dell'acqua nel nostro paese è stata desunta da un articolo di un quotidiano in cui vi era riportato che il 25 Maggio 1918 l'acqua del Sele raggiunse Ruvo, anche se inadeguata all'alimentazione e adatta ai soli "usi bassi". In conclusione dell'intervento, un ricordo applauditissimo di Raffaele Ruta e di Nicola Stragapede, figure chiave nella formazione di D'Ingeo, che hanno ispirato questo lavoro inedito, posto come un punto di partenza per futuri studi sul tema.
Gli ultimi momenti della serata sono stati affidati ai bellissimi versi in vernacolo di Pietro Stragapede e alle parole del nuovo Sindaco Pasquale Chieco che ha affermato la necessità di continuare a difendere l'Acquedotto Pugliese e l'acqua, bene indispensabile che deve inevitabilmente restare pubblica.
Una serata questa che ha lasciato un segno nei presenti, i quali certamente guarderanno ora alle fontanine con uno sguardo diverso, perché, come emerso dagli interventi, anch'esse hanno un'anima.