Il Museo diocesano presenta il volume sul Santuario della Madonna delle Grazie di Ruvo di Puglia

Prosegue l'attività di valorizzazione del patrimonio ecclesiastico locale

martedì 22 maggio 2018
Il Museo Diocesano di Molfetta e la FeArT Società Cooperativa, suo ente gestore, proseguono l'attività di valorizzazione del patrimonio diocesano, in continuità con quanto realizzato la scorsa estate presso alcuni siti ecclesiastici di Ruvo di Puglia e Terlizzi con il progetto "Art Visual Tour", nell'ambito del bando "In Puglia 365 Estate" volto alla promozione delle città dell'entroterra.

L'Istituzione diocesana, infatti, si fa promotrice della presentazione del volume Da "ruralis ecclesia" a santuario cittadino: la chiesa della Madonna delle Grazie a Ruvo. E una proposta per Carlo Rosa (1613-1678), architetto e pittore. La pubblicazione di Francesco Di Palo, edita da Claudio Grenzi, intende contribuire alla migliore conoscenza del sito sotto il duplice aspetto del culto e dell'arte, ma anche cercare di approfondire le motivazione che sono alla base del suo radicamento nel tessuto sociale.

La presentazione avverrà mercoledì 23 maggio 2018 alle ore 19.30 presso il Santuario della Madonna delle Grazie a Ruvo alla presenza del rettore don Gianni Rafanelli e don Michele Amorosini, Direttore del Museo Diocesano di Molfetta. Durante la serata interverranno, inoltre, mons. Felice di Molfetta vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano, Mauro Vincenzo Fontana dell'Università di Basilicata e Stefano Milillo Presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte di Bitonto.

La chiesa si mostra raffinata ed elegante, frutto di un progetto coerente e risultato del coinvolgimento di maestranze locali dirette probabilmente dallo stesso Carlo Rosa (Giovinazzo 1613 - Bitonto 1678).
«Vi sono, infatti, - sostiene l'autore - nonostante il silenzio dei documenti, tutte le carte in regola per riconoscere in Rosa il vero artifex cui ricondurre, sebbene in periodi distinti, non solo il progetto e la paternità della chiesa e la direzione delle maestranze che la edificarono, ma anche l'ideazione e realizzazione, insieme alla "bottega", della fastosa macchina illusionistica barocca, pensata per contornare ed esaltare l'immagine sacra, sul modello delle cone "alla leccese" in legno e soprattutto in pietra».