Flavia Pennetta per la 3°F della scuola media Cotugno
Premio Conad per il racconto a tema.
sabato 20 gennaio 2018
09.00
Gli errori: un'opportunità per migliorare. E' questo il titolo del racconto che la 3°F ha presentato al concorso Scrittori di Classe, sponsorizzato da Conad.
Il racconto a tema sportivo ha come fulcro il tennis. Stranamente nessuno di loro gioca a tennis, ma è evidente la curiosità verso questo sport.
Il racconto verrà edito dal gruppo Conad e pubblicato in tre milioni di copie. Un progetto editoriale vero e proprio, ci tiene a precisare Rinaldi, responsabile Conad. Il racconto si trasformerà in romanzo sotto le sapienti mani del giornalista sportivo Claudio Arrigoni.
Soddisfatta e orgogliosa si dice la dirigente (nonchè scrittrice) Lucia Sallustio: «Ruvo si è meritata il titolo di "città che legge" e sono convinta che la lettura genera scrittura. Chi ha voglia di scrivere deve soprattutto leggere. La lettura ci mette in discussione e ci fa crescere. Quando ci hanno proposto questo concorso ho hiesto di partecipare. Io sono dell'idea che bisogna partecipare per vincere, e se si perde ci si deve rimettere a lavorare meglio per riprovarci e tornare a provare a vincere.»
D'accordo con lei l'assessora Filograno, che elogia la città di Ruvo, capace di generare arte. «Ruvo è creativa, attiva e ha delle belle menti, che quando sono all'opera creano meraviglie.»
«Quello che mi ha colpito maggiormente del racconto» dichiara Arrigoni «è l'incidente della racchetta che si rompe. E' una bella occasione per partire da capo. Ricominciare. Dovete essere orgogliosi del vostro lavoro, che è risultato vincente su seimila elaborati. Il filo conduttore di questa storia e di tutte le storie di successo è uno solo: non dobbiamo arrenderci mai davanti alle difficoltà. Un esempio su tutto ce l'avete qui davanti a voi: Luca Mazzone.»
I ragazzi che conoscevano già il campione paralimpico mondiale l'hanno salutato con affetto, e l'hanno ascoltato con interesse.
Giunge poi Flavia Pennetta, accolta dall'inno italiano e dall'entusiasmo di tutta la classe.
La tennista, campionessa del mondo, si mette a disposizione della ragazzi. Sorridente, gioviale, alla mano. Ha gli occhi che le brillano e un sorriso che non l'abbandona mai. Racconta tantissimo di sé. Dei sacrifici fatti in favore dello sport, di quanto sia stata dura e difficile. Come abbia iniziato titubante e come non si sentisse pronta a tredici anni a partire per Roma e come abbia fatto questa scelta dopo due anni con una diversa consapevolezza.
«La mia vita era diversa dai miei coetanei, e non nascondo come per me sia stato il primo sacrificio. Non esisteva riposo, non esistevano uscite con le amiche o ragazzi. Tutta la mia vita era votata al tennis, e i miei genitori, la mia famiglia, sono stati un sostegno essenziale per me. Le sconfitte sono state numerosissime in vent'anni di carriera. Sono decisamente più delle vittorie. Ho avuto momenti di vero sconforto ma non ho mollato. La paura mi ha accompagnato spesso. La paura del fallimento, la paura di perdere, di non riuscire a giocare al meglio. Ho provato spesso a schiacciarla.»
«Il mio allenatore mi diceva non puoi pretendere di avere tutte giornate perfette. Di giornate perfette te ne capiteranno pochissime in un anno. Devi vivere le tue giornate al meglio e dare quello che per te è il meglio ogni giorno.»
Tartassata da un fiume di domande la tennista si presta con generosità. E racconta della sua vita privata come se stesse colloquiando con vecchi amici.
Racconta di come avrebbe voluto essere una mamma sin dall'età di 25 anni e della felicità provata quanto ha avuto il suo Federico, l'anno scorso. Racconta di come sia difficile avere amiche e di come quelle poche siano difficili da vedere.
Di come siano tirati i rapporti con le avversarie e di quanto le donne siano diverse dagli uomini anche nello sport.
Racconta dei suoi infortuni, del corpo affaticato, del polso usurato e dei dolori che l'hanno accompagnata durante la sua carriera. Racconta delle pause necessarie e del conforto che cercava a casa sua, nella sua Puglia e delle emozioni fortissime, indescrivibili quando ti rendi conto di essere la migliore del mondo.
«Non arrendetevi, non rinunciate mai ai vostri sogni. Costano fatica, dolore, e a volte vi sentirete soli. Non abbiate paura di chiedere aiuto. Ognuno di voi merita di pretendere di realizzare il proprio sogno.»
Il racconto a tema sportivo ha come fulcro il tennis. Stranamente nessuno di loro gioca a tennis, ma è evidente la curiosità verso questo sport.
Il racconto verrà edito dal gruppo Conad e pubblicato in tre milioni di copie. Un progetto editoriale vero e proprio, ci tiene a precisare Rinaldi, responsabile Conad. Il racconto si trasformerà in romanzo sotto le sapienti mani del giornalista sportivo Claudio Arrigoni.
Soddisfatta e orgogliosa si dice la dirigente (nonchè scrittrice) Lucia Sallustio: «Ruvo si è meritata il titolo di "città che legge" e sono convinta che la lettura genera scrittura. Chi ha voglia di scrivere deve soprattutto leggere. La lettura ci mette in discussione e ci fa crescere. Quando ci hanno proposto questo concorso ho hiesto di partecipare. Io sono dell'idea che bisogna partecipare per vincere, e se si perde ci si deve rimettere a lavorare meglio per riprovarci e tornare a provare a vincere.»
D'accordo con lei l'assessora Filograno, che elogia la città di Ruvo, capace di generare arte. «Ruvo è creativa, attiva e ha delle belle menti, che quando sono all'opera creano meraviglie.»
«Quello che mi ha colpito maggiormente del racconto» dichiara Arrigoni «è l'incidente della racchetta che si rompe. E' una bella occasione per partire da capo. Ricominciare. Dovete essere orgogliosi del vostro lavoro, che è risultato vincente su seimila elaborati. Il filo conduttore di questa storia e di tutte le storie di successo è uno solo: non dobbiamo arrenderci mai davanti alle difficoltà. Un esempio su tutto ce l'avete qui davanti a voi: Luca Mazzone.»
I ragazzi che conoscevano già il campione paralimpico mondiale l'hanno salutato con affetto, e l'hanno ascoltato con interesse.
Giunge poi Flavia Pennetta, accolta dall'inno italiano e dall'entusiasmo di tutta la classe.
La tennista, campionessa del mondo, si mette a disposizione della ragazzi. Sorridente, gioviale, alla mano. Ha gli occhi che le brillano e un sorriso che non l'abbandona mai. Racconta tantissimo di sé. Dei sacrifici fatti in favore dello sport, di quanto sia stata dura e difficile. Come abbia iniziato titubante e come non si sentisse pronta a tredici anni a partire per Roma e come abbia fatto questa scelta dopo due anni con una diversa consapevolezza.
«La mia vita era diversa dai miei coetanei, e non nascondo come per me sia stato il primo sacrificio. Non esisteva riposo, non esistevano uscite con le amiche o ragazzi. Tutta la mia vita era votata al tennis, e i miei genitori, la mia famiglia, sono stati un sostegno essenziale per me. Le sconfitte sono state numerosissime in vent'anni di carriera. Sono decisamente più delle vittorie. Ho avuto momenti di vero sconforto ma non ho mollato. La paura mi ha accompagnato spesso. La paura del fallimento, la paura di perdere, di non riuscire a giocare al meglio. Ho provato spesso a schiacciarla.»
«Il mio allenatore mi diceva non puoi pretendere di avere tutte giornate perfette. Di giornate perfette te ne capiteranno pochissime in un anno. Devi vivere le tue giornate al meglio e dare quello che per te è il meglio ogni giorno.»
Tartassata da un fiume di domande la tennista si presta con generosità. E racconta della sua vita privata come se stesse colloquiando con vecchi amici.
Racconta di come avrebbe voluto essere una mamma sin dall'età di 25 anni e della felicità provata quanto ha avuto il suo Federico, l'anno scorso. Racconta di come sia difficile avere amiche e di come quelle poche siano difficili da vedere.
Di come siano tirati i rapporti con le avversarie e di quanto le donne siano diverse dagli uomini anche nello sport.
Racconta dei suoi infortuni, del corpo affaticato, del polso usurato e dei dolori che l'hanno accompagnata durante la sua carriera. Racconta delle pause necessarie e del conforto che cercava a casa sua, nella sua Puglia e delle emozioni fortissime, indescrivibili quando ti rendi conto di essere la migliore del mondo.
«Non arrendetevi, non rinunciate mai ai vostri sogni. Costano fatica, dolore, e a volte vi sentirete soli. Non abbiate paura di chiedere aiuto. Ognuno di voi merita di pretendere di realizzare il proprio sogno.»