Nuova condotta di acqua potabile a Calendano, il progetto accelera

Le varianti urbanistiche saranno valutate con una procedura semplificata

giovedì 28 luglio 2022
Il progetto di portare acqua potabile a Calendano compie un importante passo avanti. Il progetto che porta la firma di Acquedotto Pugliese e le conseguenti varianti urbanistiche non saranno assoggettate alla Valutazione Ambientale Strategica: questo è il contenuto di una delibera approvata qualche giorno fa dalla giunta comunale. In estrema sintesi ciò significa che il progetto denominato "P1634 - Realizzazione della nuova condotta idrica adduttrice a servizio di Calendano, frazione del comune di Ruvo di Puglia (BA)", redatto da Acquedotto Pugliese S.p.A., prenderà una strada amministrativa più snella e veloce.

Il primo studio di fattibilità di AQP risale al marzo del 2021. L'opera per quanto imponente sul piano tecnico (sono stati necessari i pareri e i nulla osta di decine di enti e società di gas, telefono, elettricità), è semplice nella sua finalità: consiste nella realizzazione di una nuova grossa condotta idrica "adduttrice" che "in derivazione dal sistema idrico principale esistente" porterà acqua potabile a Calendano garantendo un adeguato soddisfacimento del bisogno idrico. Si tratta di una progettualità che ha messo allo stesso tavolo Regione Puglia, Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia, Autorità Idrica Pugliese, Acquedotto Pugliese, Città Metropolitana e ovviamente Comune di Ruvo.
Costo: 2 milioni di euro, finanziati con i proventi tariffari di AQP.

Gli scavi per la realizzazione del nuovo tronco idrico riguarderanno strada vicinale Luca Zuccaro", strada vicinale Patanella, contrada Isabella Griffi" (il tratto più lungo per oltre due chilometri e mezzo); Traversa Calendano. Un breve tratto del tracciato (circa 238 metri) attraverseranno la strada provinciale 238 in direzione Altamura.

Non finisce qui: dato che il tracciato lambisce Masseria Patanella e la fascia di rispetto di un'area archeologica sottoposta a vincolo archeologico, la Soprintendenza ha chiesto che in fase di progettazione esecutiva venga prevista un'assistenza archeologica in caso di ritrovamenti specifici.