L'istituto "Tannoia" non è agibile
Provvedimento di chiusura della Città Metropolitana
venerdì 9 dicembre 2016
7.20
La sede succursale dell'istituto tecnico commerciale "Tannoia" di Ruvo dovrà essere chiusa e sgomberata. All'istituto è stato notificato un provvedimento di chiusura da parte della Città Metropolitana di Bari a causa dell'esito negativo dell'indagine strutturale sui solai dell'edificio. La struttura risulta essere completamente inadeguata allo svolgimento delle attività didattiche in condizioni di sicurezza. I Giovani Comunisti ruvesi e Rifondazione Comunista di Ruvo esprime rammarico per la vicenda. «In uno Stato che si reputa giunto ad un alto livello di sviluppo - si legge in una nota - consideriamo inaccettabile la totale mancanza delle minime condizioni di sicurezza all'interno degli edifici pubblici.
«Le scuole che necessitano di interventi strutturali immediati sono il 23% del totale - continua la nota - cioè un quarto delle scuole italiane ha un elevato rischio di crolli. Oltre questo, va considerato che la metà degli edifici scolastici è stata costruita prima del 1974, anno in cui furono introdotte importanti prescrizioni di sicurezza. È grave che, mancando ancora una completa anagrafe del patrimonio edilizio scolastico, non vengano avviati i prioritari interventi di messa in sicurezza. Attualmente il 70% di essi sono "non strutturali", quindi comportano un elevato spreco di denaro pubblico, senza risolvere il problema alla radice. Non va neanche tralasciata la natura economica della questione: a causa del patto di stabilità e dei noti tagli alla spesa pubblica gli enti locali si ritrovano impossibilitati ad avviare investimenti in materia.»
«Oggi lo Stato ha completamente dimenticato la scuola pubblica, lasciandola abbandonata a se stessa. I fondi vengono continuamente tagliati e per questo riteniamo fondamentale ci sia un'inversione di tendenza, con un piano di investimenti pubblici per le nostre scuole.
Nel rispetto della Costituzione che garantisce il diritto allo studio per tutti, lo Stato non può favorire con investimenti la scuola privata rispetto a quella pubblica e con sgravi fiscali chi ci si iscrive, creando così un sistema di istruzione differenziata tra chi può permettersela e chi no.
Auspichiamo che Governo ed enti locali inizino a percepire la scuola pubblica come un ambito di investimento in termini di futuro e sviluppo culturale e sociale. Ci rivolgiamo, infine, all'Amministrazione comunale, chiedendo una soluzione immediata e duratura che garantisca agli studenti del Tannoia di proseguire regolarmente le attività didattiche, in nome dell'inviolabilità del diritto allo studio sopracitato.»
«Le scuole che necessitano di interventi strutturali immediati sono il 23% del totale - continua la nota - cioè un quarto delle scuole italiane ha un elevato rischio di crolli. Oltre questo, va considerato che la metà degli edifici scolastici è stata costruita prima del 1974, anno in cui furono introdotte importanti prescrizioni di sicurezza. È grave che, mancando ancora una completa anagrafe del patrimonio edilizio scolastico, non vengano avviati i prioritari interventi di messa in sicurezza. Attualmente il 70% di essi sono "non strutturali", quindi comportano un elevato spreco di denaro pubblico, senza risolvere il problema alla radice. Non va neanche tralasciata la natura economica della questione: a causa del patto di stabilità e dei noti tagli alla spesa pubblica gli enti locali si ritrovano impossibilitati ad avviare investimenti in materia.»
«Oggi lo Stato ha completamente dimenticato la scuola pubblica, lasciandola abbandonata a se stessa. I fondi vengono continuamente tagliati e per questo riteniamo fondamentale ci sia un'inversione di tendenza, con un piano di investimenti pubblici per le nostre scuole.
Nel rispetto della Costituzione che garantisce il diritto allo studio per tutti, lo Stato non può favorire con investimenti la scuola privata rispetto a quella pubblica e con sgravi fiscali chi ci si iscrive, creando così un sistema di istruzione differenziata tra chi può permettersela e chi no.
Auspichiamo che Governo ed enti locali inizino a percepire la scuola pubblica come un ambito di investimento in termini di futuro e sviluppo culturale e sociale. Ci rivolgiamo, infine, all'Amministrazione comunale, chiedendo una soluzione immediata e duratura che garantisca agli studenti del Tannoia di proseguire regolarmente le attività didattiche, in nome dell'inviolabilità del diritto allo studio sopracitato.»