Fatture false emesse da cartiere cinesi, nei guai una ditta di Ruvo di Puglia

Scoperto un giro di documenti per operazioni inesistenti per un importo totale di 670mila euro. Sequestrati 147mila euro

mercoledì 30 ottobre 2024 10.13
A cura di Nicola Miccione
Conti correnti e quote societarie, per un valore totale superiore a 147mila euro, appartenenti ad una società di Ruvo di Puglia sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un provvedimento per poi procedere alla confisca. La misura del Tribunale di Trani è stata richiesta dalla Procura della Repubblica.

«Il decreto di sequestro non fa alcuna menzione a presunte evasioni delle tasse o a vendita di merce in nero», ha detto l'avvocato Francesco Patruno, per conto della società specializzata nella «confezione di abbigliamento esterno». Due gli indagati, entrambi cittadini di nazionalità cinese referenti di due società cartiere con sede a Venezia. Per il legale si tratta «di chiare e arbitrarie manipolazioni della notizia visto che non sono reati in alcun modo contestati all'azienda ruvese».

La società ha subito un controllo fiscale da cui è emerso, secondo quanto accertato dai militari, che nel 2016 e nel 2017 avrebbe utilizzato fatture per abbassare artificialmente il proprio imponibile fiscale, detraendo l'Iva e infine dichiarando redditi fraudolenti. Le fatture, per oltre 670mila euro di imponibile e circa 150mila euro di Iva, sarebbero state emesse da due società fittizie con sede a Venezia e riferibili a due soggetti cinesi, senza alcuna reale attività commerciale effettiva.

Questi enti sarebbero stati utilizzati per fornire fatture false. I due sono stati deferiti e rispondono di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti d emissione di fatture per operazioni inesistenti. I beni sequestrati sono di 147mila euro pari al valore dell'Iva non versata.