I “No Triv” chiedono aiuto al Parco dell’Alta Murgia
La battaglia referendaria per il “Sì” ai nastri di partenza
lunedì 29 febbraio 2016
7.51
«Vi chiediamo di sostenere con forza la campagna referendaria, nei modi e nelle forme che riterrete più opportuni, supportando il Sì». È il contenuto di un documento che il coordinamento "No Triv Terra di Bari" ha voluto far giungere al presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Cesare Veronico, e a tutto il consiglio direttivo dell'area protetta.
L'oggetto naturalmente è il referendum popolare che chiamerà al voto gli italiani il prossimo 17 aprile. Il quesito referendario chiede l'abrogazione dell'articolo 6 al comma 17, del Decreto legislativo 152/2006 nella parte che prevede che le trivellazioni possano proseguire fino ad esaurimento del giacimento. Riguarda una norma che consente e disciplina la ricerca e l'estrazione di idrocarburi entro 12 miglia dalla linea di costa, con una modifica introdotta di recente nel testo della legge secondo cui i permessi già rilasciati non abbiano scadenza. A proporre il referendum, oltre alle associazioni ambientaliste riunite nel coordinamento "No Triv", sono state ben 10 regioni italiane. I quesiti proposti da sottoporre alla volontà popolare erano 6, tre dei quali recepiti anche dal Governo.
Su due di essi pende il giudizio della Corte Costituzionale, si dovrà esprimere il prossimo 9 marzo, per cui non è escluso che possano essere ammessi. «La presenza di un solo quesito – secondo i No Triv – non svilisce l'importanza del referendum come esempio più alto di democrazia». Per questo il coordinamento chiede anche a quelle istituzioni pubbliche che fanno dell'ambiente la loro "mission", come è appunto il Parco dell'Alta Murgia, di prendere una chiara posizione rispetto ad un tema che potrebbe avere ripercussioni non solo per le comunità che si affacciano lungo la costa, ma anche per le popolazioni e i territori di aree non direttamente lambite dal mare, ma che potrebbero vedere compromessa l'azione di protezione messa in atto dal Parco Nazionale.
(Mino Ciocia)
L'oggetto naturalmente è il referendum popolare che chiamerà al voto gli italiani il prossimo 17 aprile. Il quesito referendario chiede l'abrogazione dell'articolo 6 al comma 17, del Decreto legislativo 152/2006 nella parte che prevede che le trivellazioni possano proseguire fino ad esaurimento del giacimento. Riguarda una norma che consente e disciplina la ricerca e l'estrazione di idrocarburi entro 12 miglia dalla linea di costa, con una modifica introdotta di recente nel testo della legge secondo cui i permessi già rilasciati non abbiano scadenza. A proporre il referendum, oltre alle associazioni ambientaliste riunite nel coordinamento "No Triv", sono state ben 10 regioni italiane. I quesiti proposti da sottoporre alla volontà popolare erano 6, tre dei quali recepiti anche dal Governo.
Su due di essi pende il giudizio della Corte Costituzionale, si dovrà esprimere il prossimo 9 marzo, per cui non è escluso che possano essere ammessi. «La presenza di un solo quesito – secondo i No Triv – non svilisce l'importanza del referendum come esempio più alto di democrazia». Per questo il coordinamento chiede anche a quelle istituzioni pubbliche che fanno dell'ambiente la loro "mission", come è appunto il Parco dell'Alta Murgia, di prendere una chiara posizione rispetto ad un tema che potrebbe avere ripercussioni non solo per le comunità che si affacciano lungo la costa, ma anche per le popolazioni e i territori di aree non direttamente lambite dal mare, ma che potrebbero vedere compromessa l'azione di protezione messa in atto dal Parco Nazionale.
(Mino Ciocia)