Papa Francesco: «don Tonino affamato di Cristo»

Il Pontefice ha esortato a seguire il suo esempio nella pratica e non solo nella teoria e ad abbandonare lo scetticismo verso il Vangelo

venerdì 20 aprile 2018 12.35
A cura di Gianluca Battista
«Don Tonino era servo, affamato di Cristo».

Così Papa Francesco durante l'omelia nella storica giornata molfettese, vissuta da decine di migliaia di fedeli da tutta la regione. Don Tonino Bello al centro della sua riflessione, che ha toccato Vengelo e Lettura.

«Mi piace solo essere servito a tavola dal Signore o mi alzo per servirlo - ha chiesto il Pontefice -? Dono nella vita ciò che ricevo a Messa? Don Tonino - ha detto Francesco - sosteneva che la Pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarlo per conto suo. La Pace è qualcosa di più: è mangiare il pane insieme con gli altri senza separarsi. Mettersi a tavola assieme a persone diverse, dove l'altro è un volto da accarezzare. I conflitti - ha spiegato il Santo Padre - trovano le loro radici nella dissolvenza dei volti. Siamo chiamati ad amare ogni volto ed a ricucire ogni strappo e ad essere sempre costruttori di pace».

Papa Bergoglio ha insistito sul connubio tra la Parola del Signore e vita pratica, quotidiana ricerca della sostanza del suo messaggio evangelico. Non si è cristiani a corrente alternata, non fuori dall'insegnamento della Chiesa che esorta ad uscire, ad andare incontri all'altro, a non restare a guardare o peggio a giudicare: «Insieme col pane è la Parola - ha evidenziato -: il Vangelo ci fa comprendere che tante nostre parole sono disfattiste. E questo è un errore della gente - ha ammonito il Papa -, paralizzata dal discutere sulle parole di Gesù anziché accogliere il cambiamento di vita chiesto da Lui.

Don Tonino - ha ricordato -, nel tempo di Pasqua augurava di accogliere questa novità di vita, passando dalle parole ai fatti. Esortava chi non aveva il coraggio di cambiare, gli "specialisti della perplessità", a cambiare. A Gesù non si risponde secondo i calcoli e le convenienze del momento - ha rimarcato Bergoglio - ma con il sì alla vita. Egli non cerca la nostra riflessione, ma la nostra conversione. Punta al cuore!».

Poi il passaggio sulla Lettura odierna: «Il Signore si rivolge a Saulo nella prima lettura: "Alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare" - ha detto il Santo Padre citando le Scritture - . Anzitutto "Alzati!", non bisogna subire la vita, attanagliati dalla paura. "In piedi!", come diceva spesso don Tonino - ha insistito -. Davanti al Risorto non è lecito non stare in piedi.

L'Apostolo di Gesù - ha sottolineato il Papa - non può vivacchiare di piccole soddisfazioni. Il Signore dice a Saulo: "Rischia!". La vita cristiana va spesa per Lui e per gli altri. Bisogna andare, uscire, nonostante tutti i problemi e le incertezze. Dobbiamo essere "Cirenei della gioia". Anche le umiliazioni spogliano dalla presunzione. La parola di Dio, libera, rialza. Non fa di noi protagonisti affermati e campioni della propria bravura, ma testimoni genuini di Gesù morto e risorto».

Infine il passaggio chiave sulla Parola di Dio che è pane, pane quotidiano: «Ad ogni Messa - ha esortato il Papa - nutriamoci di vita e della Parola che salva. Così come don Tonino saremo sorgenti speranza, di gioia, di pace».