Il cammino di Jennifer sulla via Francigena passa anche per Ruvo di Puglia
Il cammino visto con gli occhi della giovane donna svizzera
lunedì 6 maggio 2019
18.48
Un tratto della via Francigena, quel pezzo di strada quasi dimenticato eppure solcato nei secoli da migliaia di pellegrini. Quella strada quasi nascosta che costeggia la sp 231 (ex 98) e ogni tanto percorsa ancora da chi ha il coraggio di avventurarsi in luoghi poco conosciuti, da coloro che non amano adeguarsi alle scadenze dettate dal tempo, da coloro che sanno ancora mettersi in ascolto con se stessi, scoprendosi.
Quella strada che dall'Inghilterra e, attraverso la Francia, la Svizzera e l'Italia arriva a Roma per poi proseguire verso la Puglia, dove vi erano i porti di imbarco per la Terrasanta, meta dei pellegrini e crociati.
Una via, ora rintracciata più che mai da un sogno, da un pensiero. Mossi dal desiderio di trovare, cercare, spinti dalla curiosità della strada stessa, perennemente tesi verso qualcosa che si può trovare solo lungo il cammino; come anche scoprire comunità locali e nutrire quel senso di appartenenza per poi accorgersi che in fondo non siamo così diversi gli uni dagli altri o addirittura unirsi, durante i lunghi silenzi catartici che predominano i sentieri, con Dio.
Quel pezzo di strada che passa anche da Ruvo di Puglia : la via Francigena-direttrice via Traiana", segnando la 25esima tappa, inserita proprio ultimamente nell'itinerario promosso dalla Regione Puglia.
A Ruvo di Puglia ha sostato una giovane donna: la 33enne Jennifer, originaria della Svizzera, precisamente di Ginevra. Una donna sola, che ha deciso di mettersi in viaggio lungo la via Francigena, il cui obiettivo consiste di ritornare nella sua terra di origine, percorrendo ben 1.426,6 km a piedi.
Partita venerdì 12 aprile dalla punta estrema del tacco d'Italia, Santa Maria di Leuca, terra che segna la fine della millenaria via Francigena. Dopo quasi un mese è giunta ad Andria, dopo aver sostato a Ruvo di Puglia. Mediamente la giovane donna percorre 20/25 km al giorno, a volte fermandosi lungo la strada per riposarsi anche dal peso di quel zaino alpino di circa 15 kg che contiene il necessario, l'utile, quelle cose che solitamente nella quotidianità diamo per scontato ma così indispensabili per la sopravvivenza di chi decide di mettersi in cammino, come sacca per l'acqua, cibo, ricambio di indumenti, poncho, un kit di pronto soccorso, prodotti per l'igiene personale, mollette da bucato oppure il ciondolo di un fischietto legato attorno al collo, adoperato in caso di pericolo.
"In passato ho percorso a piedi lunghi sentieri, ad esempio seguendo itinerari escursionistici nel parco delle Alpi" – racconta Jennifer - "Ma questa volta, ho scelto un cammino molto più lungo, la via Francigena. Non rientra in una scelta ben precisa, perché non contano le strade ma ciò che scopri durante il viaggio. Non conta quanto tempo ci impieghi, perché in fin dei conti si tratta solo di numeri che in questa esperienza risultano poco rilevanti. Ho apprezzato paesaggi di una bellezza indescrivibile, oltre che degustare il buon cibo pugliese offertomi durante il cammino. Il pellegrinaggio, soprattutto, si rivela come un'occasione autentica per entrare in contatto con se stessi, di ricercare nelle profondità di se stesso, il senso della propria esistenza oltre che essere una preghiera perpetua che mi permette di congiungermi a Dio. La prossima tappa sarà Canosa di Puglia, direzione Roma e poi verso Assisi. Infatti, sui passi di San Francesco, intenderò percorrere le terre che testimoniano la vita e la predicazione del Poverello di Assisi, respirando quell'aria di semplicità ed essenzialità che ha accompagnato Francesco in ogni passo della sua vita".
La testimonianza di una rara esperienza di vita mistica, potrebbe rivelarsi un documento interessante della religiosità popolare, relegata ad un tempo remoto ma che continua a volte ad affacciarsi in quello odierno. I pellegrini, spinti dalla fede religiosa ma anche dalla curiosità verso la storia e le tradizioni di regioni antiche del mondo e piene di fascino. Così, si intraprendevano viaggi lunghi e faticosi ma che nonostante i rischi, nel corso della storia si sono intensificati ed allargati verso altri luoghi di particolare devozione fino a diventare dei veri e propri percorsi culturali e storici. Del resto lo stesso Goethe affermava: "la coscienza d'Europa è nata sulle vie del pellegrinaggio". Un dialogo pacifico, dunque, tra fede e cultura durato secoli, costantemente intrecciate tra loro dove la religione ha sempre rappresentato per le diverse culture il loro centro e l'anima profonda.
Quella strada che dall'Inghilterra e, attraverso la Francia, la Svizzera e l'Italia arriva a Roma per poi proseguire verso la Puglia, dove vi erano i porti di imbarco per la Terrasanta, meta dei pellegrini e crociati.
Una via, ora rintracciata più che mai da un sogno, da un pensiero. Mossi dal desiderio di trovare, cercare, spinti dalla curiosità della strada stessa, perennemente tesi verso qualcosa che si può trovare solo lungo il cammino; come anche scoprire comunità locali e nutrire quel senso di appartenenza per poi accorgersi che in fondo non siamo così diversi gli uni dagli altri o addirittura unirsi, durante i lunghi silenzi catartici che predominano i sentieri, con Dio.
Quel pezzo di strada che passa anche da Ruvo di Puglia : la via Francigena-direttrice via Traiana", segnando la 25esima tappa, inserita proprio ultimamente nell'itinerario promosso dalla Regione Puglia.
A Ruvo di Puglia ha sostato una giovane donna: la 33enne Jennifer, originaria della Svizzera, precisamente di Ginevra. Una donna sola, che ha deciso di mettersi in viaggio lungo la via Francigena, il cui obiettivo consiste di ritornare nella sua terra di origine, percorrendo ben 1.426,6 km a piedi.
Partita venerdì 12 aprile dalla punta estrema del tacco d'Italia, Santa Maria di Leuca, terra che segna la fine della millenaria via Francigena. Dopo quasi un mese è giunta ad Andria, dopo aver sostato a Ruvo di Puglia. Mediamente la giovane donna percorre 20/25 km al giorno, a volte fermandosi lungo la strada per riposarsi anche dal peso di quel zaino alpino di circa 15 kg che contiene il necessario, l'utile, quelle cose che solitamente nella quotidianità diamo per scontato ma così indispensabili per la sopravvivenza di chi decide di mettersi in cammino, come sacca per l'acqua, cibo, ricambio di indumenti, poncho, un kit di pronto soccorso, prodotti per l'igiene personale, mollette da bucato oppure il ciondolo di un fischietto legato attorno al collo, adoperato in caso di pericolo.
"In passato ho percorso a piedi lunghi sentieri, ad esempio seguendo itinerari escursionistici nel parco delle Alpi" – racconta Jennifer - "Ma questa volta, ho scelto un cammino molto più lungo, la via Francigena. Non rientra in una scelta ben precisa, perché non contano le strade ma ciò che scopri durante il viaggio. Non conta quanto tempo ci impieghi, perché in fin dei conti si tratta solo di numeri che in questa esperienza risultano poco rilevanti. Ho apprezzato paesaggi di una bellezza indescrivibile, oltre che degustare il buon cibo pugliese offertomi durante il cammino. Il pellegrinaggio, soprattutto, si rivela come un'occasione autentica per entrare in contatto con se stessi, di ricercare nelle profondità di se stesso, il senso della propria esistenza oltre che essere una preghiera perpetua che mi permette di congiungermi a Dio. La prossima tappa sarà Canosa di Puglia, direzione Roma e poi verso Assisi. Infatti, sui passi di San Francesco, intenderò percorrere le terre che testimoniano la vita e la predicazione del Poverello di Assisi, respirando quell'aria di semplicità ed essenzialità che ha accompagnato Francesco in ogni passo della sua vita".
La testimonianza di una rara esperienza di vita mistica, potrebbe rivelarsi un documento interessante della religiosità popolare, relegata ad un tempo remoto ma che continua a volte ad affacciarsi in quello odierno. I pellegrini, spinti dalla fede religiosa ma anche dalla curiosità verso la storia e le tradizioni di regioni antiche del mondo e piene di fascino. Così, si intraprendevano viaggi lunghi e faticosi ma che nonostante i rischi, nel corso della storia si sono intensificati ed allargati verso altri luoghi di particolare devozione fino a diventare dei veri e propri percorsi culturali e storici. Del resto lo stesso Goethe affermava: "la coscienza d'Europa è nata sulle vie del pellegrinaggio". Un dialogo pacifico, dunque, tra fede e cultura durato secoli, costantemente intrecciate tra loro dove la religione ha sempre rappresentato per le diverse culture il loro centro e l'anima profonda.