Fatture false emesse da cartiere cinesi, nei guai una ditta di Ruvo di Puglia

Scoperto un giro di documenti per operazioni inesistenti per un importo totale di 670mila euro. Sequestrati 147mila euro

mercoledì 30 ottobre 2024 10.13
A cura di Nicola Miccione
Fatture emesse per operazioni inesistenti che avrebbero permesso a una società di Ruvo di Puglia di non versare l'Iva su merce che è risultata essere venduta in nero a imprese diverse da quelle che la fatturavano. ​L'ha scoperto la Guardia di Finanza che ha eseguito un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca.

L'ordinanza del Tribunale di Trani è stata richiesta dalla Procura della Repubblica che ha diretto le indagini. Tre gli indagati: un uomo di Ruvo, titolare della società specializzata nella «confezione in serie di abbigliamento esterno», spiegano gli inquirenti, e due cittadini di nazionalità cinese responsabili di due società cartiere con sede a Venezia. L'attività investigativa è iniziata dopo una segnalazione inviata dai finanzieri veneti che hanno così, ad aprile scorso, dato il via alle indagini.

La società ha subito un controllo fiscale da cui è emerso, secondo quanto accertato dai militari, che nel 2016 e nel 2017 avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un importo superiore a 670mila euro, con relativa Iva di 150mila euro. Le fatture sarebbero state emesse dalle due società con sede in Veneto e riconducibili ai due uomini cinesi che così avrebbero permesso all'azienda di Ruvo non solo di evadere le tasse, ma anche di vendere in nero la merce prodotta.

I tre rappresentanti legali delle società indagate, sono stati deferiti e a vario titolo, rispondono dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti d emissione di fatture per operazioni inesistenti. I beni sequestrati sono di 147mila euro pari al valore dell'Iva non versata.