Eutanasia, venerdì un convegno sul tema

Iniziativa del Comitato Progetto Uomo

martedì 16 gennaio 2018 0.09
Il "Comitato Progetto Uomo" e la Parrocchia Santa Lucia organizzano l'evento culturale "Charlie e il fine vita. Eutanasia: scelta di libertà o morte di stato?.

L'incontro si terrà Venerdì 19 gennaio alle ore 19.00, presso la Parrocchia S. Lucia in via G. Oberdan a Ruvo di Puglia

L'incontro nasce dal lavoro svolto dalla professoressa Assuntina Morresi nel libro "Charlie Gard: eutanasia di stato" pubblicato in occasione del giorno del primo compleanno che Charlie Gard avrebbe festeggiato.

Ma nasce soprattutto dalla recente approvazione in via definitiva della legge sul cosiddetto testamento biologico, cioè la via italiana all'eutanasia.

Assuntina Morresi è docente presso il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'Università degli Studi di Perugia, dove insegna Chimica Fisica Avanzata e Crioconservazione e Biobanche. Dal 2006 fa parte del Comitato Nazionale per la Bioetica, organo di consulenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È editorialista del quotidiano Avvenire e ha partecipato come ospite in diversi programmi su Radio Maria. È anche sposa e madre di 3 figli e in passato uno in affido.

La serata vuole essere una riflessione sull'attuale dibattito che si è sviluppato intorno al tema dell'eutanasia e del testamento biologico.
"Preoccupa molto che leggi così negative siano state approvate in un contesto di notevole indifferenza e pertanto abbiamo il dovere di dare voce alle nostre coscienze e alla Verità, per porre un argine alla "cultura dello scarto" proponendo invece una "cultura della vita" e dell'accoglienza".

"Si è fatta la scelta più semplice, confondendo cura del malato con accanimento terapeutico e introducendo di fatto l'eutanasia. Ben più utile ed efficace sarebbe stato offrire alle famiglie un aiuto nell'assistenza ai malati terminali. Ma come sempre le famiglie vengono abbandonate a se stesse nel gestire situazioni di dolore e di sofferenza con l'aggravante che l'impossibilità di obiezione di coscienza da parte dei medici mina, invece di favorire, il rapporto con il malato e con i familiari." (Forum Delle Associazioni Familiari)