Maraschio: «No al deposito di scorie nucleari sull'Alta Murgia»
La netta posizione dell'assessore regionale all'ambiente
giovedì 28 ottobre 2021
15.37
L'Assessora regionale all'Ambiente Anna Grazia Maraschio è intervenuta ieri al "Seminario nazionale – Sessione Puglia e Basilicata" in live streaming, promosso da SOGIN per l'approfondimento degli aspetti tecnici relativi al Deposito Nazionale e Parco Tecnologico per la gestione dei rifiuti radioattivi.
Un confronto pubblico nell'ambito della procedura di consultazione pubblica inerente alla localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, la prima che si svolge in Italia su un'infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà la gestione dei rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese, in analogia con gli altri Stati europei.
La consultazione, avviata lo scorso settembre con una seduta plenaria di apertura, si articola in sessioni di lavoro e terminerà il prossimo 24 novembre con una seduta plenaria di chiusura. Al termine del Seminario Nazionale, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno inviare ulteriori osservazioni e proposte tecniche nei successivi trenta giorni. Gli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario Nazionale, saranno funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione, la predisposizione della CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee).
"La Puglia – ha dichiarato l'Assessora Maraschio – ha ribadito e motivato anche in questa sede la propria opposizione alla scelta di individuare l'Alta Murgia come possibile sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari. Ribadiamo oggi il nostro NO a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e biodiversità di un Parco Nazionale, che rappresenta uno dei luoghi più singolari del Mediterraneo. Il nostro NO, già formalizzato dalla Giunta Regionale, dall'intero Consiglio Regionale e da più di quaranta comuni che, sebbene non interessati direttamente dalla questione, hanno adottato in questi mesi delle delibere con cui hanno ribadito l'assoluta contrarietà alla localizzazione nel territorio della Puglia e della Basilicata del Deposito Nazionale di scorie radioattive, si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, Agenzie regionali, Associazioni e Ordini Professionali. Studi tecnici e scientifici che oggi sono stati nuovamente ribaditi ed esplicitati nel corso del Seminario per far desistere il Governo da ogni possibilità di collocare qui il Deposito Nazionale".
"Le aree pugliesi individuate da Sogin – ha continuato la Maraschio – sono localizzate in prossimità di una falda acquifera utilizzata anche a scopo potabile e la zona interna delle Murge alimenta la faglia più profonda. Inoltre, Sogin non ha tenuto in debita considerazione le ricchezze naturalistiche presenti, che costituiscono uno dei fattori di maggiore appeal per il turismo, un settore che insieme all'agricoltura, alla pastorizia e al patrimonio culturale, è volano di crescita dell'Alta Murgia. Nell'area fra Gravina, Altamura e Laterza, infatti, sono presenti 270 aziende zootecniche, 600 aziende biologiche e vengono prodotti nove alimenti e undici vini a denominazione controllata e protetta. L'insediamento del Deposito Nazionale, quindi, inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo territorio verso uno sviluppo sostenibile che con grande impegno la Regione Puglia sta realizzando con l'apporto delle comunità locali".
Un confronto pubblico nell'ambito della procedura di consultazione pubblica inerente alla localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, la prima che si svolge in Italia su un'infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà la gestione dei rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese, in analogia con gli altri Stati europei.
La consultazione, avviata lo scorso settembre con una seduta plenaria di apertura, si articola in sessioni di lavoro e terminerà il prossimo 24 novembre con una seduta plenaria di chiusura. Al termine del Seminario Nazionale, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno inviare ulteriori osservazioni e proposte tecniche nei successivi trenta giorni. Gli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario Nazionale, saranno funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione, la predisposizione della CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee).
"La Puglia – ha dichiarato l'Assessora Maraschio – ha ribadito e motivato anche in questa sede la propria opposizione alla scelta di individuare l'Alta Murgia come possibile sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari. Ribadiamo oggi il nostro NO a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e biodiversità di un Parco Nazionale, che rappresenta uno dei luoghi più singolari del Mediterraneo. Il nostro NO, già formalizzato dalla Giunta Regionale, dall'intero Consiglio Regionale e da più di quaranta comuni che, sebbene non interessati direttamente dalla questione, hanno adottato in questi mesi delle delibere con cui hanno ribadito l'assoluta contrarietà alla localizzazione nel territorio della Puglia e della Basilicata del Deposito Nazionale di scorie radioattive, si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, Agenzie regionali, Associazioni e Ordini Professionali. Studi tecnici e scientifici che oggi sono stati nuovamente ribaditi ed esplicitati nel corso del Seminario per far desistere il Governo da ogni possibilità di collocare qui il Deposito Nazionale".
"Le aree pugliesi individuate da Sogin – ha continuato la Maraschio – sono localizzate in prossimità di una falda acquifera utilizzata anche a scopo potabile e la zona interna delle Murge alimenta la faglia più profonda. Inoltre, Sogin non ha tenuto in debita considerazione le ricchezze naturalistiche presenti, che costituiscono uno dei fattori di maggiore appeal per il turismo, un settore che insieme all'agricoltura, alla pastorizia e al patrimonio culturale, è volano di crescita dell'Alta Murgia. Nell'area fra Gravina, Altamura e Laterza, infatti, sono presenti 270 aziende zootecniche, 600 aziende biologiche e vengono prodotti nove alimenti e undici vini a denominazione controllata e protetta. L'insediamento del Deposito Nazionale, quindi, inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo territorio verso uno sviluppo sostenibile che con grande impegno la Regione Puglia sta realizzando con l'apporto delle comunità locali".