Processo disastro ferroviario, ascoltati due ferrovieri come testimoni
Si torna in aula il prossimo 13 novembre
giovedì 7 novembre 2019
10.36
Il processo sul disastro ferroviario delle vecchia "Bari Nord" è proseguito ieri mattina nell'aula bunker del carcere di Trani con l'escussione di altri testimoni indicati dalla Procura.
Tra essi un operatore di manovra ed un capotreno, entrambi in servizio quella drammatica mattina del 12 luglio 2016 quando nella tratta Andria-Corato 23 persone persero la vita 23 persone ed altri 51 rimasero ferite.
Il capotreno, ora in pensione, era in servizio sul convoglio partito da Bari e giunto a Ruvo di Puglia alle 10,11. L'ex ferroviere ha parlato della caratteristiche della linea a doppio binario solo da Bari a Ruvo e soprattutto del cospicuo aumento del numero dei convogli avutosi negli anni: dai 40 al giorno degli anni '80 ai 180 del 2016.
Il capotreno ha evidenziato anche la carenza di corsi di aggiornamento professionale ed ha riferito sul cosiddetto sistema del blocco telefonico adoperato nella tratta dell'incidente e rimasto sostanzialmente immutato durante gli anni del suo servizio.
Nel corso della deposizione ha parlato anche dell'assenza di campo per i cellulari proprio nella tratta del tragico scontro frontale tra i due treni: fatto, che a suo dire, era noto a tutti e dunque anche ai vertici di Ferrotramviaria.
Si torna in aula, davanti al Tribunale collegiale di Trani, il 13 novembre con l'escussione di altri 5 testi indicati dalla Procura tra la corposa lista dei 110.
Tra essi un operatore di manovra ed un capotreno, entrambi in servizio quella drammatica mattina del 12 luglio 2016 quando nella tratta Andria-Corato 23 persone persero la vita 23 persone ed altri 51 rimasero ferite.
Il capotreno, ora in pensione, era in servizio sul convoglio partito da Bari e giunto a Ruvo di Puglia alle 10,11. L'ex ferroviere ha parlato della caratteristiche della linea a doppio binario solo da Bari a Ruvo e soprattutto del cospicuo aumento del numero dei convogli avutosi negli anni: dai 40 al giorno degli anni '80 ai 180 del 2016.
Il capotreno ha evidenziato anche la carenza di corsi di aggiornamento professionale ed ha riferito sul cosiddetto sistema del blocco telefonico adoperato nella tratta dell'incidente e rimasto sostanzialmente immutato durante gli anni del suo servizio.
Nel corso della deposizione ha parlato anche dell'assenza di campo per i cellulari proprio nella tratta del tragico scontro frontale tra i due treni: fatto, che a suo dire, era noto a tutti e dunque anche ai vertici di Ferrotramviaria.
Si torna in aula, davanti al Tribunale collegiale di Trani, il 13 novembre con l'escussione di altri 5 testi indicati dalla Procura tra la corposa lista dei 110.