Pellicani, Chiarulli e Minafra, morti perché italiani

In occasione del giorno del Ricordo, Ruvo onora i suoi concittadini infoibati

mercoledì 10 febbraio 2016
Era il 10 febbraio 1947 quando, un trattato di pace assegnava alla Jogoslavia l'Istria e gran parte della Venezia Giulia mettendo fine alla barbarie delle foibe. Nel 2004 lo Stato italiano ha scelto proprio il 10 febbraio come data simbolica per commemorare le vittime dell'esercito Titino, rapite e gettate vive in cave carsiche solo perché italiane, ormai a guerra finita.

Purtroppo, anche una città meridionale come Ruvo, ha visto sacrificare tre suoi uomini: Vincenzo Pellicani, Mario Chiarulli e Donato Minafra che per varie vicende del destino si trovavano nei territori dell'Istria, Dalmazia e Fiume tra il 1943 e il 1947.

Per ricordare i propri concittadini e per non dimenticare un evento così doloroso che ha colpito l'anima di un intero popolo, oggi, 10 febbraio alle 18.30, in via Martiri delle Foibe verrà depositato un omaggio floreale alla presenza del sindaco Vito Ottombrini, del presidente del comitato 10 febbraio, Michele Pellicani, del presidente regionale dell'associazione bersaglieri, Ferdinando Damiani e del capogruppo forza Italia in consiglio comunale, Antonello Paparella.