Livio Minafra riporta alla luce le radici del jazz pugliese con Lost Tapes Vol. 21

Un omaggio a Pino Minafra attraverso registrazioni inedite che raccontano un decennio di sperimentazione e collaborazioni straordinarie

venerdì 22 novembre 2024
A cura di Teresa Fiore
La musica non è solo suono: è memoria, storia, identità. Con il progetto Lost Tapes Vol. 21: Pino Minafra – The Beginnings '70 & '80, il pianista e compositore Livio Minafra compie un atto di amore filiale e culturale, riportando alla luce un decennio cruciale della carriera del padre, Pino Minafra, uno dei protagonisti più visionari del jazz italiano. Questa raccolta di registrazioni inedite, frutto di un certosino lavoro di ricerca e restauro, restituisce al pubblico un artista nei suoi anni più sperimentali e prolifici, tra il 1978 e il 1988.

Disponibile dal 20 novembre sulle piattaforme digitali, il progetto non si limita a una mera operazione nostalgica, ma si configura come un'indagine filologica sull'evoluzione di un linguaggio musicale che, pur partendo dalla Puglia, ha saputo dialogare con il mondo. Le cassette ritrovate rappresentano frammenti di un'epoca vibrante, in cui la tromba di Pino Minafra intrecciava melodie e sperimentazioni in collaborazione con musicisti d'avanguardia e contesti che spaziavano dal locale all'internazionale.

Lost Tapes Vol. 21 non è un semplice album, ma un'opera che rievoca l'afflato creativo di un giovane Pino Minafra, la cui carriera si è sviluppata attraverso collaborazioni eclettiche e audaci. Si parte dagli esordi con il gruppo Franco e i G5, per poi attraversare esperienze straordinarie come la Camerata Musicale Rubastina, diretta da Domenico Fiore, e la Jazz Studio Orchestra, capitanata da Paolo Lepore e Felice Cacucci. Ogni traccia racconta un frammento di una storia collettiva: l'Italia del jazz degli anni '70 e '80, con il suo fervore artistico e il suo desiderio di innovazione.

Tra i momenti più preziosi, spiccano i brani che testimoniano collaborazioni con giganti della musica internazionale. Memorabile è il concerto con Chet Baker, avvenuto appena due mesi prima della tragica scomparsa del leggendario trombettista, così come l'appartenenza al gruppo Praxis, con Michele Lomuto e Roberto Ottaviano, e il lavoro al fianco dei Nexus di Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi. Ogni registrazione è un viaggio nel tempo, un mosaico sonoro che disvela l'intensità e la profondità del percorso di Minafra.

Pino Minafra per Livio non è solo un musicista, ma un catalizzatore di energie artistiche e culturali. Fondatore della Italian Instabile Orchestra nel 1990 e collaboratore di artisti come Cecil Taylor e Anthony Braxton, ha incarnato il ruolo di innovatore capace di unire radici e avanguardia. La sua musica è un manifesto della libertà espressiva e dell'urgenza di superare i confini stilistici, tracciando un sentiero che oggi il figlio Livio Minafra ripercorre e celebra.

"Riascoltare queste cassette è stato come aprire una finestra sul passato" ha dichiarato Livio Minafra. "Ho scoperto un Pino giovane, energico, in continuo fermento creativo. Queste tracce raccontano non solo l'evoluzione di un artista, ma anche la vitalità di un territorio, la Puglia, che ha sempre avuto un ruolo centrale nel jazz italiano".

Con Lost Tapes Vol. 21, Livio Minafra rende omaggio al padre e sottolinea il valore della memoria come fonte inesauribile di ispirazione. Questa operazione, che unisce filologia musicale e passione personale, si inserisce nella serie "Lost Tapes", un progetto dedicato alla riscoperta di grandi autori dimenticati, ridonando loro il posto che meritano nella storia della musica.

Disponibile in formato digitale, il disco invita l'ascoltatore a immergersi in un'epoca di fermento e a scoprire le radici di un linguaggio musicale che ha saputo parlare al mondo. Lost Tapes Vol. 21 è, dunque, molto più di un album: è un tributo all'arte come atto eterno di creazione e memoria.

Per ascoltare il disco: [Lost Tapes Vol. 21 in digitale (https://ngp.lnk.to/pinobeg)