Crolla a picco la borsa oli negli ultimi due mesi
Resiste solo l'extravergine di altissima qualità
venerdì 20 maggio 2016
Mercato degli oli pericolosamente in caduta libera da due mesi, con un unico rialzo delle quotazioni alla Borsa merci di Bari dell'extravergine di altissima qualità (acidità inferiore allo 0,4%) che segna un +1,36, portando il prezzo del prodotto a 3,70 euro al chilo. E' il riverbero della politica del 'sottocosto' che stanno vivendo Grecia ed Spagna con i prezzi del prodotto scesi fino a 3 euro al chilo e la stima è di un ulteriore calo.
Ciò alimenta il flusso di oli stranieri venduti in Italia a prezzi stracciati che inquinano il mercato pugliese e determinano il crollo dei prezzi dell'olio locale. Nel corso della campagna 2015/2016 sono state 480.000 tonnellate circa di prodotto di cui 448.000 da paesi comunitari e 32.000 tonnellate da mercati extra europei e a questi si aggiungono altre 26.000 tonnellate di oli di categoria inferiore di provenienza comunitaria (dati Unaprol).
"Abbiamo calcolato un aumento di oltre il 57% delle importazioni rispetto all'annata precedente – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – nonostante l'anno scorso la quantità di olio prodotto era dimezzata rispetto alla media. Il rialzo dei prezzi che abbiamo bancato solo per gli oli di altissima qualità ci dà ragione del percorso intrapreso con la IGP Puglia. Grazie al 'brand' dell'EVO pugliese resterà in Puglia il valore aggiunto della filiera olivicolo-olearia perché il marchio comunitario sarà riservato all'olio extravergine di oliva ottenuto da olive prodotte solo da oliveti impiantati nel territorio regionale ed ottenuto da impianti di trasformazione, stoccaggio e confezionamento ricadenti all'interno del territorio della regione Puglia".
La filiera olivicolo - olearia della Puglia, territorio vocato all'olivicoltura per eccellenza, grazie alle numerose varietà coltivate da nord a sud su un'estensione di circa 400 km, produce a livello nazionale circa il 50% di olio EVO (fonte Sian - MIPAAF).
"Con l'ultimo atto formale – dice Leo Piccinno, Presidente del Comitato Promotore riconosciuto oggi con atto notarile - stiamo rispondendo alla storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato, un assioma per nulla decifrabile e comprensibile che la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo indebolito da avventurieri e speculatori. E' opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che grazie alle ormai note operazioni di "chirurgia chimica" riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo tutte le regole e le norme comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l'olio d'oliva uno dei prodotti più coinvolti nell'universo delle frodi alimentari".
Il Comitato Promotore della Indicazione Geografica Protetta 'Puglia' per l'olio extravergine è composto dalle organizzazioni di produttori regionali Associazione di Produttori PugliaOlive, Oliveti Terra di Bari, Coopolio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, Apulia, Appo, Apol, aderenti alle Unioni Nazionali UNAPROL, CNO, UNAPOL, UNASCO e AIPO, l'Associazione dei Frantoiani di Puglia.
Ciò alimenta il flusso di oli stranieri venduti in Italia a prezzi stracciati che inquinano il mercato pugliese e determinano il crollo dei prezzi dell'olio locale. Nel corso della campagna 2015/2016 sono state 480.000 tonnellate circa di prodotto di cui 448.000 da paesi comunitari e 32.000 tonnellate da mercati extra europei e a questi si aggiungono altre 26.000 tonnellate di oli di categoria inferiore di provenienza comunitaria (dati Unaprol).
"Abbiamo calcolato un aumento di oltre il 57% delle importazioni rispetto all'annata precedente – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – nonostante l'anno scorso la quantità di olio prodotto era dimezzata rispetto alla media. Il rialzo dei prezzi che abbiamo bancato solo per gli oli di altissima qualità ci dà ragione del percorso intrapreso con la IGP Puglia. Grazie al 'brand' dell'EVO pugliese resterà in Puglia il valore aggiunto della filiera olivicolo-olearia perché il marchio comunitario sarà riservato all'olio extravergine di oliva ottenuto da olive prodotte solo da oliveti impiantati nel territorio regionale ed ottenuto da impianti di trasformazione, stoccaggio e confezionamento ricadenti all'interno del territorio della regione Puglia".
La filiera olivicolo - olearia della Puglia, territorio vocato all'olivicoltura per eccellenza, grazie alle numerose varietà coltivate da nord a sud su un'estensione di circa 400 km, produce a livello nazionale circa il 50% di olio EVO (fonte Sian - MIPAAF).
"Con l'ultimo atto formale – dice Leo Piccinno, Presidente del Comitato Promotore riconosciuto oggi con atto notarile - stiamo rispondendo alla storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato, un assioma per nulla decifrabile e comprensibile che la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo indebolito da avventurieri e speculatori. E' opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che grazie alle ormai note operazioni di "chirurgia chimica" riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo tutte le regole e le norme comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l'olio d'oliva uno dei prodotti più coinvolti nell'universo delle frodi alimentari".
Il Comitato Promotore della Indicazione Geografica Protetta 'Puglia' per l'olio extravergine è composto dalle organizzazioni di produttori regionali Associazione di Produttori PugliaOlive, Oliveti Terra di Bari, Coopolio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, Apulia, Appo, Apol, aderenti alle Unioni Nazionali UNAPROL, CNO, UNAPOL, UNASCO e AIPO, l'Associazione dei Frantoiani di Puglia.