Mascherine non a norma, sequestro della Finanza: coinvolta una farmacia di Ruvo
Operazione della Compagnia di Trani: l'attività rischia ora una sanzione amministrativa fino a 25mila euro
sabato 14 marzo 2020
13.27
Mascherine non conformi alla normativa in materia di sicurezza e pure prive del marchio: 750 mascherine commercializzate illecitamente sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Trani all'interno di una farmacia di Ruvo di Puglia.
L'operazione seguire il sequestro effettuata lunedì scorso dai militari del Gruppo Bari, con il coordinamento della Procura di Bari, che ha consentito di sottoporre a sequestro penale oltre 30.000 prodotti (mascherine, gel e salviette per le mani), posti in commercio con modalità fraudolente e truffaldine, per un valore di mercato di circa 220.000 euro, nel corso di oltre 30 perquisizioni effettuate in ben 22 comuni delle province di Bari e Barletta, Andria e Trani.
Dopo questa operazione le Fiamme Gialle del I Gruppo di Bari e del Gruppo Barletta non hanno minimamente allentato il fiato sul collo dei "furbetti"; anzi hanno incrementato le analisi di rischio, attraverso le numerose banche dati disponibili in uso al corpo, nonché mediante mirate attività di screening riscontro delle segnalazioni pervenute da numerosi cittadini a carico di taluni esercizi commerciali.
In particolar modo si è trattato di farmacie, ferramenta e commercianti all'ingrosso e al dettaglio, anche attraverso note piattaforme di e-commerce, di saponi, detersivi e profumi, che vendevano - con rincari eccessivi e etichette non a norma - articoli sanitari correlati all'emergenza del Coronavirus. E queste attività, fra cui la farmacia di Ruvo di Puglia, rischiano ora sanzioni amministrative fino a 25mila euro.
Proprio a Ruvo di Puglia, infatti, i militari della Compagnia di Trani, agli ordini del capitano Federico Salvatore, hanno effettuato presso una farmacia della città un sequestro di 750 mascherine non conformi alla normativa in materia di sicurezza prodotti e prive del marchio. Al termine dell'operazione, il titolare dell'attività economica è stato segnalato alla competente Camera di Commercio.
Ora lo stesso titolare rischia una sanzione amministrativa fino ad oltre 25 mila euro, la cui misura sarà determinata, in ogni singolo caso, facendo riferimento al prezzo di listino di ciascun prodotto ed al numero delle unità poste in vendita.
L'operazione seguire il sequestro effettuata lunedì scorso dai militari del Gruppo Bari, con il coordinamento della Procura di Bari, che ha consentito di sottoporre a sequestro penale oltre 30.000 prodotti (mascherine, gel e salviette per le mani), posti in commercio con modalità fraudolente e truffaldine, per un valore di mercato di circa 220.000 euro, nel corso di oltre 30 perquisizioni effettuate in ben 22 comuni delle province di Bari e Barletta, Andria e Trani.
Dopo questa operazione le Fiamme Gialle del I Gruppo di Bari e del Gruppo Barletta non hanno minimamente allentato il fiato sul collo dei "furbetti"; anzi hanno incrementato le analisi di rischio, attraverso le numerose banche dati disponibili in uso al corpo, nonché mediante mirate attività di screening riscontro delle segnalazioni pervenute da numerosi cittadini a carico di taluni esercizi commerciali.
In particolar modo si è trattato di farmacie, ferramenta e commercianti all'ingrosso e al dettaglio, anche attraverso note piattaforme di e-commerce, di saponi, detersivi e profumi, che vendevano - con rincari eccessivi e etichette non a norma - articoli sanitari correlati all'emergenza del Coronavirus. E queste attività, fra cui la farmacia di Ruvo di Puglia, rischiano ora sanzioni amministrative fino a 25mila euro.
Proprio a Ruvo di Puglia, infatti, i militari della Compagnia di Trani, agli ordini del capitano Federico Salvatore, hanno effettuato presso una farmacia della città un sequestro di 750 mascherine non conformi alla normativa in materia di sicurezza prodotti e prive del marchio. Al termine dell'operazione, il titolare dell'attività economica è stato segnalato alla competente Camera di Commercio.
Ora lo stesso titolare rischia una sanzione amministrativa fino ad oltre 25 mila euro, la cui misura sarà determinata, in ogni singolo caso, facendo riferimento al prezzo di listino di ciascun prodotto ed al numero delle unità poste in vendita.