In memoria delle vittime Covid, Chieco: «Ne usciremo lavorando fianco a fianco»
Il commento del sindaco al termine del momento commemorativo
giovedì 18 marzo 2021
12.21
«Abbiamo deciso di accogliere l'invito del presidente di Anci Antonio Decaro e di osservare anche a Ruvo di Puglia un minuto di silenzio davanti alle bandiere a mezz'asta per onorare la prima "Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell'Epidemia di Coronavirus" istituita appena ieri dalla commissione Affari costituzionali del Senato». È il commento del sindaco pasquale Chieco al termine del momento commemorativo di questa prima giornata nazionale davanti agli uffici del Comune di Ruvo di Puglia in via Amendola.
«Pur nel poco tempo che abbiamo avuto per organizzarci ho voluto che a questo momento di ricordo e di riflessione fossero rappresentati coloro che ogni giorno fanno la propria parte nel combattere questa battaglia contro il virus. Solo una piccola parte di una platea molto più vasta, certo (chiedo scusa a chi non siamo riusciti a contattare per tempo e ringrazio chi ha trovato qualche minuto di tempo nella propria mattinata per essere con noi), ma in rappresentanza di tutti.
Perché più delle parole (tante ne abbiamo già dette in questo lungo anno) volevo che ci fossero i volti e le storie, perché in questo momento ognuno non rappresenta solo se stesso, ma gruppi, categorie, le tante parti di un tutto: la divisa di un vigile o di un carabiniere, la tuta luccicante di un operatore della protezione civile, il camice di un medico, l'abito di una suora, tutte le parti di un Consiglio Comunale, il viso di un'insegnante che parla da un monitor, tutti coloro che lavorano nell'Amministrazione, le mani e gli sguardi di un'assistente sociale o di chi fa volontariato.
E infine, come a tenere insieme tutta questa moltitudine, una fascia tricolore che anche in questo caso vale oltre la persona che ha l'onore e l'onere di indossarla pro tempore.
Perché da questa storia ne usciremo, e lo faremo perché sappiamo lavorare fianco a fianco, ognuno facendo la sua parte; perché abbiamo saputo creare un'alleanza che, lo credo fermamente, arricchirà la nostra comunità anche a pandemia finita, per gli anni a venire».
«Pur nel poco tempo che abbiamo avuto per organizzarci ho voluto che a questo momento di ricordo e di riflessione fossero rappresentati coloro che ogni giorno fanno la propria parte nel combattere questa battaglia contro il virus. Solo una piccola parte di una platea molto più vasta, certo (chiedo scusa a chi non siamo riusciti a contattare per tempo e ringrazio chi ha trovato qualche minuto di tempo nella propria mattinata per essere con noi), ma in rappresentanza di tutti.
Perché più delle parole (tante ne abbiamo già dette in questo lungo anno) volevo che ci fossero i volti e le storie, perché in questo momento ognuno non rappresenta solo se stesso, ma gruppi, categorie, le tante parti di un tutto: la divisa di un vigile o di un carabiniere, la tuta luccicante di un operatore della protezione civile, il camice di un medico, l'abito di una suora, tutte le parti di un Consiglio Comunale, il viso di un'insegnante che parla da un monitor, tutti coloro che lavorano nell'Amministrazione, le mani e gli sguardi di un'assistente sociale o di chi fa volontariato.
E infine, come a tenere insieme tutta questa moltitudine, una fascia tricolore che anche in questo caso vale oltre la persona che ha l'onore e l'onere di indossarla pro tempore.
Perché da questa storia ne usciremo, e lo faremo perché sappiamo lavorare fianco a fianco, ognuno facendo la sua parte; perché abbiamo saputo creare un'alleanza che, lo credo fermamente, arricchirà la nostra comunità anche a pandemia finita, per gli anni a venire».