Fabio Tedone: una giovane promessa di Ruvo di Puglia
Studiare e lavorare al Nord per crescere professionalmente
domenica 6 novembre 2016
9.58
Sempre più giovani pugliesi, a seguito della laurea o addirittura ancora prima, vanno via dalla loro piccola città e dalla Puglia per trovare fortuna altrove. Il Nord Italia e i paesi esteri ospitano ormai un gran mole di studenti alla ricerca di quel lavoro che, purtroppo, il nostro territorio non riesce ad offrire. Per crescere professionalmente ci si allontana dai propri affetti, dalla famiglia e dalle amicizie decennali, con una sola consapevolezza: la speranza di una crescita professionale per la costruzione di un futuro saldo e migliore.
A Ruvo tanti sono i ragazzi che hanno deciso di intraprendere questa strada. Oggi intervistiamo una giovane promessa. Fabio Tedone, 26 anni, appena laureato in Matematica ha lasciato il suo paese per accogliere un'opportunità che lo ha portato a un'ulteriore successo.
Abbiamo ascoltato Fabio e la sua storia che vorrà essere d'esempio per tutti quei ragazzi che, nonostante le difficoltà che si presentano per entrare nel mondo del lavoro, continuano a sognare un futuro migliore.
Dopo la laurea quali sono state le tue aspettative?
In realtà non ho avuto tempo di pensare alle aspettative future in quanto una settimana prima della seduta avevo già superato i colloqui per Accenture: avrei iniziato una settimana dopo la discussione della tesi e questo ha fatto sì che quei giorni siano stati intensi e dedicati al trasloco ed alla ricerca di una casa. E' successo tutto velocemente e non c'è stato modo di concentrarsi su altro.
Da piccolo, cosa desideravi diventare da grande?
Probabilmente come molti ragazzi, da piccolo ero appassionato di videogiochi e quindi desideravo diventare un informatico, un programmatore.
Alla scuola superiore, tuttavia, la mia professoressa di matematica ha saputo appassionarmi alla materia. Sono sempre stato portato per le materie scientifiche, ma lei ha saputo coinvolgermi e far nascere in me una curiosità insaziabile verso tutto quel mondo fatto di numeri, così oscuro per i "non addetti" eppure così meraviglioso per coloro che ne riescono a comprendere le relazioni nascoste. Da allora, non ho mai pensato a cosa sarei diventato esattamente, ma sapevo che avrebbe avuto a che fare con la matematica.
Dopo quanto tempo, a partire dalla laurea, hai trovato lavoro? Dove?
Sono stato uno dei pochi fortunati che non ha dovuto cercare il lavoro ma che da esso è stato trovato. Mi ha contattato quest'azienda multinazionale di consulenza, Accenture, per fornirmi una posizione di data Analyst a Milano.
Come è stato il periodo iniziale del tuo lavoro a nord?
Il mio lavoro mi ha portato subito a Torino, dove poi ho trascorso il mio intero anno aziendale. Se dovessi definire in una parola la mia esperienza nel settentrione direi "indimenticabile". Torino è una città bellissima e ho avuto la fortuna di vivere in pieno centro, immerso tra palazzi artistici, strade piene di vita e piazze ricolme di storia. Grazie ai miei colleghi, inoltre, ho potuto scoprire le tradizioni culinarie, ambientali e culturali del Piemonte; e questa diversità mi ha arricchito immensamente. Mi ha anche permesso di portare un po' del Sud fuori dalla Puglia, difendendo e riscattando le bellezze della nostra terra e delle nostre tradizioni. C'è un solo punto negativo: sono tantissime le persone del sud Italia che, una volta trasferitisi al nord, hanno dato vita a realtà incredibili e completamente originali. La triste consapevolezza è che solo uscendo a queste persone viene data la possibilità di esprimere il loro talento.
Stare lontano dalla tua famiglia e dai tuoi affetti ti ha procurato problemi?
La lontananza fa sempre un po' male e ricreare nuovamente la rete di amici non è mai facile. Tuttavia mi sono adattato molto bene: i miei colleghi sono diventati come una seconda famiglia e ho potuto conoscere persone splendide (fuori e dentro il lavoro) con i quali ho potuto stringere bellissime amicizie. E poi, un'amicizia vera non si perde a causa della distanza e infatti tutti quei rapporti sinceri che ho lasciato partendo, non sono mai venuti meno, hanno solo cambiato espressione.
Inoltre, quando si è piccoli e si cresce insieme si ha modo di costruire le amicizie pian piano, tra difficoltà e gioie. Invece, stando al nord ho imparato a stringere rapporti e conoscenze in maniera diversa, più velocemente, ma non per questo meno profondi e sinceri.
Quando hai pensato di lasciare il lavoro a Torino per dedicarti alla Ricerca?
Come dicevo prima, ormai non posso fare a meno della matematica. E' parte di me e il lavoro di consulente non mi permette di vivere pienamente di essa. Pertanto, ho iniziato a valutare altre strade finché non ho vinto il concorso per il dottorato sia a Bari che a L'Aquila. A dire il vero sapevo già dall'inizio che la consulenza non sarebbe stata il mio futuro. Non pensavo, però, ci sarebbe stato un così piacevole stravolgimento di vita dopo appena un anno.
Quale sarà il tuo lavoro adesso? Cosa ricercherete?
La borsa che ho vinto è per un dottorato in matematica e scienze naturali presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI), in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Da quanto mi hanno spiegato durante il colloquio di ammissione, il progetto consiste nel collaborare con ingegneri e biologi per creare, risolvere e programmare modelli matematici. Scopo di tali modelli è lo studio di una nuova tecnologia di robot ispirati alle piante, tecnologia nata per la prima volta proprio presso l'IIT. In particolare il lavoro dovrebbe concentrarsi sulle possibili applicazioni di questi robot in campo agrario (per l'inquinamento dei terreni), in campo medico (per la creazione di sonde automatiche) e altro.
Cosa ti aspetti in futuro?
Per il futuro ho ancora tanti sogni da mettere in pratica. Intanto, completato il dottorato vorrei approfondire le applicazioni mediche di questi nuovi robot; inoltre, vorrei diventare professore universitario, per poter mettere a disposizione degli altri quanto imparato. Contestualmente a tali scenari, d'altronde, vorrei portare avanti un'idea che sto creando con alcuni amici: un'azienda di consulenza matematico- logica per le aziende e gli enti locali del territorio barese. Siamo ancora in una fase primordiale, ma contiamo di farla diventare il prima possibile una realtà concreta. Infine, desidero riuscire a concretizzare tutto ciò tornando in Puglia. Infatti, l'obiettivo finale è ritornare nella mia città, sperando di ricambiare quanto la terra natia mi ha donato.
Cosa suggeriresti ai ragazzi ruvesi che studiano all'Università?
Ai ragazzi ruvesi non posso che dire di impegnarsi con passione. La nostra università di certo non rientra tra i primi posti nelle graduatorie nazionali, eppure, durante i miei studi, ho avuto professori riconosciuti a livello internazionale, persone tanto umane quanto competenti. I pochi collegamenti con le aziende e l'alto livello teorico dei nostri corsi ci svantaggiano rispetto gli studenti del settentrione che, appena laureati, hanno molta più esperienza di noi. Eppure, se ci si impegna, i nostri percorsi di studio ci assicurano tutti gli strumenti necessari ad adattarci a qualsiasi ambiente. Per fare un esempio, arrivato sul progetto ero nient'altro che un neolaureato di Bari, senza esperienza, in un gruppo di colleghi "già competenti" e laureati nei grandi poli universitari di Milano, Pavia e Torino. In pochi mesi, però, sono diventato responsabile, con ottimi risultati, di un progetto fondamentale che prima di me veniva gestito da un manager della banca con esperienza di anni. A parte queste righe un po' presuntuose, se ho lavorato bene è stato anche grazie agli strumenti universitari appresi: non tanto le nozioni matematiche in sé (purtroppo ho visto meno formule di quante ne sperassi), quanto la capacità di ragionare, appresa durante gli studi. Inoltre, il consiglio principale che mi sento di dare è lo stesso che la professoressa di inglese alla scuola superiore affidò alla nostra classe: uscite! Formatevi fuori dalla vostra città, viaggiate all'estero se potete e scoprite il mondo; ma, alla fine, ricordatevi di tornare. Se fuori avrete successo sarà anche grazie a ciò che avete imparato nei licei locali e nelle università del sud, ed è qui che dovreste tornare per portare le vostre esperienze e far crescere il meridione.
Cosa ti spinge ad essere ottimista?
Sin da piccolo, sono i miei genitori che mi hanno spronato ad essere un inguaribile ottimista. Sono capaci di non arrendersi mai e di affrontare tutto con amore, pazienza, impegno ed onestà. A loro, si affianca la pratica delle arti marziali, da cui ho imparato che ogni difficoltà è solo un nuovo modo di crescere ed una nuova lezione da imparare. Da sempre, tuttavia, è la religione la principale ragione del mio ottimismo: mi insegna, ogni giorno, a guardare solo il bello in ogni persona, in ogni attività, in ogni situazione.
A Ruvo tanti sono i ragazzi che hanno deciso di intraprendere questa strada. Oggi intervistiamo una giovane promessa. Fabio Tedone, 26 anni, appena laureato in Matematica ha lasciato il suo paese per accogliere un'opportunità che lo ha portato a un'ulteriore successo.
Abbiamo ascoltato Fabio e la sua storia che vorrà essere d'esempio per tutti quei ragazzi che, nonostante le difficoltà che si presentano per entrare nel mondo del lavoro, continuano a sognare un futuro migliore.
Dopo la laurea quali sono state le tue aspettative?
In realtà non ho avuto tempo di pensare alle aspettative future in quanto una settimana prima della seduta avevo già superato i colloqui per Accenture: avrei iniziato una settimana dopo la discussione della tesi e questo ha fatto sì che quei giorni siano stati intensi e dedicati al trasloco ed alla ricerca di una casa. E' successo tutto velocemente e non c'è stato modo di concentrarsi su altro.
Da piccolo, cosa desideravi diventare da grande?
Probabilmente come molti ragazzi, da piccolo ero appassionato di videogiochi e quindi desideravo diventare un informatico, un programmatore.
Alla scuola superiore, tuttavia, la mia professoressa di matematica ha saputo appassionarmi alla materia. Sono sempre stato portato per le materie scientifiche, ma lei ha saputo coinvolgermi e far nascere in me una curiosità insaziabile verso tutto quel mondo fatto di numeri, così oscuro per i "non addetti" eppure così meraviglioso per coloro che ne riescono a comprendere le relazioni nascoste. Da allora, non ho mai pensato a cosa sarei diventato esattamente, ma sapevo che avrebbe avuto a che fare con la matematica.
Dopo quanto tempo, a partire dalla laurea, hai trovato lavoro? Dove?
Sono stato uno dei pochi fortunati che non ha dovuto cercare il lavoro ma che da esso è stato trovato. Mi ha contattato quest'azienda multinazionale di consulenza, Accenture, per fornirmi una posizione di data Analyst a Milano.
Come è stato il periodo iniziale del tuo lavoro a nord?
Il mio lavoro mi ha portato subito a Torino, dove poi ho trascorso il mio intero anno aziendale. Se dovessi definire in una parola la mia esperienza nel settentrione direi "indimenticabile". Torino è una città bellissima e ho avuto la fortuna di vivere in pieno centro, immerso tra palazzi artistici, strade piene di vita e piazze ricolme di storia. Grazie ai miei colleghi, inoltre, ho potuto scoprire le tradizioni culinarie, ambientali e culturali del Piemonte; e questa diversità mi ha arricchito immensamente. Mi ha anche permesso di portare un po' del Sud fuori dalla Puglia, difendendo e riscattando le bellezze della nostra terra e delle nostre tradizioni. C'è un solo punto negativo: sono tantissime le persone del sud Italia che, una volta trasferitisi al nord, hanno dato vita a realtà incredibili e completamente originali. La triste consapevolezza è che solo uscendo a queste persone viene data la possibilità di esprimere il loro talento.
Stare lontano dalla tua famiglia e dai tuoi affetti ti ha procurato problemi?
La lontananza fa sempre un po' male e ricreare nuovamente la rete di amici non è mai facile. Tuttavia mi sono adattato molto bene: i miei colleghi sono diventati come una seconda famiglia e ho potuto conoscere persone splendide (fuori e dentro il lavoro) con i quali ho potuto stringere bellissime amicizie. E poi, un'amicizia vera non si perde a causa della distanza e infatti tutti quei rapporti sinceri che ho lasciato partendo, non sono mai venuti meno, hanno solo cambiato espressione.
Inoltre, quando si è piccoli e si cresce insieme si ha modo di costruire le amicizie pian piano, tra difficoltà e gioie. Invece, stando al nord ho imparato a stringere rapporti e conoscenze in maniera diversa, più velocemente, ma non per questo meno profondi e sinceri.
Quando hai pensato di lasciare il lavoro a Torino per dedicarti alla Ricerca?
Come dicevo prima, ormai non posso fare a meno della matematica. E' parte di me e il lavoro di consulente non mi permette di vivere pienamente di essa. Pertanto, ho iniziato a valutare altre strade finché non ho vinto il concorso per il dottorato sia a Bari che a L'Aquila. A dire il vero sapevo già dall'inizio che la consulenza non sarebbe stata il mio futuro. Non pensavo, però, ci sarebbe stato un così piacevole stravolgimento di vita dopo appena un anno.
Quale sarà il tuo lavoro adesso? Cosa ricercherete?
La borsa che ho vinto è per un dottorato in matematica e scienze naturali presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI), in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Da quanto mi hanno spiegato durante il colloquio di ammissione, il progetto consiste nel collaborare con ingegneri e biologi per creare, risolvere e programmare modelli matematici. Scopo di tali modelli è lo studio di una nuova tecnologia di robot ispirati alle piante, tecnologia nata per la prima volta proprio presso l'IIT. In particolare il lavoro dovrebbe concentrarsi sulle possibili applicazioni di questi robot in campo agrario (per l'inquinamento dei terreni), in campo medico (per la creazione di sonde automatiche) e altro.
Cosa ti aspetti in futuro?
Per il futuro ho ancora tanti sogni da mettere in pratica. Intanto, completato il dottorato vorrei approfondire le applicazioni mediche di questi nuovi robot; inoltre, vorrei diventare professore universitario, per poter mettere a disposizione degli altri quanto imparato. Contestualmente a tali scenari, d'altronde, vorrei portare avanti un'idea che sto creando con alcuni amici: un'azienda di consulenza matematico- logica per le aziende e gli enti locali del territorio barese. Siamo ancora in una fase primordiale, ma contiamo di farla diventare il prima possibile una realtà concreta. Infine, desidero riuscire a concretizzare tutto ciò tornando in Puglia. Infatti, l'obiettivo finale è ritornare nella mia città, sperando di ricambiare quanto la terra natia mi ha donato.
Cosa suggeriresti ai ragazzi ruvesi che studiano all'Università?
Ai ragazzi ruvesi non posso che dire di impegnarsi con passione. La nostra università di certo non rientra tra i primi posti nelle graduatorie nazionali, eppure, durante i miei studi, ho avuto professori riconosciuti a livello internazionale, persone tanto umane quanto competenti. I pochi collegamenti con le aziende e l'alto livello teorico dei nostri corsi ci svantaggiano rispetto gli studenti del settentrione che, appena laureati, hanno molta più esperienza di noi. Eppure, se ci si impegna, i nostri percorsi di studio ci assicurano tutti gli strumenti necessari ad adattarci a qualsiasi ambiente. Per fare un esempio, arrivato sul progetto ero nient'altro che un neolaureato di Bari, senza esperienza, in un gruppo di colleghi "già competenti" e laureati nei grandi poli universitari di Milano, Pavia e Torino. In pochi mesi, però, sono diventato responsabile, con ottimi risultati, di un progetto fondamentale che prima di me veniva gestito da un manager della banca con esperienza di anni. A parte queste righe un po' presuntuose, se ho lavorato bene è stato anche grazie agli strumenti universitari appresi: non tanto le nozioni matematiche in sé (purtroppo ho visto meno formule di quante ne sperassi), quanto la capacità di ragionare, appresa durante gli studi. Inoltre, il consiglio principale che mi sento di dare è lo stesso che la professoressa di inglese alla scuola superiore affidò alla nostra classe: uscite! Formatevi fuori dalla vostra città, viaggiate all'estero se potete e scoprite il mondo; ma, alla fine, ricordatevi di tornare. Se fuori avrete successo sarà anche grazie a ciò che avete imparato nei licei locali e nelle università del sud, ed è qui che dovreste tornare per portare le vostre esperienze e far crescere il meridione.
Cosa ti spinge ad essere ottimista?
Sin da piccolo, sono i miei genitori che mi hanno spronato ad essere un inguaribile ottimista. Sono capaci di non arrendersi mai e di affrontare tutto con amore, pazienza, impegno ed onestà. A loro, si affianca la pratica delle arti marziali, da cui ho imparato che ogni difficoltà è solo un nuovo modo di crescere ed una nuova lezione da imparare. Da sempre, tuttavia, è la religione la principale ragione del mio ottimismo: mi insegna, ogni giorno, a guardare solo il bello in ogni persona, in ogni attività, in ogni situazione.