Potere al popolo in piazza per ringraziare gli elettori
«Risultato non entusiasmante ma dignitoso»
venerdì 9 marzo 2018
Sabato 10 marzo alle ore 19.30 su corso Cavour "Potere al Popolo" ringrazierà pubblicamente i propri elettori.
«I 200 voti ruvesi e l'1,1% nazionale sono un risultato sicuramente non entusiasmante ma dignitoso. In soli tre mesi e mezzo siamo riusciti a convincere centinaia di migliaia di persone. Partendo dal nulla, senza soldi, senza contatti e quasi totalmente assenti in televisione. Ancora oggi il simbolo, il nome, il programma di Potere al popolo è sconosciuto alla stragrande maggioranza degli elettori.
Fatto il primo passo, riaggregare e lottare gomito a gomito, ora tocca fare il secondo: continuare, strutturare. Perché in tre mesi e mezzo siamo passati dall'essere collettivi sparsi, comitati, associazioni, partiti, a un embrione di organizzazione fatto da 10.000 militanti e conosciuto da qualche milione» si legge nel comunicato stampa diffuso dalla forza politica.
«Serve ricostruire una sinistra che sia radicale, radicata nei territori e popolare. Queste elezioni sanciscono la fine del centro-sinistra: chi ha votato il Jobs Act, lo sblocca-Italia, il salva-banche, chi ha legalizzato la precarizzazione del mercato del lavoro, le esternalizzazioni, le privatizzazioni e aumentato le spese militari, chi ha innalzato l'età pensionabile, cancellato l'articolo 18 e continuato imperterrito nel taglio dello stato sociale (scuola, sanità, trasporti) è stato obiettivamente spazzato via dal voto anti-sistema, verso coloro che sono percepiti dagli elettori come tali anche se poi, quando hanno l'opportunità di governare, fanno politiche in perfetta continuità con quelle del sistema che si dice di voler scalzare e combattere» Questi gli intenti della sigla politica.
E per concludere. «Lo scenario politico e sociale che si profila è uno scenario instabile, che quindi apre possibilità. Ma la lezione di questi 10 anni di crisi è che l'instabilità non si rende produttiva se non si ha radicamento sul territorio, prospettiva e organizzazione. Ora tocca lavorare come si è fatto in questi due mesi per riuscire in breve tempo a dare maggiore unità e forza ai nostri nodi territoriali, aumentare il livello di analisi e di dibattito culturale e aumentare il nostro impatto mediatico, per cercare di creare, con il materiale che c'è, una sequenza di storia nuova.
A tal proposito, è quasi certa un'assemblea territoriale pubblica che la prossima settimana si terrà proprio a Ruvo, in merito alla quale seguiranno maggiori informazioni»
«I 200 voti ruvesi e l'1,1% nazionale sono un risultato sicuramente non entusiasmante ma dignitoso. In soli tre mesi e mezzo siamo riusciti a convincere centinaia di migliaia di persone. Partendo dal nulla, senza soldi, senza contatti e quasi totalmente assenti in televisione. Ancora oggi il simbolo, il nome, il programma di Potere al popolo è sconosciuto alla stragrande maggioranza degli elettori.
Fatto il primo passo, riaggregare e lottare gomito a gomito, ora tocca fare il secondo: continuare, strutturare. Perché in tre mesi e mezzo siamo passati dall'essere collettivi sparsi, comitati, associazioni, partiti, a un embrione di organizzazione fatto da 10.000 militanti e conosciuto da qualche milione» si legge nel comunicato stampa diffuso dalla forza politica.
«Serve ricostruire una sinistra che sia radicale, radicata nei territori e popolare. Queste elezioni sanciscono la fine del centro-sinistra: chi ha votato il Jobs Act, lo sblocca-Italia, il salva-banche, chi ha legalizzato la precarizzazione del mercato del lavoro, le esternalizzazioni, le privatizzazioni e aumentato le spese militari, chi ha innalzato l'età pensionabile, cancellato l'articolo 18 e continuato imperterrito nel taglio dello stato sociale (scuola, sanità, trasporti) è stato obiettivamente spazzato via dal voto anti-sistema, verso coloro che sono percepiti dagli elettori come tali anche se poi, quando hanno l'opportunità di governare, fanno politiche in perfetta continuità con quelle del sistema che si dice di voler scalzare e combattere» Questi gli intenti della sigla politica.
E per concludere. «Lo scenario politico e sociale che si profila è uno scenario instabile, che quindi apre possibilità. Ma la lezione di questi 10 anni di crisi è che l'instabilità non si rende produttiva se non si ha radicamento sul territorio, prospettiva e organizzazione. Ora tocca lavorare come si è fatto in questi due mesi per riuscire in breve tempo a dare maggiore unità e forza ai nostri nodi territoriali, aumentare il livello di analisi e di dibattito culturale e aumentare il nostro impatto mediatico, per cercare di creare, con il materiale che c'è, una sequenza di storia nuova.
A tal proposito, è quasi certa un'assemblea territoriale pubblica che la prossima settimana si terrà proprio a Ruvo, in merito alla quale seguiranno maggiori informazioni»