Mons. Cornacchia: "La nostra vocazione è accendere nuove luci" FOTO
Il racconto della cerimonia di insediamento del nuovo Vescovo
domenica 21 febbraio 2016
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Già dalle prime ore di ieri mattina le transenne lungo i marciapiedi di corso Dante e gli addobbi floreali sul grande portone d'ingresso della Cattedrale a Molfetta, facevano pensare all'evento del pomeriggio. In alto lo stemma del nuovo Pastore e il suo motto "Servire domino in laetitia".
Con qualche minuto di ritardo sul programma, Mons. Cornacchia è arrivato sul sagrato della Cattedrale.
"Bacio la terra che il Signore mi ha indicato", ha detto il Vescovo prima che un grande applauso si levasse dalla folla di fedeli e curiosi su Corso Dante.
Va ai malati il primo pensiero di Mons. Cornacchia: "Dite grazie al buon Pastore, siate perseveranti e non voltatevi mai indietro con nostalgia. Esprimo il mio grazie al Signore Gesù che mi affida a voi come Vescovo e guida di questa splendida porzione di Chiesa", dice Mons. Cornacchia dal sagrato del Purgatorio prima di rivolgere un pensiero e una preghiera per Mons. Amato e il Vescovo Martella "a cui ci affidiamo". Saluti anche a Trifone e Marcello, fratelli di don Tonino e alle famiglie Martella e Amato "vi stringo con affetto".
"Vi parlerò di perdono, carità e di gioia. Voglio stare in mezzo a voi, non fare il capofila. L'opera di Gesù la andremo a incrementare e approfondire. Accetteremo di passare attraverso la prova del sacrificio e della morte. Siamo stati chiamati a essere fruttiferi, a sederci alla mensa della solidarietà, della simpatia e delle benevolenza, condivisi con tutti. Nessuno deve sentirsi mai escluso.Insieme al popolo e fare mie le ansie, i gemiti di tutti. Non desidero altro che la mia vita sia sempre più impregnata della Vostra come la vita del Pastore profuma delle sue pecorelle. Vi prego di pregare per me mentre vi abbraccio e vi benedico".
Una lunga e composta processione ha accompagnando l'ingresso di Mons. Cornacchia in Cattedrale mentre le campane suonavano a festa sul Borgo.
Nel suo ingresso, in Vescovo ha baciato il Crocifisso ricevuto da Mons. Francesco Gadaleta, Arcidiacono del Capitolo Cattedrale, poi gli stipiti della Porta della Misericordia. Subito dopo ha accolto l'aspersorio per segnare se stesso e aspergere l'assemblea.
"Sono felice, felicissimo di stare qui. Benvenuti attorno alla mensa della parola di Dio e dell'Eucarestia. E' da qui che parte il nostro cammino in letizia. Incredulità e stupore hanno fatto breccia anche nel mio cuore quando mi è stato comunicato di entrare in questa Diocesi. Verso i miei predecessori la mia venerazione e rispetto sommo. Eccomi Signore, sono pronto a fare la tua volontà. La tua luce e la tua volontà mi danno la forza. A questa diocesi dico: coraggio, riprendi il tuo cammino, seguendo Dio che conduce. Questa è la nostra vocazione: accendere nuove luci. E vengo tra voi per alimentare la luce della fede e della speranza. Ho bisogno di voi in quest'opera. Siamo chiamati a collaborare e a non contrapporci. Apriamo le nostre Chiese. Ai giovani mi rivolgo come fratello e compagno di viaggio: siate coraggiosi. Sforziamoci tutti in modo tale da essere esempi da imitare e non evitare" la sua prima omelia da Vescovo della nostra diocesi.
Presenti alla cerimonia il sindaco Ottombrini insieme ai suoi colleghi di Terlizzi, Giovinazzo e Molfetta.
Foto di Cosma Cacciapaglia, Palma Salvemini e Giuseppe Clemente
Con qualche minuto di ritardo sul programma, Mons. Cornacchia è arrivato sul sagrato della Cattedrale.
"Bacio la terra che il Signore mi ha indicato", ha detto il Vescovo prima che un grande applauso si levasse dalla folla di fedeli e curiosi su Corso Dante.
Va ai malati il primo pensiero di Mons. Cornacchia: "Dite grazie al buon Pastore, siate perseveranti e non voltatevi mai indietro con nostalgia. Esprimo il mio grazie al Signore Gesù che mi affida a voi come Vescovo e guida di questa splendida porzione di Chiesa", dice Mons. Cornacchia dal sagrato del Purgatorio prima di rivolgere un pensiero e una preghiera per Mons. Amato e il Vescovo Martella "a cui ci affidiamo". Saluti anche a Trifone e Marcello, fratelli di don Tonino e alle famiglie Martella e Amato "vi stringo con affetto".
"Vi parlerò di perdono, carità e di gioia. Voglio stare in mezzo a voi, non fare il capofila. L'opera di Gesù la andremo a incrementare e approfondire. Accetteremo di passare attraverso la prova del sacrificio e della morte. Siamo stati chiamati a essere fruttiferi, a sederci alla mensa della solidarietà, della simpatia e delle benevolenza, condivisi con tutti. Nessuno deve sentirsi mai escluso.Insieme al popolo e fare mie le ansie, i gemiti di tutti. Non desidero altro che la mia vita sia sempre più impregnata della Vostra come la vita del Pastore profuma delle sue pecorelle. Vi prego di pregare per me mentre vi abbraccio e vi benedico".
Una lunga e composta processione ha accompagnando l'ingresso di Mons. Cornacchia in Cattedrale mentre le campane suonavano a festa sul Borgo.
Nel suo ingresso, in Vescovo ha baciato il Crocifisso ricevuto da Mons. Francesco Gadaleta, Arcidiacono del Capitolo Cattedrale, poi gli stipiti della Porta della Misericordia. Subito dopo ha accolto l'aspersorio per segnare se stesso e aspergere l'assemblea.
"Sono felice, felicissimo di stare qui. Benvenuti attorno alla mensa della parola di Dio e dell'Eucarestia. E' da qui che parte il nostro cammino in letizia. Incredulità e stupore hanno fatto breccia anche nel mio cuore quando mi è stato comunicato di entrare in questa Diocesi. Verso i miei predecessori la mia venerazione e rispetto sommo. Eccomi Signore, sono pronto a fare la tua volontà. La tua luce e la tua volontà mi danno la forza. A questa diocesi dico: coraggio, riprendi il tuo cammino, seguendo Dio che conduce. Questa è la nostra vocazione: accendere nuove luci. E vengo tra voi per alimentare la luce della fede e della speranza. Ho bisogno di voi in quest'opera. Siamo chiamati a collaborare e a non contrapporci. Apriamo le nostre Chiese. Ai giovani mi rivolgo come fratello e compagno di viaggio: siate coraggiosi. Sforziamoci tutti in modo tale da essere esempi da imitare e non evitare" la sua prima omelia da Vescovo della nostra diocesi.
Presenti alla cerimonia il sindaco Ottombrini insieme ai suoi colleghi di Terlizzi, Giovinazzo e Molfetta.
Foto di Cosma Cacciapaglia, Palma Salvemini e Giuseppe Clemente