L'antico rito della salsa: la tradizione pugliese che unisce le generazioni

La tradizione pugliese della salsa fatta in casa raccontata da Carmine Lovino, tra memoria, passione e sapori senza tempo

giovedì 22 agosto 2024
A cura di Teresa Fiore
Nelle terre assolate della Puglia, dove il sole d'agosto fa maturare gli ultimi frutti dell'estate, si rinnova una tradizione che unisce generazioni. È il rito della salsa fatta in casa, un'usanza che, con il passare degli anni, non solo ha resistito al tempo, ma è diventata un simbolo d'identità culturale, un ponte tra passato e presente.

In ogni angolo della regione, dal Gargano al Salento, l'odore dolce dei pomodori appena raccolti inizia a riempire l'aria, accompagnato dal rumore delle bottiglie che tintinnano, dei pentoloni che borbottano e delle voci che si sovrappongono in un'armoniosa unione familiare. È un momento atteso, che segna la fine dell'estate e il principio di un inverno che sarà addolcito da quei sapori e profumi racchiusi con cura in ogni bottiglia.

Tra i tanti che continuano a praticare questo antico rito, spicca a Ruvo di Puglia Carmine Lovino. "È da 40 anni che in questo periodo il rito della salsa si ripete", racconta Carmine con orgoglio. "Ho iniziato da bambino, aiutando i miei nonni, poi i miei genitori. Oggi, con mia moglie e le mie figlie, cerco di portare avanti questo rituale che è parte integrante della nostra vita e della nostra identità."

La preparazione della salsa, per Carmine, non è solo una tradizione, ma un vero e proprio atto d'amore. Ogni anno, lui e la sua famiglia dedicano giorni a selezionare i migliori pomodori. "Le modalità sono cambiate nel tempo," spiega, "con l'arrivo di strumenti più moderni, ma il principio resta lo stesso, scandito da passaggi semplici ma collaudati: si lavano le bottiglie con cura, si selezionano i pomodori più belli e maturi, si lavano e si scaldano. Poi arriva il momento magico: si passano i pomodori e il loro succo rosso, denso, esce come per incanto. Le bottiglie si riempiono e poi si dà il famoso 'bagno', la bollitura che le rende pronte a conservare il sapore dell'estate per i mesi a venire."

Ma per Carmine, la salsa non è solo un prodotto da conservare; è l'ingrediente principale delle sue creazioni culinarie. Ottimo cuoco, Carmine ama sperimentare in cucina e ogni suo piatto è un omaggio alla tradizione, arricchito dal tocco unico della sua salsa fatta in casa. "La salsa è il cuore della mia cucina," dice. "Che sia un semplice piatto di orecchiette al sugo o una ricetta più elaborata, quel sapore di pomodoro che si sprigiona dalle bottiglie aperte in inverno mi riporta all'estate, alla fatica, al calore della mia famiglia."

Carmine è convinto che il valore di questo rituale vada oltre la semplice preparazione di un alimento: è un legame con le proprie radici, un modo per trasmettere alle nuove generazioni non solo un sapere, ma anche un modo di vivere, di sentire il tempo che passa, scandito dai ritmi della natura e dai gesti antichi. "Quando la domenica apri una bottiglia di salsa," continua Carmine, "magicamente senti in cucina il profumo del pomodoro. È come se l'estate tornasse a farti visita, anche in pieno inverno. È un profumo che racchiude ricordi, sapori e l'amore per la terra."

In un'epoca in cui le belle tradizioni rischiano di essere dimenticate, il rito della salsa c'è ancora, come un atto di resistenza culturale. E mentre il sole di fine estate cala all'orizzonte, le famiglie pugliesi si dedicano con passione a questa pratica, custodendo con cura un pezzo di storia, cultura e amore, racchiuso in ogni bottiglia, pronte a portare calore e sapore nelle fredde giornate d'inverno. Così, tra le mura di casa, la tradizione continua a vivere, passando di mano in mano, di cuore in cuore.
salsa
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