Mancato consiglio comunale: la risposta del Sindaco
Il 31 Luglio in sessione straordinaria urgente si recupera
sabato 29 luglio 2017
7.50
A distanza di tre giorni dall'annullamento del Consiglio Comunale, saltato a causa della mancanza del numero legale, le polemiche non accennano ad affievolirsi. E se in un paese come Ruvo una voce non ha bisogno di "alcun giornale, ma come una freccia dall'arco scocca Vola veloce di bocca in bocca", nell'epoca di facebook, c'è stato un prolificarsi di critiche distruttive che illustrano la maggioranza di questa amministrazione, decisamente alla deriva. Secche sono state le risposte di alcuni consiglieri di maggioranza che si sono esposti cercando di chiarire i fatti, ma sono servite a poco.
Anche il Sindaco non si risparmia e prova a mettere un freno a questo chiachiericcio, rispondendo fermamente nei vari post. Esemplare e chiarificatore, pubblichiamo di seguito una delle risposte che meglio spiega l'accaduto:
Voglio ricordare quello che è successo: al momento della costituzione del Consiglio comunale erano presenti otto consiglieri di maggioranza mentre il nono consigliere (trattenuto per una seduta imprevista dal dentista) era in arrivo (gli altri due consiglieri di maggioranza erano assenti, uno perché in ferie e l'altro per una udienza al TAR non differibile).
Posto che per la costituzione dell'Assemblea sono necessari 9 consiglieri, la minoranza ha ritenuto di uscire dall'Aula facendo così mancare il numero legale. E a nulla sono valsi i richiami al senso di responsabilità, ad attendere qualche minuto (la consigliera nel frattempo era arrivata).
Il Consiglio comunale non si è tenuto e si svolgerà il prossimo 31 luglio con lo stesso ordine del giorno.
Ebbene, tralascio le illazioni politiche in quanto non c'è nulla da ricucire nella maggioranza, che non ha alcuna divisione al proprio interno (e il 31 luglio ne prenderete atto), perché due assenze erano note e la terza (un semplice ritardo nell'arrivo) imprevista.
Quello che, invece, mi spinge a intervenire è il presupposto di fondo da cui muove la vostra opinione (lo stesso che ha determinato la scelta della minoranza), secondo cui assicurare il numero legale ai fini della regolare costituzione dell'Assemblea cittadina sia "problema" della maggioranza. Pertanto, ai consiglieri di minoranza non si può chiedere di rimanere in aula, di non allontanarsi, per assicurare il numero legale perché questo significherebbe mettere "una pezza" alle falle della maggioranza.
Ebbene, come dicevo, io penso invece che, al di là dell'appartenenza alla maggioranza o alla minoranza, sia doveroso che ogni consigliere eletto si faccia carico del funzionamento della istituzione nella quale è stato eletto a garanzia e a vantaggio del bene comune dell'intera città.
Insomma, una cosa è votare contro il merito dei provvedimenti (la cui approvazione è compito dei consiglieri che sostengono la maggioranza) altra cosa è che i consiglieri presenti rimangano in aula al momento della chiamata per assicurare la regolare costituzione dell'assemblea che poi si dividerà sul merito delle questioni all'ordine del giorno.
In quest'ultimo caso non si tratta di mettere pezze alle falle della maggioranza ma di assicurare il corretto funzionamento della istituzione cittadina di cui si fa parte. E questo principio viene prima di qualsiasi collocazione politica perché, come infine giustamente osservate, la Città non può aspettare (neppure una settimana).
Ninni Chieco
Anche il Sindaco non si risparmia e prova a mettere un freno a questo chiachiericcio, rispondendo fermamente nei vari post. Esemplare e chiarificatore, pubblichiamo di seguito una delle risposte che meglio spiega l'accaduto:
Voglio ricordare quello che è successo: al momento della costituzione del Consiglio comunale erano presenti otto consiglieri di maggioranza mentre il nono consigliere (trattenuto per una seduta imprevista dal dentista) era in arrivo (gli altri due consiglieri di maggioranza erano assenti, uno perché in ferie e l'altro per una udienza al TAR non differibile).
Posto che per la costituzione dell'Assemblea sono necessari 9 consiglieri, la minoranza ha ritenuto di uscire dall'Aula facendo così mancare il numero legale. E a nulla sono valsi i richiami al senso di responsabilità, ad attendere qualche minuto (la consigliera nel frattempo era arrivata).
Il Consiglio comunale non si è tenuto e si svolgerà il prossimo 31 luglio con lo stesso ordine del giorno.
Ebbene, tralascio le illazioni politiche in quanto non c'è nulla da ricucire nella maggioranza, che non ha alcuna divisione al proprio interno (e il 31 luglio ne prenderete atto), perché due assenze erano note e la terza (un semplice ritardo nell'arrivo) imprevista.
Quello che, invece, mi spinge a intervenire è il presupposto di fondo da cui muove la vostra opinione (lo stesso che ha determinato la scelta della minoranza), secondo cui assicurare il numero legale ai fini della regolare costituzione dell'Assemblea cittadina sia "problema" della maggioranza. Pertanto, ai consiglieri di minoranza non si può chiedere di rimanere in aula, di non allontanarsi, per assicurare il numero legale perché questo significherebbe mettere "una pezza" alle falle della maggioranza.
Ebbene, come dicevo, io penso invece che, al di là dell'appartenenza alla maggioranza o alla minoranza, sia doveroso che ogni consigliere eletto si faccia carico del funzionamento della istituzione nella quale è stato eletto a garanzia e a vantaggio del bene comune dell'intera città.
Insomma, una cosa è votare contro il merito dei provvedimenti (la cui approvazione è compito dei consiglieri che sostengono la maggioranza) altra cosa è che i consiglieri presenti rimangano in aula al momento della chiamata per assicurare la regolare costituzione dell'assemblea che poi si dividerà sul merito delle questioni all'ordine del giorno.
In quest'ultimo caso non si tratta di mettere pezze alle falle della maggioranza ma di assicurare il corretto funzionamento della istituzione cittadina di cui si fa parte. E questo principio viene prima di qualsiasi collocazione politica perché, come infine giustamente osservate, la Città non può aspettare (neppure una settimana).
Ninni Chieco