PUG, il Partito Democratico: «Atto illegittimo»

Dura critica all'amministrazione: «spot pubblicitari che raccontano di un paese che non c’è»

sabato 9 marzo 2019 16.01
Si continua ancora a parlare della famigerata osservazione 50 al Piano Urbanistico Generale che, oltre ad aver creato alcune tensioni nell'opposizione, ha scatenato l'ira della segreteria del Partito Democratico di Ruvo di Puglia che prende nettamente le distanze dall'atteggiamento dell'amministrazione comunale.

In più occasioni il PD si era reso protagonista di una battaglia a distanza con l'amministrazione del suo stesso colore, contestando persino il percorso preliminare all'approvazione dei punti. Oggi, a distanza di diversi giorni dal passaggio in consiglio comunale, il PD rilascia un manifesto molto duro ed analitico sulla propria posizione.

Di seguito il testo


Non è più tempo di propaganda elettorale fatta con spot pubblicitari che raccontano di un paese che non c'è.
La maggioranza, che si è in poche ore lacerata e subito ricomposta, approva con un colpo di mano di un pomeriggio di febbraio un emendamento che prendendo a pretesto e interpretando l'osservazione n.50, elimina una parte sostanziale della programmazione territoriale (PUG) già adottata, un percorso di ascolto, di analisi e di partecipazione durato più di otto anni.
Il manifesto che ne è seguito, continua a fare una narrazione superficiale senza spiegare, a tre anni dall'adozione del PUG, qual è il vero disegno. Si assiste a cancellazioni random di pezzi di piano senza uno straccio di progetto che a loro dire è ancora da individuare, e in divenire.
Non si chiarisce che: Infine, nel programma elettorale sottoscritto anche dal PD, questo non era scritto. Non era scritto che si sarebbe tornati indietro sulle decisioni e i percorsi già conclusi, che ci sarebbe voluto molto tempo e tanta indecisione nel farlo, alimentando un quadro di staticità e portando quindi i cittadini a sentirsi traditi e perdere fiducia nell'amministrazione che si era scelta.
Questo è chiaramente un atto illegittimo che, arrivato in questa fase del percorso amministrativo, si connota come una inversione procedimentale, un aggravamento che la legge non consente.
Ed evidenzia una modalità di programmazione trattata come il gioco delle figurine, io do una cosa a te e tu dai una cosa a me, che non è accettabile.
Il percorso del PUG, a partire dall'atto di indirizzo, va riproposto alla città che deve essere portata a conoscenza delle scelte che si vogliono operare. C'è un vulnus che non può essere sottaciuto .
E, dopo tutto questo, sarebbe il caso di porre una domanda anche alla Corte dei Conti sullo speco di denaro pubblico, parecchie centinaia di migliaia di euro già spesi e sulle conseguenze dei maggiori costi ancora da sostenere e dei tempi lunghi da impiegare, per iniziare un nuovo procedimento che con chiarezza va dichiarato e adottato. Ma per quale progetto di paese?