Protesta degli edili, Ruvo Democratica sostiene l'iniziativa

Il Comitato civico: «Necessario far sentire l'allarme e chiedere interventi attuativi al Governo»

giovedì 28 maggio 2020 17.00
Anche Ruvo Democratica si unisce al dibattito politico seguito dalla nota diffusa ieri da Rifondazione Comunista in merito all'iniziativa degli imprenditori del mondo edile di scendere in piazza nella giornata di domani per manifestare il proprio dissenso in merito all'accordo tra governo, Ance e Inail di classificare come infortunio sul lavoro un eventuale contagio al coronavirus dei dipendenti.

Dopo Forza Italia, che ha contestato le affermazioni del partito di sinistra, Ruvo Democratica esprime il suo sostegno alla manifestazione con nota qui di seguito riportata integralmente.

"Il Comitato civico Ruvo Democratica plaude all'iniziativa intrapresa dagli imprenditori edili, con il sostegno di tutti i settori produttivi affini, per chiedere al governo che si espliciti a livello normativo la indicazione contenuta nel decreto "Cura Italia".

Il mondo delle imprese, in particolar modo le PMI, teme che l'aver equiparato il contagio da covid 19 a infortunio sul lavoro possa comportare il coinvolgimento d'ufficio del datore di lavoro in un procedimento penale.

Le aziende già stremate per il fermo dell'attività di tre mesi, gravati dai tanti adempimenti per garantire la sicurezza secondo le linee guida anti covid, sfiduciati per mancanza della liquidità tanto promessa e mai arrivata, si vedono costretti anche a prendersi responsabilità per eventualità che non sono in grado di prevedere e di controllare.

Il momento è drammatico e la presa di coscienza deve essere condivisa e sostenuta: non si può non vedere che le categorie più penalizzate da questa pandemia sono proprio le piccole e medie imprese e i lavoratori autonomi che costituiscono il nerbo dell'economia, soprattutto locale. Aziende che vivono dalla loro attività quotidiana e che sono state quasi dimenticate nella distribuzione degli aiuti.

È necessario far sentire l'allarme che viene dai territorio, dalle comunità locali, dall'esperienza quotidiana delle tante piccole e medie imprese e dai tanti lavoratori e lavoratrici autonomi che chiedono, oggi più che mai, un radicale cambiamento nella consapevolezza che se non si creano le condizioni perché si generi lavoro e si restituisca fiducia a chi fa impresa, non si può distribuire una tanto declamata ricchezza che non c'è".