Il centro storico definito “cesso storico”: completo degrado

La parola ai cittadini: «Stanno facendo morire il paese»

mercoledì 10 maggio 2017 10.53
A cura di Teresa Fiore
È da qualche giorno che tra i ruvesi e soprattutto attraverso i social si sta scatenando una forte polemica riguardo il perenne degrado che da tempo sta qualificando le strade del centro antico di Ruvo di Puglia.
Il degrado, la sporcizia e gli assembramenti continuano ad essere al centro del dibattito in città, tanto che in molti scrivono per lamentare il problema e colgono l'occasione per ironizzare sul tema definendo il centro storico un vero e proprio "cesso storico". Insomma, il centro del paese non è più simbolo di bellezza, storia, cultura e arte, ma rappresenta oramai l'incuria e l'abbandono in cui versa la città: l'invasione di rifiuti abbandonati lungo le stradine, la presenza di topi e zanzare, i proprietari di piccoli negozi costretti a trasferire la propria attività o addirittura a chiuderla definitivamente, sono solo alcuni dei problemi quotidiani che riguardano la città.

«Il nostro centro storico è in completo degrado, dalla pavimentazione agli abusi edilizi vergognosi, agli escrementi dei cani, al cattivo gusto di chi ci abita. Peccato, perché i centri storici portano economia! Dobbiamo fare in modo che i turisti ritornino», scrive il signor Biagio. Il centro diventa così una vetrina non apprezzata dai tanti turisti che, soprattutto nel periodo primaverile, amano visitare Ruvo di Puglia.
La proposta, sorta sui social, di riunire i cittadini per discutere della problematica, si è concretizzata. «L'Associazione Culturale e Sociale "Ruvo 2.0" ben consapevole della importanza e della necessità di dare il proprio contributo alla soluzione concreta della complessa problematica che attanaglia il centro storico ruvese - tanto da farne uno dei pilastri del proprio atto costitutivo - nelle scorse settimane ha ritenuto doveroso profondere impegno ed organizzare, presso Palazzo Caputi, uno stimolante convegno, espressamente intitolato al tema: "Come riorganizzare e rivitalizzare il centro antico" », è stato annunciato dall'Associazione Culturale e Sociale Ruvo 2.0. Ma ciò non è bastato a risolvere la questione. Il problema persiste e in città si continua a discutere e a inveire contro l'Amministrazione Comunale.

«Siamo tutti ruvesi e tutti amavamo questa nostra città, una volta. Se dovesse perdurare questa nostra disaffezione al nostro borgo, prima o poi anche la nostra personale dimora si ridurrà ad un rudere fatiscente, tutti e non solo i nostri figli decideranno di andar via dal nostro paese, le luci e non solo quelle dei nostri negozi si spegneranno una dietro l'altra e di Ruvo, città fiorente nel passato, aureo crogiolo di monete e vasi, rimarrà, forse un lontano, nostalgico ricordo», afferma convinto il signor Vito. In risposta un saggio e concreto messaggio alla città da parte del signor Sabino: «Io credo che ognuno di noi dovrebbe imporsi delle regole, ed essere dittatore di se stesso, per avere un cambiamento migliorativo». Anche il Sindaco Pasquale Chieco ha più volte espresso il suo parere a riguardo: «Ho in mente una comunità di cittadini informati e attivi che partecipano e collaborano col Sindaco alla gestione della città; ho l'ambizione di una città salubre e pulita sempre e ovunque grazie al contributo di tutti».

Dunque, tutti puntano il dito verso gli amministratori della città, ma è chiaro che la situazione non cambierà finché ogni cittadino non tornerà a rispettare il proprio patrimonio artistico e culturale eliminando, nel suo piccolo, il grave degrado che oggi regna sovrano.