Il sindaco Pasquale Chieco è tra i mille sindaci italiani che chiedono a Draghi di andare avanti
«A mio giudizio le condizioni che hanno richiesto questo sforzo di unità nazionale sono se possibile ancora più valide di quando il Governo Draghi ha iniziato il suo percorso»
lunedì 18 luglio 2022
10.31
C'è anche il sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco tra i mille sindaci di tutta Italia, di centrosinistra o civici per lo più, ma anche di centrodestra, che hanno firmato un documento con il quale chiedono al presidente Mario Draghi di andare avanti e di accettare un eventuale reincarico da parte del Parlamento.
Sono ore cruciali per il primo ministro italiano e per l'Italia stessa, in bilico tra un Draghi bis e un ritorno al voto in autunno. Pasquale Chieco è tra quelli che tifa per la prima opzione: «Andare avanti - dice - è necessario perché la congiuntura è particolarmente delicata, perché in Europa c'è una guerra drammatica le cui conseguenze riguardano tutti noi, perché la crisi economica che stiamo attraversando, con l'inflazione mai vista così da 40 anni, ha bisogno di un'azione di governo quotidiana e tempestiva, perché con i fondi del PNRR stiamo facendo un lavoro importante per aggiornare il Paese che sarebbe assurdo rallentare e perché a mio giudizio le condizioni che hanno richiesto questo sforzo di unità nazionale sono se possibile ancora più valide di quando il Governo Draghi ha iniziato il suo percorso».
Le contrapposizioni con i Cinque Stelle? «La politica è l'arte della mediazione e mi pare di capire che in questa situazione tutti abbiano una quota, grande o piccola, di ragione» è il punto di vista di Chieco. «Certo, come sempre c'è qualcuno che, invece di contribuire a risolvere i problemi soffia sul fuoco. Credo invece che sia importante che tutte le personalità coinvolte mettano in primo piano gli interessi generali a cominciare da quelli di tutela e di sostegno delle persone che vivono del proprio lavoro e di quelle più fragili ed esposte agli effetti negativi della crisi».
«È uno dei momenti nella storia del nostro paese e dell'Europa unita in cui chi ha l'onore e l'onere di amministrare la cosa pubblica deve mostrarsi all'altezza dei propri compiti.
Domani (oggi, ndr) sarò come sempre al lavoro dietro la mia scrivania e per le strade della mia città. Dal punto di vista di un sindaco l'interruzione prematura dell'azione di governo è davvero incomprensibile: i problemi quotidiani delle famiglie, del mondo del lavoro e delle imprese sono lì dietro la porta e richiedono attenzione e impegno da parte di tutte le istituzioni. E allora, per il bene comune, andiamo avanti».
Sono ore cruciali per il primo ministro italiano e per l'Italia stessa, in bilico tra un Draghi bis e un ritorno al voto in autunno. Pasquale Chieco è tra quelli che tifa per la prima opzione: «Andare avanti - dice - è necessario perché la congiuntura è particolarmente delicata, perché in Europa c'è una guerra drammatica le cui conseguenze riguardano tutti noi, perché la crisi economica che stiamo attraversando, con l'inflazione mai vista così da 40 anni, ha bisogno di un'azione di governo quotidiana e tempestiva, perché con i fondi del PNRR stiamo facendo un lavoro importante per aggiornare il Paese che sarebbe assurdo rallentare e perché a mio giudizio le condizioni che hanno richiesto questo sforzo di unità nazionale sono se possibile ancora più valide di quando il Governo Draghi ha iniziato il suo percorso».
Le contrapposizioni con i Cinque Stelle? «La politica è l'arte della mediazione e mi pare di capire che in questa situazione tutti abbiano una quota, grande o piccola, di ragione» è il punto di vista di Chieco. «Certo, come sempre c'è qualcuno che, invece di contribuire a risolvere i problemi soffia sul fuoco. Credo invece che sia importante che tutte le personalità coinvolte mettano in primo piano gli interessi generali a cominciare da quelli di tutela e di sostegno delle persone che vivono del proprio lavoro e di quelle più fragili ed esposte agli effetti negativi della crisi».
«È uno dei momenti nella storia del nostro paese e dell'Europa unita in cui chi ha l'onore e l'onere di amministrare la cosa pubblica deve mostrarsi all'altezza dei propri compiti.
Domani (oggi, ndr) sarò come sempre al lavoro dietro la mia scrivania e per le strade della mia città. Dal punto di vista di un sindaco l'interruzione prematura dell'azione di governo è davvero incomprensibile: i problemi quotidiani delle famiglie, del mondo del lavoro e delle imprese sono lì dietro la porta e richiedono attenzione e impegno da parte di tutte le istituzioni. E allora, per il bene comune, andiamo avanti».