Piogge intense, in Puglia danni ai terreni e grave dispersione idrica
Prioritaria la realizzazione di una grande rete di bacini diffusi
lunedì 11 gennaio 2021
Temporali non stop in Puglia per la nuova ondata di maltempo che ha investito la regione dove i forti temporali con precipitazioni intense rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire la pioggia che cade violentemente e scardina i campi provocando frane e smottamenti mentre, a causa delle reti colabrodo, viene disperso 1 litro di acqua su 2.
È quanto afferma Coldiretti Puglia, sottolineando l'importanza di utilizzare i fondi del Recovery Plan per la realizzazione degli invasi delle aree interne, grazie all'impegno del Governo che ha accolto le sollecitazioni di Coldiretti per sostenere nel Recovery Plan la decisa svolta dell'agroalimentare nazionale verso la rivoluzione verde, gli interventi infrastrutturali, la transizione ecologica e il digitale che rappresentano l'obiettivo degli stessi fondi comunitari.
«La vera grande opera prioritaria sarà la realizzazione di una grande rete di bacini diffusi capace di garantire una costante disponibilità di acqua per l'agricoltura e la produzione di cibo, oltre che per gli impianti per energia rinnovabile e gli stessi usi domestici», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi – insiste Coldiretti Puglia - dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l'89% della pioggia caduta.
Gli eventi climatici estremi - aggiunge Coldiretti Puglia - aggravano il grave rischio idrogeologico, con episodi meteorologici straordinari tra tornado, trombe d'aria e grandinate improvvise, che si alternano a persistenti periodi siccitosi.
«Servono intervertenti infrastrutturali per non disperdere l'acqua piovana e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a se stessi da decenni», aggiunge il presidente Muraglia.
Per l'ISPRA in Italia si valuta che circa il 10% del territorio sia molto vulnerabile e circa il 49,2% abbia una media vulnerabilità ai diversi fattori di degrado a causa di erosione e disaggregazione, salinizzazione, contaminazione (locale e diffusa), diminuzione di sostanza organica, perdita di biodiversità, consumo di suolo, fatti aggravati negli ultimi anni dall'aumento quantitativo e qualitativo di fenomeni siccitosi e la Puglia rappresenta proprio una delle aree più vulnerabili, rileva Coldiretti Puglia.
Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che - continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l'intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.
Servono - sostiene la Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca. Gli agricoltori - conclude la Coldiretti - stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
È quanto afferma Coldiretti Puglia, sottolineando l'importanza di utilizzare i fondi del Recovery Plan per la realizzazione degli invasi delle aree interne, grazie all'impegno del Governo che ha accolto le sollecitazioni di Coldiretti per sostenere nel Recovery Plan la decisa svolta dell'agroalimentare nazionale verso la rivoluzione verde, gli interventi infrastrutturali, la transizione ecologica e il digitale che rappresentano l'obiettivo degli stessi fondi comunitari.
«La vera grande opera prioritaria sarà la realizzazione di una grande rete di bacini diffusi capace di garantire una costante disponibilità di acqua per l'agricoltura e la produzione di cibo, oltre che per gli impianti per energia rinnovabile e gli stessi usi domestici», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi – insiste Coldiretti Puglia - dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l'89% della pioggia caduta.
Gli eventi climatici estremi - aggiunge Coldiretti Puglia - aggravano il grave rischio idrogeologico, con episodi meteorologici straordinari tra tornado, trombe d'aria e grandinate improvvise, che si alternano a persistenti periodi siccitosi.
«Servono intervertenti infrastrutturali per non disperdere l'acqua piovana e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a se stessi da decenni», aggiunge il presidente Muraglia.
Per l'ISPRA in Italia si valuta che circa il 10% del territorio sia molto vulnerabile e circa il 49,2% abbia una media vulnerabilità ai diversi fattori di degrado a causa di erosione e disaggregazione, salinizzazione, contaminazione (locale e diffusa), diminuzione di sostanza organica, perdita di biodiversità, consumo di suolo, fatti aggravati negli ultimi anni dall'aumento quantitativo e qualitativo di fenomeni siccitosi e la Puglia rappresenta proprio una delle aree più vulnerabili, rileva Coldiretti Puglia.
Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che - continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l'intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.
Servono - sostiene la Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca. Gli agricoltori - conclude la Coldiretti - stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.