Il Museo Jatta e la ricerca sui vasi antichi: un ponte tra Ruvo e Dresda

Analisi approfondite sui reperti in stile Gnathia svelano nuove connessioni storiche e artistiche

lunedì 16 settembre 2024
A cura di Teresa Fiore
Il Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia ha recentemente ospitato la dott.ssa Valentina Garaffa, archeologa che sta conducendo una ricerca innovativa su alcuni vasi conservati nella collezione del museo. Questo studio si inserisce nel più ampio progetto del Corpus Vasorum Antiquorum, uno dei più prestigiosi programmi di studio sui vasi antichi, condotto in collaborazione con la Bayerische Akademie der Wissenschaften, con cui la dott.ssa Garaffa collabora da tre anni.

La ricerca mira a mettere in relazione i vasi custoditi a Ruvo con la collezione del Museo di Dresda, con un focus particolare sui vasi nello stile di Gnathia, caratterizzati da vernice nera e decorazioni a sovradipinture bianche, gialle e rosse. Nonostante questa classe di vasi non sia molto conosciuta, si è dimostrata essenziale per comprendere la produzione vascolare nell'Italia meridionale.

Durante lo studio, la dott.ssa Garaffa ha approfondito l'analisi di vasi provenienti da Ruvo, già attribuiti dal direttore del Museo di Dresda, il dott. Heinrich Wilhelm Schulz. In particolare, la ricerca si è concentrata sulla comparazione tra questi reperti e quelli di Egnazia e la collezione Jatta. Utilizzando strumenti tecnici come un microscopio portatile, Garaffa ha esaminato dettagli come l'impasto dell'argilla, i colori, le incisioni e altre particolarità, arricchendo così il quadro storico e artistico di questi reperti.

Grazie a questa dettagliata analisi, sono emerse molteplici analogie tra i vasi di Dresda e quelli del Museo Jatta, che potranno fornire nuovi elementi per migliorare l'attribuzione e la cronologia di questi manufatti. Risultati che rappresentano un contributo prezioso per il prossimo volume del Corpus Vasorum Antiquorum, arricchendo la conoscenza del patrimonio artistico antico del sud Italia e aprendo nuove prospettive di studio.

L'iniziativa si configura dunque come un'importante collaborazione internazionale tra musei e accademie, con l'obiettivo di approfondire la comprensione della ceramica antica e promuovere la valorizzazione dei reperti conservati nei musei italiani.