Due ruvesi in prima linea contro il "glisofato" nel Parco Alta Murgia

Antonio Camerino e Lorenzo Gusman puntano il dito contro i pericoli dell'erbicida

sabato 20 agosto 2016
No all'uso dell'erbicida "glisofato" nel Parco dell'Alta Murgia. A guidare la battaglia contro la multinazionale Monsanto, che fa uso di questa sostanza per l'eradicazione dell'ailanto (erbaccia molto invasiva e dannosa per le colture), ci sono anche due ruvesi. Si tratta di Antonio Camerino dell'azienda biologica «Poggio Ferrata» di Ruvo e Lorenzo Gusman, dell'Associazione «Coscienza Collettiva». Insieme ad altri esperti di agricoltura biologica stanno conducendo una battaglia culturale per convincere i vertici del Parco nazionale dell'Alta Murgia a bandire l'uso del "glisofato" ritenuto dannoso per il sistema endocrino e addirittura cancerongeno. Il paradosso è che l'uso di questo erbicida è finanziato per un milione e 760mila euro di cui la metà sono soldi europei.

Il caso, sollevato nei giorni scorsi dalla Gazzetta del Mezzogiorno, sta facendo molto discutere. Il presidente del Parco, Cesare Veronico, ha spiegato che l'uso di questo erbicida fa parte di una sperimentazione proposta dal Cnr, dopo il nulla osta di Regione Puglia e Ministero dell'Ambiente. Sempre alla Gazzetta il direttore del Parco, Fabio Modesti, ha specificato che la somministrazione degli erbicidi avvie-ne direttamente nel tronco delle piante indesiderate peranto il danno causato dall'uso del diserbante nelle modalità e dosi indicate nel progetto è irrilevante.