Mostra nel Grottone, Chieco: «E' un successo e il Museo riaprirà entro maggio 2023. I fatti sbugiardano chi non ci credeva»

Il sindaco conferma la riapertura del Museo Jatta entro maggio 2023

domenica 7 agosto 2022 10.15

«La direttrice Claudia Lucchese mi fa sapere che questi primi giorni di esposizione al Grottone della collezione Jatta completata dal vaso di Talos, sono stati un successo. Ne ero sicuro: questo ritorno era atteso con impazienza». Il sindaco Pasquale Chieco traccia un primo bilancio dell'esposizione inaugurata qualche giorno fa presso il cosiddetto Grottone del museo Jatta.

«Con la Direzione Regionale dei musei, che ho ringraziato a nome di tutti noi Ruvesi, si è lavorato sodo per accorciare i tempi e trovare buone soluzioni espositive durante il periodo in cui la sede museale dovrà rimanere chiusa per i lavori di ristrutturazione, e abbiamo portato a casa un buon risultato che ha restituito la collezione agli occhi del mondo».

«C'è però - prosegue il primo cittadino - un dato che in questi giorni è passato quasi inosservato, ma che a me invece pare essenziale. Dalla lettura del manifesto della mostra "Collezionauta" si evince una informazione di grande importanza: riportando la data della chiusura della mostra (28 maggio 2023) la Direzione museale ci dice che punta alla riapertura del museo Jatta nella sua sede storica entro maggio 2023. Magnifico».

Il sindaco si toglie qualche sassolino e riprende un fatto del passato: «In questi giorni la mente mi è tornata al novembre 2020 e a un'improbabile petizione che girava in quei giorni sul web. Nel testo della petizione si adombrava (testuale) "il pericolo che la collezione non tornasse più a Ruvo di Puglia". La Consigliera Rutigliani portò i contenuti di quella petizione farlocca addirittura in consiglio Comunale. All'epoca rimasi sconcertato, oggi, davanti all'esposizione della collezione a Ruvo, mi viene da riflettere.All'epoca, in piena pandemia, pur davanti alle chiarissime rassicurazioni della Direzione Regionale, che parlava di necessari lavori di adeguamento e messa a norma delle sale, non ci si faceva scrupolo di fare terrorismo e di giocare con i sentimenti di una comunità che ha nel "suo" museo uno dei luoghi più amati e identitari. 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒓𝒂 𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒊 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒅𝒊𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂𝒕𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒄'𝒆𝒓𝒂 𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐. Non c'era alcuna possibilità che la collezione Jatta finisse altrove».

«E non solo perché mai il Ministero avrebbe consentito la chiusura di un suo prestigioso museo, ma anche e soprattutto perché il Museo Jatta può esistere solo a Ruvo di Puglia, tanto è unico e insostituibile il palazzo che lo ospita, tanto è legato alla nostra città il nome degli Jatta, tanto è inimitabile e unica la modalità di esposizione dei reperti che rappresenta anche un capitolo importante della storia del collezionismo ottocentesco».
«Qualcuno ci cascò in buona fede e forse per troppo amore prese per buone le fandonie contenute nella petizione, altri, più maliziosamente, immaginarono di trovare uno spiraglio per una polemica politica con l'amministrazione che aveva ottenuto per Ruvo il titolo di città d'arte. La storia però li ha sbugiardati».

«Alla riapertura della mostra al Grottone - attacca il sindaco - la consigliera incendiaria e tutti i suoi sodali, allora preoccupatissimi per il destino della collezione, si sono ben guardati dal farsi vedere.
Resta l'ennesimo esempio di un modo di fare politica meschino, senza idee e senza scrupoli, pronto a lanciare bufale e a tirare i piedi. Delle diffamazioni parleremo più avanti. Per loro sfortuna però noi Ruvesi abbiamo ottima memoria. Ad ogni modo, per il caso che qualcuno ancora non lo sappia, con grande gioia lo ribadisco: la collezione del Museo Jatta è a Ruvo, è visitabile ed è bellissima, vi aspettiamo».