Michele Barile: reinventarsi al Sud senza perdere di vista il sogno

Sopra ogni cosa penso a mia figlia.

venerdì 14 aprile 2017 6.44
A cura di Grazia Ippedico
Sentiamo spesso parlare di talenti emigranti, di cittadini che ce l'hanno fatta da un'altra parte, che non sia Ruvo. Ruvoviva.it vuole occuparsi dei ruvesi tutti, anche di quelli che nonostante tutto restano, nonostante tutto combattono e ci raccontano storie sulle quali possiamo riflettere.
Parliamo oggi con Michele Barile, quasi cinquant'anni, mente vivace di un ragazzino e il cuore di un sognatore. Eroe a modo suo, eroe che si rialza ad ogni caduta, e continua a combattere le proprie battaglie.
Michele Barile, per gli amici semplicemente e affettuosamente "porcellino", è una di quelle persone che ogni giorno decide di vivere a Ruvo di Puglia, di vivere in la Puglia, al Sud.

Conosciuto dai più per essere il proprietario de "L'ultima Tappa", dal 2002 fino al 2015 vede aumentare la sua popolarità.
Da sempre appassionato di musica Michele Barile rende un piccolo locale in centro, un luogo di aggregazione, di musica, di serate alternative e divertenti. Il mercoledì sera a partire da giugno fino a Settembre per più di dieci anni si sono esibiti sul grande marciapiede di corso Carafa gruppi musicali di cui si ricordano ancora i nomi.

«Facevamo musica di qualità e sono stato il primo a portare il rock live a Ruvo di Puglia. Il mercoledì all'Ultima Tappa era diventato ormai un must. Un punto di incontro, buona e selezionata birra e tantissima gente. Riuscivamo a creare movimento in un giorno della settimana morto, e c'era così tanta gente che il bar a fianco lavorava grazie a me. Nonostante le denunce alla procura della repubblica, le multe salatissime e i coprifuoco assurdi, il mercoledì all'Ultima Tappa riuscivano ad essere una ottima occasione per fare musica a Ruvo. Tra gli spettatori anche personaggi illustri, quali Caparezza, hanno apprezzato la mia selezione musicale, e la situazione di tranquillità e divertimento che si veniva a creare»

Nel 2015 però Michele Barile chiude bottega. Dopo un continuo tirare, forse a causa di un naturale cambio generazionale, probalbimente a causa dei prezzi non concorrenziali per una birra diversa dal solito, il pub ha iniziato a perdere colpi. Michele s'è trovato a dover chiudere la sua attività, a pagare debiti e a cercare un lavoro.
Ma non si arrende. Antonello Paparella, suo amici, gli offre un lavoro e sta da lui per un po'. Ma anche qui le cose non vanno tanto bene e Barile è costretto a trovare un'altra occupazione.

Prova ad andare via, a fare il barista in Alto Adige ma la figlia, la famiglia, gli amici e il sole della Puglia gli mancano troppo.
Decide che non ne vale la pena, che non può lasciare tutto quello che ha costruito giù al Sud e in pochissimo tempo ritorna.

«Mio padre mi diceva sempre una cosa. Solo una persona può aiutare Michele, Michele! Non mi sono dato per vinto. Ho capito che in qualche modo avrei dovuto reinventarmi.
Dopo il disastro ferroviario del 12 Luglio ho notato che i disagi sono aumentati. Hanno poi iniziato a rubare il rame, e lì mi è balenata l'idea del carpooling.
Riempio l'auto e porto i miei passeggeri a destinazione. A Bari, all'ateneo o al Politecnico. Ci mettiamo d'accordo e con un prezzo modico riesco a portare a casa quei 20, 30 euro al giorno. Ho pensato che avevo il tempo e i mezzi per fare questa cosa. E che dall'altra parte c'è gente che ha necessità di arrivare in tempo a lavoro o all'università. Certamente non faccio solo questo. Faccio l'autista per un autotrasportare ma soprattutto ho ricominciato a suonare.
Le passioni, quelle vere non ti abbandonano mai. Ho capito che era quello che voleva fare davvero e ho messo su un gruppo che suona Samba-reggae. Ci divertiamo e lavoriamo tanto.
L'hanno scorso abbiamo fatto 40 serate e penso che anche quest'anno ci aspettano vari ingaggi. E' una cosa che mi piace, mi diverte e mi fa arrotondare.
Ho vissuto momenti davvero tristi e difficili ma io credo che non dobbiamo mai perderci d'animo. »

Pensi mai di riaprire il tuo pub?
«Assolutamente sì» sorride «ho già in mente il nome...»