Crostacei microscopici negli stagni dell’Alta Murgia
La scoperta pubblicata sulla rivista internazionale Hydrobiologica
domenica 28 febbraio 2016
8.58
La scoperta è stata pubblicata on line lo scorso 16 febbraio sulla prestigiosa rivista Hydrobiologica, una rivista internazionale che si occupa di scienze acquatiche.
Negli stagni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia vivono crostacei planctonici microscopici come i copepodi, i cladoceri, gli ostracodi, grandi non più di 2 millimetri, ma anche i più grandi branchiopodi fra cui Triops, cioè dotati di 3 occhi, crostacei considerati fossili viventi la cui comparsa risale a 200 milioni di anni fa. La scoperta è frutto di una ricerca, condotta attraverso il monitoraggio dei siti durata tre anni, realizzata dall'Ente Parco in collaborazione con il Di.S.Te.B.A., il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell'Università del Salento. La scoperta mette in risalto le peculiarità biologiche tipiche degli stagni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Secondo lo studio condotto, i cui risultati sono stati resi noti per la prima volta nell'aprile del 2015 nel corso di un meeteng internazionale che si è tenuto a Sassari, contrariamente rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare, sono proprio gli stagni temporanei di breve durata ad ospitare il maggior numero di specie di crostacei, spesso manifestando comunità biologiche di antica origine e molto ben strutturate, con pochi casi comparabili nel resto dell'area Mediterranea.
Emerge così Il ruolo ecologico degli stagni nell'area Parco, che appare fondamentale, soprattutto se si considera quanto scarsa sia la risorsa 'acqua' in un territorio carsico e prevalentemente secco quale il territorio murgiano.
In questo contesto gli stagni non solo rappresentano una importante oasi di biodiversità, ma un complesso sistema ecologico a supporto del sostentamento della fauna selvatica e come tali necessitano di importanti e mirati misure di salvaguardia e gestione.
Una occasione in più per proteggere un'area che di anno in anno si rivela essere un terreno di studi ricco e che sembra destinata a garantire ulteriori sorprese dal punto dii vista ambientale ed etologico.
Negli stagni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia vivono crostacei planctonici microscopici come i copepodi, i cladoceri, gli ostracodi, grandi non più di 2 millimetri, ma anche i più grandi branchiopodi fra cui Triops, cioè dotati di 3 occhi, crostacei considerati fossili viventi la cui comparsa risale a 200 milioni di anni fa. La scoperta è frutto di una ricerca, condotta attraverso il monitoraggio dei siti durata tre anni, realizzata dall'Ente Parco in collaborazione con il Di.S.Te.B.A., il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell'Università del Salento. La scoperta mette in risalto le peculiarità biologiche tipiche degli stagni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Secondo lo studio condotto, i cui risultati sono stati resi noti per la prima volta nell'aprile del 2015 nel corso di un meeteng internazionale che si è tenuto a Sassari, contrariamente rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare, sono proprio gli stagni temporanei di breve durata ad ospitare il maggior numero di specie di crostacei, spesso manifestando comunità biologiche di antica origine e molto ben strutturate, con pochi casi comparabili nel resto dell'area Mediterranea.
Emerge così Il ruolo ecologico degli stagni nell'area Parco, che appare fondamentale, soprattutto se si considera quanto scarsa sia la risorsa 'acqua' in un territorio carsico e prevalentemente secco quale il territorio murgiano.
In questo contesto gli stagni non solo rappresentano una importante oasi di biodiversità, ma un complesso sistema ecologico a supporto del sostentamento della fauna selvatica e come tali necessitano di importanti e mirati misure di salvaguardia e gestione.
Una occasione in più per proteggere un'area che di anno in anno si rivela essere un terreno di studi ricco e che sembra destinata a garantire ulteriori sorprese dal punto dii vista ambientale ed etologico.