Il “San Rocco d’argento”: la Sovrintendenza blocca la processione
La statua rimarrà esposta in Cattedrale – Le foto dei dettagli e di alcuni danneggiamenti
giovedì 23 marzo 2017
23.47
È da qualche settimana che, di ritorno dalla mostra "La Misericordia nell'Arte", la statua argentea di san Rocco del napoletano Giuseppe Sammartino è esposta continuativamente nella Cattedrale di Ruvo di Puglia.
La decisione proviene dalla Sovrintendenza all'Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Bari. A seguito di un sopralluogo effettuato dalla dottoressa De Bellis e dal signor Iacobellis, si è stabilito di esporre l'opera d'arte settecentesca all'interno della Cattedrale, in una nicchia dell'antico "coro di notte", oggi cappella del Santissimo Sacramento. I tecnici delle Belle Arti, in occasione del restauro del 2010, hanno evidenziato lacune e gravi problemi strutturali dovuti alle processioni e a tradizioni non più in essere, come l'applicazione di elementi metallici votivi che, irreparabilmente, hanno leso la lamina esterna.
La Sovrintendenza ha dunque raccomandato di evitare qualunque spostamento non necessario e soprattutto il trasporto processionale. Proprio per questi motivi, don Salvatore, conscio del significato e del valore intrinseco del simulacro, ha accettato le prescrizioni dell'organo di controllo, certo che questa sia un'occasione da non tralasciare per i ruvesi e per i tanti turisti che ogni giorno visitano la città. Esporre questo prezioso manufatto di argenteria napoletana, permetterà a molti di avvicinarsi all'arte e alla fede che ha caratterizzato le scelte dei nostri avi. Posto accanto ad affreschi di epoca medievale, a tavole e sculture rinascimentali e a raffigurazioni di epoca barocca, san Rocco racconterà la storia antica di Ruvo di Puglia e, soprattutto, le vicende di quei ruvesi che negli ultimi duecentoventiquattro anni hanno chiesto ed ottenuto la protezione al santo di Montpellier.
Per completare la bellezza artistica della Cattedrale, le sedie tanto osteggiate dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, sono state sostituite da manufatti lignei che riprendono lo stile artistico dei banchi già presenti in chiesa. A dare ulteriormente valore a questa realizzazione, è la provenienza "solidale" del prodotto. Le sedie sono state ideate e costruite nel Sud America dalle comunità giovanili del progetto "Mato Grosso" che si occupa di creare lavoro in alcuni dei paesi più poveri del mondo, aiutando tanti ragazzi a lavorare nella propria terra sfruttando le risorse che questa offre.
L'intuizione pare essere stata vincente poiché si è riusciti a rispondere a critiche sterili con un vero gesto d'amore verso i più deboli.
La decisione proviene dalla Sovrintendenza all'Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Bari. A seguito di un sopralluogo effettuato dalla dottoressa De Bellis e dal signor Iacobellis, si è stabilito di esporre l'opera d'arte settecentesca all'interno della Cattedrale, in una nicchia dell'antico "coro di notte", oggi cappella del Santissimo Sacramento. I tecnici delle Belle Arti, in occasione del restauro del 2010, hanno evidenziato lacune e gravi problemi strutturali dovuti alle processioni e a tradizioni non più in essere, come l'applicazione di elementi metallici votivi che, irreparabilmente, hanno leso la lamina esterna.
La Sovrintendenza ha dunque raccomandato di evitare qualunque spostamento non necessario e soprattutto il trasporto processionale. Proprio per questi motivi, don Salvatore, conscio del significato e del valore intrinseco del simulacro, ha accettato le prescrizioni dell'organo di controllo, certo che questa sia un'occasione da non tralasciare per i ruvesi e per i tanti turisti che ogni giorno visitano la città. Esporre questo prezioso manufatto di argenteria napoletana, permetterà a molti di avvicinarsi all'arte e alla fede che ha caratterizzato le scelte dei nostri avi. Posto accanto ad affreschi di epoca medievale, a tavole e sculture rinascimentali e a raffigurazioni di epoca barocca, san Rocco racconterà la storia antica di Ruvo di Puglia e, soprattutto, le vicende di quei ruvesi che negli ultimi duecentoventiquattro anni hanno chiesto ed ottenuto la protezione al santo di Montpellier.
Per completare la bellezza artistica della Cattedrale, le sedie tanto osteggiate dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, sono state sostituite da manufatti lignei che riprendono lo stile artistico dei banchi già presenti in chiesa. A dare ulteriormente valore a questa realizzazione, è la provenienza "solidale" del prodotto. Le sedie sono state ideate e costruite nel Sud America dalle comunità giovanili del progetto "Mato Grosso" che si occupa di creare lavoro in alcuni dei paesi più poveri del mondo, aiutando tanti ragazzi a lavorare nella propria terra sfruttando le risorse che questa offre.
L'intuizione pare essere stata vincente poiché si è riusciti a rispondere a critiche sterili con un vero gesto d'amore verso i più deboli.