Erri De Luca, insegnante di vita
Scrittore e uomo umile, ringrazia i ragazzi del Tedone
lunedì 28 novembre 2016
14.41
Erri De Luca è stato il secondo ospite d'eccezione del 2016, presso il liceo scientifico Tedone. Il percorso di lettura organizzato dalla professoressa Rosanna Pellegrini e caldeggiato dalla preside Loiudice, è rivolto ai ragazzi ma riscuote successo e curiosità anche fuori.
La platea che ha accolto De Luca conta almeno trecento ragazzi, e il silenzio rispettosissimo è impressionante. Non ci sono bisbigli, non c'è chiacchiericcio, nè andirivieni. L'interesse è autentico e totale. Solo una sessantina di loro partecipano al gruppo lettura. Gli altri sono lì per puro interesse personale. E di fronte a loro un grande scrittore, che odia la l'aggetivo "grande".
«Sono uno scrittore e basta. Non sono grande, perché non esistono scrittori piccoli.» tiene a precisare De Luca. « Mi sento un privilegiato, perché riesco a vivere della scrittura.» De Luca, che prima di diventare uno scrittore riconosciuto e affermato ha fatto decine di lavori, si mostra estremamente umile. Non cerca gloria, non ha vanti.
Vive la scrittura come una necessità, scrive racconti da quando aveva undici anni: sono un contenitore di personaggi. Entra uno e va via un altro.
Si dilunga sulla scelta dell'io narrante: «non sopporto l'eccessiva confidenza che l'autore si prende nei confronti del personaggio.»
Racconta brevemente del libro "Natura Esposta". Del protagonista che deve ristrutturare un crocifisso, della scoperta che lo scultore originario aveva creato il corpo del cristo con la pelle d'oca. Si sofferma sulla sofferenza di questa morte brutale importata dai romani a Gerusalemme, e si sofferma sul fatto che i corpi fossero completamente nudi. Natura esposta, per l'appunto. E di come la nudità fosse un'ulteriore umiliazione, degradazione dell'uomo a livello di bestia.
Erri De Luca è napoletano, si sente anche dal suo accento. Ma è un evidente cittadino del mondo, amante dei monti, innamorato della letteratura, attentissimo cultore della parola. Sceglie le parole con delicatezza, con accuratezza e a ciascuna dà la sua autentica importanza. A chi gli chiede cosa bisogna fare per diventare scrittori lui risponde. «Leggere un camion di libri e fare le parole crociate. Questo ti permette di conoscere il significato esatto di ciascuna parola e di costruirti una lingua tutta tua. Quello che io ho fatto è questo: mi sono sempre interessato a quello che accadeva fuori. Ascoltavo e raccoglievo tutte le storie che ascoltavo dagli anziani.»
Gli interventi dei ragazzi sono tutti molto profondi e intelligenti. Sono pensati e curati. «migliori delle domande che alcuni giornalisti mi pongono» afferma De Luca, inorgogliendo ragazzi e professori.
A chi gli chiede della religione risponde: «non sono credente ma non posso dire d'essere ateo, perchè l'ateo non riconosce nessun dio, quindi nemmeno quello in cui altri credono. Io non credo ma ho rispetto di coloro che credono»
A chi chiede della sua grade passione, la montagna« La montagna è quanto di più bello ci sia perché è la natura che si manifesta in tutta la sua potenta. Non puoi essere irrispettoso, spregiudicato o indolente. Davanti ala montagna l'ordine delle cose si ripristina e l'uomo torna a vedersi per l'essere piccolo che in realtà è. La montagna non è un confine, l'essere umano l'ha reso un confine. La montagna è un grande mezzo di comunicazione per chi la sa vivere e la conosce.
E a chi invoca alla satira come mezzo per combattere il sistema, ironico risponde: «la satira prende in giro, è blanda, non attacca i poteri che vorremmo abbattere. Non so adesso, ai miei tempi per combattere le ingiustizie si facevano le rivoluzioni...»
Alla ragazza che ricorda il vergognoso evento del 27 Gennaio 2016 quando in occasione della visita di Hassan Rouhani a Roma furono coperte le statue di nudo, senza mezzi termini dice:«è stato fatto passare come gesto di rispetto, ma è un atto di servilismo nei confronti di un potente contratto commerciale.»
I ragazzi, dal primo al quinto anno, sono tutti molti entusiasti. Molti di loro ammettono che amavano leggere anche prima di aderire al progetto lettura. Molti altri riconoscono al progetto un nuovo modo di approcciarsi ai libri.
Io spero che si rendano della opportunità grandiosa che è stata loro concessa, spero si rendano conto di quanta ricchezza un uomo come De Luca abbia donato oggi loro. Quell'uomo che ha ringraziato i ragazzi dicendo «ho imparato molto da voi» è un uomo in grado di insegnare a vivere.
La platea che ha accolto De Luca conta almeno trecento ragazzi, e il silenzio rispettosissimo è impressionante. Non ci sono bisbigli, non c'è chiacchiericcio, nè andirivieni. L'interesse è autentico e totale. Solo una sessantina di loro partecipano al gruppo lettura. Gli altri sono lì per puro interesse personale. E di fronte a loro un grande scrittore, che odia la l'aggetivo "grande".
«Sono uno scrittore e basta. Non sono grande, perché non esistono scrittori piccoli.» tiene a precisare De Luca. « Mi sento un privilegiato, perché riesco a vivere della scrittura.» De Luca, che prima di diventare uno scrittore riconosciuto e affermato ha fatto decine di lavori, si mostra estremamente umile. Non cerca gloria, non ha vanti.
Vive la scrittura come una necessità, scrive racconti da quando aveva undici anni: sono un contenitore di personaggi. Entra uno e va via un altro.
Si dilunga sulla scelta dell'io narrante: «non sopporto l'eccessiva confidenza che l'autore si prende nei confronti del personaggio.»
Racconta brevemente del libro "Natura Esposta". Del protagonista che deve ristrutturare un crocifisso, della scoperta che lo scultore originario aveva creato il corpo del cristo con la pelle d'oca. Si sofferma sulla sofferenza di questa morte brutale importata dai romani a Gerusalemme, e si sofferma sul fatto che i corpi fossero completamente nudi. Natura esposta, per l'appunto. E di come la nudità fosse un'ulteriore umiliazione, degradazione dell'uomo a livello di bestia.
Erri De Luca è napoletano, si sente anche dal suo accento. Ma è un evidente cittadino del mondo, amante dei monti, innamorato della letteratura, attentissimo cultore della parola. Sceglie le parole con delicatezza, con accuratezza e a ciascuna dà la sua autentica importanza. A chi gli chiede cosa bisogna fare per diventare scrittori lui risponde. «Leggere un camion di libri e fare le parole crociate. Questo ti permette di conoscere il significato esatto di ciascuna parola e di costruirti una lingua tutta tua. Quello che io ho fatto è questo: mi sono sempre interessato a quello che accadeva fuori. Ascoltavo e raccoglievo tutte le storie che ascoltavo dagli anziani.»
Gli interventi dei ragazzi sono tutti molto profondi e intelligenti. Sono pensati e curati. «migliori delle domande che alcuni giornalisti mi pongono» afferma De Luca, inorgogliendo ragazzi e professori.
A chi gli chiede della religione risponde: «non sono credente ma non posso dire d'essere ateo, perchè l'ateo non riconosce nessun dio, quindi nemmeno quello in cui altri credono. Io non credo ma ho rispetto di coloro che credono»
A chi chiede della sua grade passione, la montagna« La montagna è quanto di più bello ci sia perché è la natura che si manifesta in tutta la sua potenta. Non puoi essere irrispettoso, spregiudicato o indolente. Davanti ala montagna l'ordine delle cose si ripristina e l'uomo torna a vedersi per l'essere piccolo che in realtà è. La montagna non è un confine, l'essere umano l'ha reso un confine. La montagna è un grande mezzo di comunicazione per chi la sa vivere e la conosce.
E a chi invoca alla satira come mezzo per combattere il sistema, ironico risponde: «la satira prende in giro, è blanda, non attacca i poteri che vorremmo abbattere. Non so adesso, ai miei tempi per combattere le ingiustizie si facevano le rivoluzioni...»
Alla ragazza che ricorda il vergognoso evento del 27 Gennaio 2016 quando in occasione della visita di Hassan Rouhani a Roma furono coperte le statue di nudo, senza mezzi termini dice:«è stato fatto passare come gesto di rispetto, ma è un atto di servilismo nei confronti di un potente contratto commerciale.»
I ragazzi, dal primo al quinto anno, sono tutti molti entusiasti. Molti di loro ammettono che amavano leggere anche prima di aderire al progetto lettura. Molti altri riconoscono al progetto un nuovo modo di approcciarsi ai libri.
Io spero che si rendano della opportunità grandiosa che è stata loro concessa, spero si rendano conto di quanta ricchezza un uomo come De Luca abbia donato oggi loro. Quell'uomo che ha ringraziato i ragazzi dicendo «ho imparato molto da voi» è un uomo in grado di insegnare a vivere.