Non c'è più la famiglia "Mulino Bianco": Sinistra Ruvese e Rifondazione contro lo spot della SANB
I due partiti di maggioranza scrivono una lettera per criticare gli stereotipi contenuti nella comunicazione della società
martedì 11 ottobre 2022
13.30
Cari dirigenti Sanb la vostra campagna di comunicazione non ci piace perché costruita sugli stereotipi donna-mamma-casalinga, uomo-capofamiglia-seduto sul divano. Sinistra Ruvese e Rifondazione Comunista hanno inviato una lettera alla direzione della Sanb Spa (la società a partecipazione pubblica che si occupa dell'igiene urbana) e ai sindaci di Ruvo, Terlizzi, Bitonto e Corato, nella quale lamentano i contenuti di alcuni spot video trasmessi sui social.
«Speravamo fosse una svista iniziale ma davanti al perpetuarsi di una video-narrazione costruita su stereotipi così evidenti, non possiamo più tacere.
I video mettono in scena, e quindi alimentano, una idea di donna/madre angelo del focolare che lava, cucina, sparecchia, che è incapace di usare la tecnologia e ha sempre bisogno di un uomo per cavarsela, anche quando questo ha dieci anni ed è suo figlio. Dall'altro lato viene rappresentato lo stereotipo di uomo/padre, capo famiglia seduto sul divano a bere birra con gli amici guardando la partita di calcio, capace di affrontare qualunque novità (tecnologia compresa) perché maschio».
«Questi stereotipi - è l'accusa - sono riconducibili ad un modello di famiglia tradizionale non più adeguato ai tempi e che sembra essere l'unico modello ammissibile nella narrazione degli spot. Vogliamo pensare che i video siano stati realizzati senza nessuna consapevolezza della narrazione falsata e anacronistica che si stava costruendo ed è proprio per questo che vi chiediamo di rimuovere i video già presenti e di porre attenzione da qui in poi alla narrazione che si dà e del ruolo della donna e di quello dell'uomo all'interno della famiglia, come anche il modo in cui si rappresenta la famiglia stessa che nella realtà, come tutti ben sappiamo, non assomiglia più a quella del Mulino Bianco qui costruita».
«Speravamo fosse una svista iniziale ma davanti al perpetuarsi di una video-narrazione costruita su stereotipi così evidenti, non possiamo più tacere.
I video mettono in scena, e quindi alimentano, una idea di donna/madre angelo del focolare che lava, cucina, sparecchia, che è incapace di usare la tecnologia e ha sempre bisogno di un uomo per cavarsela, anche quando questo ha dieci anni ed è suo figlio. Dall'altro lato viene rappresentato lo stereotipo di uomo/padre, capo famiglia seduto sul divano a bere birra con gli amici guardando la partita di calcio, capace di affrontare qualunque novità (tecnologia compresa) perché maschio».
«Questi stereotipi - è l'accusa - sono riconducibili ad un modello di famiglia tradizionale non più adeguato ai tempi e che sembra essere l'unico modello ammissibile nella narrazione degli spot. Vogliamo pensare che i video siano stati realizzati senza nessuna consapevolezza della narrazione falsata e anacronistica che si stava costruendo ed è proprio per questo che vi chiediamo di rimuovere i video già presenti e di porre attenzione da qui in poi alla narrazione che si dà e del ruolo della donna e di quello dell'uomo all'interno della famiglia, come anche il modo in cui si rappresenta la famiglia stessa che nella realtà, come tutti ben sappiamo, non assomiglia più a quella del Mulino Bianco qui costruita».