«Paghiamo cinque volte di più», ambulanti del mercato settimanale sul piede di guerra
Le associazioni di categoria chiedono che il Comune riveda le modalità di calcolo del tributo
venerdì 19 maggio 2017
10.06
I commercianti ambulanti del mercato settimanale sono sul piede di guerra contro l'amministrazione comunale. Secondo le associazioni di categoria Unimpresa Bat, Acab, Casambulanti Italia e BatCommercio CNA Puglia, l'amministrazione Chieco applicherebbe ai commercianti una tassa cinque volte superiore rispetto a quella dovuta.
Così come prevede il regolamento comunale, nel caso dei commercianti che occupano lo spazio pubblico una volta a settimana con il proprio bancone, si applica una tariffa forfettaria. Il calcolo è abbastanza articolato, ma la cosa importante da sapere è che l'importo da pagare viene definito sulla base della superficie del banco di vendita e dei giorni dei giorni di occupazione, che sono quindi pari ai 52 mercati svolti in un anno.
In realtà, fanno notare i commercianti, «il conteggio dovrebbe tener conto dei giorni di effettiva occupazione», quindi bisognerebbe tenere conto non di tutte le 52 settimane all'anno, ma scorporare dal calcolo del tributo le giornate di assenza dal mercato.
«Questo a Ruvo non avviene» denunciano i commercianti. «Questo semplice e logico metodo di calcolo è esattamente quello applicato in tutta Italia, previsto anche dalle previgenti normative in materia di tassa rifiuti. Al comune di Ruvo però questo non è avvenuto ed ecco che gli ambulanti del mercato si sono visti recapitare richieste di pagamento di oltre cinque volte superiori al dovuto e ciò non è accaduto solo per il corrente anno 2017 ma anche per gli anni pregressi».
Le associazioni di categoria dei commercianti hanno fatto richiesta al sindaco di Chieco per un incontro urgente, «per evitare contenziosi che sarebbero costati cari allo stesso Ente Pubblico». Richiesta che a loro dire non avrebbe mai ricevuto alcuna riscontro.
Il rappresentante di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, chiede al Comune di Ruvo di rivedere immediatamente il calcolo delle tariffe e annuncia che i commercianti «chiederanno anche i rimborsi di quanto versato in eccedenza negli anni pregressi. Un errore che potrebbe costare caro al comune di Ruvo nel momento in cui dovrà rimodulare le sue entrate per il 2017 e soprattutto dovrà ricercare fondi per la copertura dei rimborsi per gli anni pregressi».
Così come prevede il regolamento comunale, nel caso dei commercianti che occupano lo spazio pubblico una volta a settimana con il proprio bancone, si applica una tariffa forfettaria. Il calcolo è abbastanza articolato, ma la cosa importante da sapere è che l'importo da pagare viene definito sulla base della superficie del banco di vendita e dei giorni dei giorni di occupazione, che sono quindi pari ai 52 mercati svolti in un anno.
In realtà, fanno notare i commercianti, «il conteggio dovrebbe tener conto dei giorni di effettiva occupazione», quindi bisognerebbe tenere conto non di tutte le 52 settimane all'anno, ma scorporare dal calcolo del tributo le giornate di assenza dal mercato.
«Questo a Ruvo non avviene» denunciano i commercianti. «Questo semplice e logico metodo di calcolo è esattamente quello applicato in tutta Italia, previsto anche dalle previgenti normative in materia di tassa rifiuti. Al comune di Ruvo però questo non è avvenuto ed ecco che gli ambulanti del mercato si sono visti recapitare richieste di pagamento di oltre cinque volte superiori al dovuto e ciò non è accaduto solo per il corrente anno 2017 ma anche per gli anni pregressi».
Le associazioni di categoria dei commercianti hanno fatto richiesta al sindaco di Chieco per un incontro urgente, «per evitare contenziosi che sarebbero costati cari allo stesso Ente Pubblico». Richiesta che a loro dire non avrebbe mai ricevuto alcuna riscontro.
Il rappresentante di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, chiede al Comune di Ruvo di rivedere immediatamente il calcolo delle tariffe e annuncia che i commercianti «chiederanno anche i rimborsi di quanto versato in eccedenza negli anni pregressi. Un errore che potrebbe costare caro al comune di Ruvo nel momento in cui dovrà rimodulare le sue entrate per il 2017 e soprattutto dovrà ricercare fondi per la copertura dei rimborsi per gli anni pregressi».